distraction

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>canzone da far iniziare quando indicato nella lettura del capitolo



capitolo 27

...ormai seduta con una calma quasi spaventosa, c'era l'ombra bianca.

Ora che cazzo faccio?

Ogni fibra del mio corpo si irrigidì.
Con la coda dell'occhio lo vidi sistemarsi: le gambe piegate larghe e i gomiti comodamente appoggiati sulle ginocchia. La schiena era abbandonata al muro dietro di noi.
Una strana tensione crebbe, mentre il mio sguardo viaggiava indiscreto sui suoi lineamenti e il suo si perdeva nella foresta.
Mi rinsavii quando il bruciore della cenere attutita sulla pelle pallida mi riscosse. Deglutii e feci un tiro più profondo. Nel mentre che aspiravo, la freddezza d'animo riprese finalmente il controllo.
Mi avvicinai pericolosamente al suo viso.
Nonostante lui non mi rivolse nemmeno per un secondo gli occhi ghiaccio, vidi un impercettibile movimento dell'espressione.
Sbuffai il fumo sotto il naso.
A quel gesto deglutì e prese un respiro profondo.
La mia vicinanza gli procurava certe sensazioni. Lo avrebbe fatto anche a me se non avessi mantenuto il raziocino.
Analizzai ogni particolare da tanto vicino che solo qualche millimetro ci separava. Scrutavo i dettagli, come se dovessi risolvere un enigma.
Nonostante in questo periodo avevo appreso che i miei poteri si erano incrementati tali da poter superare qualsiasi barriera, persino quella della tortura dell'Hydra, non entrai nella sua mente. Giocai pulito.

«ehi» pronunciò quasi timidamente, dopo un lasso di tempo indefinito.
Mi resi visibile senza pensarci due volte, ormai mi avevano scoperto, ma l'avevo previsto e non me ne facevo un problema.
Avevo preso le distanze e ora fissavo le stelle e il manto oscuro, tra un tiro e l'altro.
«togli l'auricolare» affermai, forse un po' troppo secca.
Spaesato dal tono e probabilmente stupito del fatto che l'avevo notato, riluttante se lo sfilò e poi passò lo sguardo direttamente di fronte a se.
Non osava guardarmi.
«rilevazione termica, vero?» chiesi senza mezzi termini ammiccando un mezzo sorriso di consapevolezza.
«l'avevi già previsto?» domandò ricambiando l'espressione rilassata.
«diciamo di sì» dissi prima di prendere uno degli ultimi tiri della marlboro.
«fumi» constatò più serio, sempre perso tra il verde di fronte a noi.
«hai cambiato nome in Sherlock Holmes?» asserii duramente ironica.
Li scappò un sorriso amaro.
Io ero fredda e distaccata, mentre lui cercando di mantenere il mio stesso atteggiamento reprimeva la sorpresa del mio cambiamento e la confusione, mista all'eccitazione di rincontrarmi.
Non mi serviva leggerli i pensieri per capirlo, lo conoscevo fin troppo bene.

>inizio canzone

Mi alzai buttando la sigaretta a terra e spegnendola con uno degli anfibi.
Gli porsi una mano per rialzarsi.
Come risvegliato da una trance mi rivolse finalmente lo sguardo blu e l'afferrò tirandosi su.
Mi incamminai verso il lato opposto dell'ingresso dopo essermi accesa una seconda sigaretta sotto i suoi occhi ancora non in grado di processare. Tenevo un braccio sotto il petto e l'altro piegato con il gomito appoggiato a quest ultimo.
Mi seguì senza distogliere la vista dal mio corpo.
Mentre annullava la distanza creatasi, mi scrutò da cima a fondo senza dire una parola.
«ti piace quello che vedi Barnes?» lo stuzzicai un po'.
Lui sbattè qualche volta le palpebre per poi riportare lo sguardo davanti a se. Degluití rumorosamente e affrettò il passo per starmi dietro.
Io camminavo senza meta intorno al perimetro dell'edificio.
Non avevo niente da dire, al contrario di lui che si stava ponendo mille domande ma non riusciva a darli voce.
Dopo qualche attimo teso di silenzio si schiarì la gola imbarazzato. Non lo era mai stato, ma il mio comportamento lo aveva messo in evidente soggezione.
«m-mi sei mancata» affermò tutto d'un fiato.
«mh» dissi secca procedendo con la mia marlboro e l'osservazione della luna quasi piena.
Parve stupito dalla mia risposta.

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