awareness

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Oggi 1º marzo, è giornata mondiale per rendere più consapevoli le persone riguardo l'autolesionismo.
In inglese "Self-injury Awareness Day" abbreviato con "SIAD", è rivolta a chiunque sia riuscito a vincere, a chi sta combattendo, a chi ha appena iniziato e a chi ha paura.
Non è solo il fatto di farsi male, ma la dipendenza che crea il gesto, il dolore, la sensazione.
Non è facile uscirne, quanto invece è semplice entrarne.

Volevo sensibilizzare i lettori, oltre perché il mio personaggio ne ha sofferto, perché è importante conoscere e non essere ignoranti sull'argomento.
Se vi interessa vi invito a leggere.

L'autolesionismo è una forma di dipendenza. E non si manifesta solo tramite tagli e specificamente solo sui polsi.
Sfatiamo il falso mito di voler attirare attenzione.
Sfatiamo il falso mito che a chi ne soffre è stata anche diagnosticata la depressione.
Sfatiamo il falso mito che si vede se qualcuno sta combattendo.
Esistono vari tipi di self-harm (sh) e non solo il prendere in mano una lametta ed usarla.
La più comune e tra le più "pesanti" vie è questa, quella di tagliarsi (70%).
Ma ci sono forme più lievi, e altre più drastiche.

Della prima categoria banalmente fanno parte:
-mordersi l'interno della bocca/labbra
-staccarsi bruscamente le pellicine
-graffiarsi
-strapparsi /tirarsi i capelli

Naturalmente non vanno confuse con gesti abituali in situazioni di nervosismo.
Infatti spesso sono azioni compite automaticamente in casi di tensione e ansia, mentre l'autolesionismo ha lo scopo preciso di ferire e provare dolore.

Ci sono anche modi più gravi di procurarsi questa sensazione che da dipendenza:
-bruciarsi (magari spegnendo la sigaretta sulla stessa pelle)
-ingerire oggetti e medicinali dannosi per l'organismo
-mangiare troppo o portarsi fino a uno stato di fame assoluta
-colpire parti del corpo
-dare forti e ripetuti pugni al muro

Spesso, ma non sempre, questi comportamenti sono legati ad altri stati di salute mentale, come il borderline, depressione, BPD (disturbo bipolare della personalità), disturbi alimentari, stress post traumatico, ecc...

Il 15-20% degli adolescenti ne soffre, ma ci sono casi anche nella fascia d'età adulta.
Solo il 10% riesce a "disintossicarsi" quasi completamente.
Spesso, a lunga durata, chi ne soffre potrebbe iniziare a sviluppare pensieri intrusivi, che possono portare anche al suicidio.
Non è facile conviverci per chi combatte.
Vi invito a chiedere aiuto se vi trovate in una di queste situazioni.

Vi invito a controllare chi vi sta vicino, ma non essere invadenti.
Come?
Innanzitutto non fate domande dirette, non chiedete di mostrarvi le cicatrici, non date consigli senza conoscere prima tutti gli aspetti della situazione.
Se la persona verrà spontaneamente da voi, bene venga, in caso contrario, se siete certi delle vostre supposizioni, provate a parlarne. Assicuratevi che sappia che voi ci siete, ma non date consigli almeno che non siate esperti sull'argomento. Non fate sentire la persona in errore e non pretendete che smetta da un giorno all'altro.
Statele accanto passo passo.
Date input positivi.
Mai giudicare o confrontare.
A volte si crea quasi una concorrenza tra chi ne soffre e questo peggiora solo la situazione.
Non sminuite.

Non è niente di impossibile.
Siate forti.
Se volete parlare o saperne di più non fatevi problemi a scrivermi o qui nei commenti o in privato.
Sono sempre aperta per dare e ricevere consigli.

Be safe.
Spread the word.

violet   | marvel |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora