where are you?

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capitolo 29

"Senza preavviso, senza essere annunciato da alcun vento, ci sarà sempre un mare che, paziente, ti porterà a compiere quel gesto arcaico proprio di ogni essere umano: varcare la soglia e fare un passo oltre."

-Andrea Marcolongo,
la misura eroica


La luce dei primi raggi mi risvegliò fiocamente ammaliante, da un sonno pacato.
«signorina Violet tra 25 minuti ha una riunione in sala comune con il team»
Mi svegliai, pensando che la faccenda di Vali ci avrebbe perseguitato ancora per molto, fin troppo, tempo.
Sentivo il corpo ancora intorpidito e il calore perso nell'alzarmi dal letto, mi provocò un brivido di freddo.
La sera precedente era terminata così, dopo un soffocante abbraccio e sorrisi appagati, ognuno nella propria stanza a rimuginare sulla naturalezza del legame creatosi.
Io ero... ero...
Non esiste parola che possa definire lecitamente la sensazione di pace con me stessa che avvolgeva il mio corpo come l'acqua calda e profumata di una vasca; l'adrenalina per la missione che infervorava e fremeva in ogni pensiero; un'emozione di ardore ed euforia; una leggerezza che quasi velava i miei passi.
Ma in questo intrigo complicato non potevano non mancare i dubbi.
Rivolti verso un'unica direzione, stavano scavando domande e perplessità nella mia mente.
I quesiti che mi ponevo riguardavano interamente il rapporto con Bucky e i suoi mutamenti. Di come il legame si stesse evolvendo e ragionai sulla quantità di parole mai espresse e da riversare che stanziavano avidamente nelle nostre teste.
Accantonai però i pensieri che stavano attaccando il buon umore instaurato difficilmente, e mi diressi in sala comune chiudendo la zip della felpa.
A volte mi ritrovavo a rimuginare sulle miei scelte "stilistiche" e sul come fossi arrivata ad avere gusti di moda tali. Ora ritornandoci su, credo di aver capito, o meglio, tradotto il mio stile da cosa provavo inizialmente.
I vestiti troppo grandi e larghi tentavano disperatamente di coprire il mio corpo e ogni sua forma perché lo reputavo il mio riflesso esterno.
Nessuno poteva ammirare lo specchio dell' anima attraverso i miei occhi, erano vitrei, grigi e persi come le ultime nuvole di una tempesta arida.
Le iridi distanti ed indifferenti definivano il mio carattere, ma non me, ciò che ero.
Ma la mia pelle lo faceva. Ogni cicatrice raccontava il passato, un ricordo, uno stralcio d'infanzia. Qualsiasi lembo di pelle rivelava il mio presente senza luce, un pallore scarno, quasi tenero, la colorava.
Quindi questo modo di nascondermi agli altri l'ho portato con me, anche oggi, indossando abiti ampi per celare me stessa.

I passi muti nel corridoio e la sensazione dei pantaloni scozzesi del pigiama che mi facevano quasi inciampare infilandosi sotto il piede, mi accompagnarono fino alla sala comune dove qualcuno si era già preparato con uno snack in mano, probabilmente la colazione.

«jarvis avvisa gli altri, riunione in 5'»
Stark, fin troppo mattiniero per i miei gusti, camminava con una meta precisa a me sconosciuta per la stanza, passando dalla cucina all'area comune con un'andatura sicura e quasi frettolosa.
Si fermò, come se fosse programmato, quando tutti eravamo ai nostri soliti posti.

«Buongiorno, innanzitutto» cominciò il miliardario.
Seguirono saluti stropicciati e confusionari, al che Tony ebbe quasi un lampo di sorpresa per la particolare stanchezza di tutti. Poi scuotendo il capo, probabilmente si rassegnò che fossero gli strascichi delle serata passata.
«abbiamo, di nuovo, a che fare con uno squilibrato che odia l'umanità»
«se ci pensate sembra l'unione tra l'Hydra e Thanos» aggiunse sorprendentemente Bruce.
Voltammo lo sguardo interrogativi.
«l'Hydra voleva creare potenziati per avere il controllo, Thanos voleva sterminare la popolazione mondiale. Lui farà entrambi...» spiegò osservando i nostri occhi comprensivi.
Tony richiamò l'attenzione aprendo un ologramma.
Mostrava fascicoli, foto e video su Vali.
«Violet, potresti farci un semplice e sintetico riassunto» mi invitò Stark.
«ricordati il semplice» borbottò ironico Sam, beccandosi una mia occhiataccia.
«I suoi poteri: creare super-soldati che lo proteggono con scudi di energia, teletrasporto, fottervi la mente, percepire gli altri e fin troppo sarcasmo. Abbastanza chiara?» rivolsi uno sguardo allusivo a Sam.
«sì, ma linguaggio signorina» mi rimproverò Steve dal suo cipiglio serio.
Alzai gli occhi al cielo per l'atteggiamento del Capitano.

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