capitolo 11
Ma anche quella notte gli incubi non tardarono ad arrivare.
Ora avevo uno scopo, un fine alle ore di allenamento, un motivo, che ancora non mi riuscivo a spiegare, per continuare.
Da l'ultima volta sul tetto, quella sera, non mi ero mai riuscita a ritagliare un pezzo di tempo libero per l'accettazione.
Eppure gli attacchi notturni stavano peggiorando.Spesso mi ritrovavo madida di sudore, con il fiatone a riempire una voragine che stava distruggendo anche l'ultimo angolo di ricordo sorridente.
Sapevo che presto, tutto questo, sarebbe stato pane quotidiano anche quando il sole era alto in cielo, e non solo quando le ombre prendevano possesso delle ore.
Sapevo che in poco tempo, tutto ciò che accadeva nei momenti sileziosi della notte sarebbe avvenuto a occhi aperti.
Sapevo anche bene, che c'era solo un modo per evitarlo.L'alba era tranquilla, celante i mille segreti dell'avvenire, di tutto quello che sarebbe successo nelle prossime ore.
Ma in quel momento ero ignara.
Mi godevo il rossore dell'orizzonte dal balcone vetrato lasciando che le punte dei capelli mi solleticassero la metà collo, fino a dove arrivano, corti e leggermente disordinati.Se mi fossi vista da fuori, avrei fissato una ragazza con lo sguardo perso, in cerca di una meta.
Avrei visto i riflessi dei primi raggi di sole far sembrare i capelli neri quasi blu.
Avrei visto l'espressione leggermente corrucciata, il corpo rilassato appoggiato alla ringhiera di vetro e impercettibili movimenti nervosi che giocavano con le pellicine intorno alle unghie.Jarvis finalmente interrompè il sovrastarsi di sguardi persi con l'annuncio dell'inniminente colazione.
Avevo ripreso a mangiare normalmente.
Più che altro me lo imponevo per evitare di svenire o soccombere a nuovi problemi che si sarebbero messi in fila dietro a tutti quanti gli altri.
Tra i miei "studi" casalinghi avevo appreso anche qualche dote psicologica, soprattutto per migliorare le mie capacità, però odiavo psicoanalizzarmi da sola e ancor di più quando provava a farlo qualcun altro.Nella sala erano già tutti in divisa da allenamento a mangiare sparpagliati per la stanza.
Chi sul divanetto, chi alle prese con il micronde, chi rideva di quest ultimi mentre mangiava sull'isolotto, chi invece preferiva sedersi a tavola, magari insieme a un compagno.
La mia entrata non sconvolse nessuno, e passai come un fantasma agli occhi di tutti, o quasi.Sentivo che qualcuno mi tenesse lo sguardo addosso, avevo imparato a percepirlo negli anni: quando ti lasciano in una città sconosciuta dove hai appena infranto almeno la metà delle leggi e stai cercando un posto sicuro prima che chissà quale associazione ti prenda, impari a capire come, quando, da dove e chi ti stia fissando.
Lasciai però che quegli occhi mi studiassero, perché non volevo far pensare che dessi importanza allo scrutatore o scrutatrice.
Così mi preparai il mio toast e il caffè tra i ripiani della cucina, ma non feci in tempo a girarmi che un brivido lungo la schiena mi immobilizzó per qualche frammento di secondo.
Il gelo era dovuto alla vista di quegli occhi che non riuscivo a decifrare. Così assenti, così fissi, così pronti.Bucky teneva lo sguardo un po' su di me, un po' su un libro dalla copertina rovinata verdastra nella quale veniva incorniciata una vecchia foto in bianco e nero. La scritta fine in stampatello minuscolo veniva solo lasciata intravedere dalle pagine ripiegate malamente.
-evskij
Ma certo, Dostoevskij.L'ombra bianca aveva la schiena leggermente ricurva abbandonata al muro, si reggeva con una gamba piegata appoggiando il piede all'intonaco bianco della parete e l'altro come un freno a terra, puntato sul parquet.
Il corpo così rilassato, ma i pensieri così tesi. Il braccio umano abbandonato lungo il fianco, ma la mascella serrata.
La schiena così beatamente sciolta, ma la presa ferrea sulle pagine del libro.
Una contrapposizione di tensioni, non indifferenti.
STAI LEGGENDO
violet | marvel |
Action~genere : azione, ff Bucky Barnes, mcu, +14 ~trama : Violet, un personaggio misterioso viene presentato in una storia conosciuta a tutti mai raccontata. Un finale diverso di un'avventura passata. Gli avenger sono scomparsi, la pace persiste; ma ne...