nice one

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capitolo 8

La notte. Un momento di oscurità, la stessa oscurità che ci può aiutare a nasconderci, come nascondere chi ci cerca.
Siamo costantemente inseguiti da qualcosa, che sia la famiglia, il passato, la mente, il futuro, l'ansia o il presente, tutti noi lottiamo contro un demone.
La notte è il momento, giusto o sbagliato che sia, per affrontarlo.

Così io combattevo contro i miei incubi.
E quel sonno non venne risparmiato.
Solita routine: boccheggiare senza respiro, sudare, soffrire, trattenere le urla.

La mattina dopo sembrava che il giorno prima non fosse esistito. La notte aveva passato una pezza, lavando li sconforti e la tristezza.
Tutti accoglienti e rilassati.

Con Nat procedetti con il solito allenamento, anche se fui avvisata che sarebbe stato l'ultimo, visto che tony mi aveva assegnata al ragazzino ragno per imparare a muovermi meglio sul campo.
ma non mi aveva ancora vista veramente sul campo.
Nat avrebbe comunque seguito i miei progressi insieme a Wanda.

Con Bruce le lezioni, procedevano a gonfie vele, gli argomenti erano sempre improntati sul pratico, proprio per questo avevo testato insieme a Wanda i primi effetti curativi con successo.
Anche con lei gli allenamenti andavano piuttosto bene.
Ancora non sapeva delle problematiche di stanchezza, ma ci stavamo concentrando sul fuoco, e per me riuscire a gestire una piccola fiammella sulla punta delle dita, era un grande passo.

Ero stanca e approfittai della pausa pranzo per dormire invece di mangiare.
Sentivo i muscoli stremati, la stanchezza invadermi ogni fibra del corpo, mi sentivo così a mio agio con gli occhi chiusi. Immaginavo quasi di riuscire a sognare, ma non ci misi molto a incastrarmi in un incubo, così provai a riposarmi senza perdermi nella testa.

Jarvis (come ho specificato è l'ultima versione dell'assistente a computer)
mi ricordò però dell'allenamento con Bucky, così mi sciacquai velocemente la faccia e mezza trabbalante, sfruttai il percorso fino alla palestra per riprendermi.

Nella sala bucky mi attendeva con un mezzo sorriso e le fasce già pronte da avvolgere intorno alle mani.
Anche lui quel giorno sembrava felice, se così si può definire.
Tutto in lui sembrava più rilassato, dai muscoli ai respiri leggeri, agli occhi
leggermente sorridenti.

"oggi abbandoniamo il sacco e vediamo come te la cavi in un combattimento vero"Questo cambio di programma improvviso non mi dispiaceva, anzi mi avrebbe aiutato potermi sfogare un po' fisicamente

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"oggi abbandoniamo il sacco e vediamo come te la cavi in un combattimento vero"
Questo cambio di programma improvviso non mi dispiaceva, anzi mi avrebbe aiutato potermi sfogare un po' fisicamente.
Annuii e ci posizionammo sul tatami.

Ero stanca, mi sentivo spossata, non dormivo da giorni, provavo così tanto vuoto, che riempirlo con qualche calcio e pugno non avrebbe fatto male.
Tutto il mio corpo mi diceva, mi urlava pietà, lasciarmi abbandonare a terra.
Ma resistetti.

Alzai gli occhi e vidi Bucky, nei suoi muscoli scolpiti copriti da una canottiera bianca sudaticcia, gli occhi felici e pronti a scattare.
La mano sinistra, quella metallica non era coperta con un guanto come al solito, ma era scoperta, in tutta la sua lucentezza.

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