15.La promessa

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KLAUS'S POV

Tornai a casa e appena arrivai i miei fratelli mi riempirono di domande, io non ero in vena di parlare.

"Nik cosa è successo? Sta bene?"
"Si sta bene, ora vorrei rimanere da solo" dissi entrando in camera e sbattendo la porta.

Iniziai a buttare a terra tutto ciò che avevo davanti finché non trovai un dipinto fatto da me in cui avevo disegnato Giulia.

Mi ricordo ancora quando l'avevo fatto, era quando io e lei avevamo litigato, quando poi è stata rapita; mi ricordo ogni momento passato con lei, ogni attimo, ogni minuto, ogni secondo.

"Cosa è successo da Giulia?" disse Elijah entrando in camera.
"Non ne voglio parlare."
"Ok ho già capito che è andata male."
"Non ne voglio parlare." dissi autoritario.
"Senti Niklaus in questi 2 anni non ti sono stato accanto anche se avevi bisogno di me, non voglio commettere ancora lo stesso errore. Tu sei mio fratello ed è proprio per questo che sono qui. Probabilmente rischio un pugnale nel cuore perché non ti ho ascoltato, ma non me ne frega. Sfogati e poi, se proprio vuoi, pugnalami."

Non risposi.

Dopo una lunga pausa, Elijah venne ad abbracciarmi.
"Mi odia." dissi mentre una lacrima rigò la mia faccia.

" dissi mentre una lacrima rigò la mia faccia

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"Non è vero, non ti odia."
"Dovevi vedere come mi guardava. Mi guardava con disprezzo, con odio e delusione. Non penso di riuscire a riavvicinarmi a lei."
"Ti riavvicinerai vedrai."

Accennai un sorriso.

"Domani le andrò a parlare." disse Elijah.
"Cosa ti dice che non odia anche te? Cosa ti fa pensare che non ti dirà pure a te di andartene?"
"Intanto non ti odia, è rimasta male dal fatto che l'abbiamo lasciata da sola ad affrontare la sete e penso che anche te se lei ti avesse lasciato ti saresti comportato come lei. Comunque a me si riavvicinerà più in fretta perché a me tiene di meno rispetto a te. A te tiene così tanto che ha sofferto per la tua di partenza non per la nostra."
"Non dire cazzate, le mancavamo tutti alla stessa maniera"
"Niklaus smettila di trovare scuse, pensaci bene lei tiene di più a te che a tutti noi."
"Smettila fratello."
"Se vuoi la smetto ma ti faccio riflettere su 2 ultime cose: lei ti inviava messaggi ogni giorno, non a noi a te, parlava di te alle sue amiche, non di noi di te." fece una pausa lunga e poi continuò "Lei ti ama fratello e tu ami lei, forse non te ne accorgi e forse cercherai di dirmi che non è vero ma in fondo al tuo cuore tu senti che lei è diversa, senti che è speciale, che è unica, senti che la ami." disse per poi uscire dalla camera.

GIULIA'S POV
Rimasi in camera per tutta la notte guardando fuori dalla finestra, guardai le macchine passare, le persone parlare e il sole sorgere e sentì la sveglia suonare, cavolo è vero dovevo andare a scuola.

Mi preparai e scesi, Jenna mi stava aspettando
"Buongiorno."
"Buongiorno Giuls."

Sorrisi e dissi
"Non mi chiamavi così da anni ormai."
"Dovrei riniziare?"
"Si ma solo te." dissi sorridendo.

Lei si avvicinò a me e mi abbracciò, ne avevo proprio bisogno.

"Grazie." dissi
"Non devi ringraziare me. Non è grazie a me che sei ancora viva da poterti permettere questo abbraccio."
"No ti prego non voglio parlare di lui ora."
"Giulia devi perdonarlo."
"Non ci riesco, quando ieri l'ho visto mi sono ritornati in mente questi 2 anni, gli anni più brutti della mia vita, non so se riuscirò a perdonarlo."
"Dovresti provare a metterti nei suoi panni, se tu avessi più di 1000 anni e sai che quando ti leghi a qualcuno quella persona muore, eviti di farlo per non soffrire e soprattutto per non far soffrire la persona che ti sta accanto, lui tiene così tanto a te che ha deciso di andarsene, di farsi odiare da te pur di tenerti in vita e farti vivere la più lunga e bella vita che tu potresti mai avere; anche io lo avrei fatto se fossi stata in lui, anche io me ne sarei andata. Prova a metterti nei suoi panni Giuls sei sempre stata brava a farlo, fallo pure ora." e uscì dalla cucina.

Andai a scuola e incontrai Bonnie e Caroline e quando finirono le ore andai verso casa, mi dovetti fermare per far passare lo scuolabus e quando passò lo sguardo si posò su Elijah come al solito elegante e senza esitare andai verso di lui.

"Ciao Giulia." disse accennando un sorriso.

Lo guardai e gli diedi uno schiaffo.

"Me lo sono meritato. Se vuoi sfogarti fai pure."

Sorrisi e lo abbracciai e lui ovviamente ricambiò.

"Andiamo a fare un giro." io annuì.

Dopo un po' di silenzio lui disse
"Mi sei mancata sai? La casa era silenziosa senza di te."
"Ci credo. Mi sei mancato pure te."
"E io? Ti sono mancata?" disse una voce dietro di me che riconobbi subito.

"Rebekah." dissi sorridendo e correndo ad abbracciarla.
"Ciao amica mia." disse Rebekah.

Mi staccai dall'abbraccio, la guardai e le tirai uno schiaffo.

"Siete stati tutti degli stronzi con me."
"Giulia tutte le persone che ci stanno accanto muoiono, non volevamo che accadesse pure a te." disse Rebekah.
"E Keelin? Non me la prendo con lei ma non l'avete lasciata, forse non tenete a me quanto tenete a lei."
"Ma non dire cazzate." rispose Rebekah.
"Keelin sa proteggersi, è nata in una famiglia che fin da piccola l'ha allenata per eventuali guerre." disse Elijah.
"Se mi avete lasciata per questo potevate dirmelo, poi voi siete la famiglia originale cavolo potevate farmi imparare a combattere."
"Klaus non voleva questa vita per te, voleva che la vivessi con una persona che ami, con figli e un gatto non a combattere le nostre guerre. E sinceramente non lo volevamo neanche noi, meriti una vita migliore della nostra Giulia." disse Elijah.
"E se io volessi combattere le vostre guerre? Che poi a me fanno schifo i gatti."
"Nessuno lo vuole." rispose Rebekah.
"Io si."
"Ah quindi tu vuoi rischiare la tua vita, quella dei tuoi familiari e combattere?" chiese Rebekah.
"No che non lo voglio ma se serve per stare al vostro fianco lo accetto."

Loro mi guardarono e sorrisero.

"Elijah." dissi mentre stavamo tornando verso la scuola.
"Si?"
"Tu rispetti sempre le tue promesse vero?"
"Si perché?"
"Voglio che mi prometti una cosa. Voglio che mi prometti che se mai dovreste lasciarmi ancora me lo direte, non mi farete stare a pensare che cosa ho di sbagliato in me e voglio anche che mi prometti che mi direte il perché."
"Non ti lascerem-"
"Promettimelo"
"Te lo prometto."
"Grazie" dissi prendendo la via per tornare a casa.

𝕀𝕠 𝕥𝕚 𝕒𝕞𝕠 ℕ𝕚𝕜𝕝𝕒𝕦𝕤 𝕄𝕚𝕜𝕒𝕖𝕝𝕤𝕠𝕟Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora