what am i feeling?

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⬆️la foto modificata da me ⬆️

capitolo 16

"stasera gli altri vanno a una cena di gala importante, noi ci andiamo a prendere una birra?"

La mia mente si bloccó per qualche secondo alla domanda, ma la confusione si sciolse con un mio
"certo, basta che non finisci ubriaco per una birra"

Sorrise alla mia affermazione e mentre si dirigeva verso la palestra mi disse
"preparati per l'allenamento e poi verso le 7 usciamo"
Annuii con un cenno del capo e poi le nostre strade si divisero.

Io rimasi congelata ancora per qualche secondo nella stessa posizione in cui mi aveva lasciata. Fissai il vuoto ripetendo nella mia mente quello che era successo, cercando di processarlo e capirlo. Ma non ci riuscii.

Sam mi trovò così. Immobile in corridoio con lo sguardo perso.
Si preoccupò finché non vide Bucky di spalle lontano, mentre svoltava l'ultimo angolo del corridoio che portava alla palestra.
"ti ha baciata?" disse eccitato ridendo.

A quell'affermazione corrucciai tutto il viso.
"SAMUEL THOMAS WILSON" quasi urlai, sconvolta dalla sua domanda.
"cosa ti passa per la testa?! mi ha solo chiesto di prendere una birra" terminai, rendendomi conto che fossi più confusa di lui.
"oh oh e posso solo immaginare che birra" mi rimboccò ridendo.
Cercando di nascondere un sorriso con una faccia sconcertata li diedi un pugno sul braccio e mi allontani, ma senza dargli le spalle.
"no Sam, ma dobbiamo parlare" mi feci più seria
"3 minuti, camera mia" e lo lasciai sornione mentre alzava gli occhi al cielo.

Mi ero teletrasportata in camera in modo da poter pensare meglio prima che arrivasse il mio amico.
Non sapevo nemmeno io bene cosa dirgli, ma sicuramente a qualcuno avrei dovuto rivelare la confusione tesa e cercare spiegazioni da chi nel mondo reale c'è stato per più tempo.
Mi sentivo scombussolata, dovevo apparire fredda e impassibile, ma una strana sensazione d'ansia mi continuava a far camminare avanti e in dietro per la stanza, mentre rimuginavo su parole ed errori.

Due colpi secchi alla porta interruppero i miei passi nervosi.
Presi un respiro ed aprii la porta per poi richiuderla al passaggio di Sam.

"quindi? mi devi confessare il tuo grande amore per un assassino spietato quanto te?" mi prese in giro.
Si appoggiò al muro accanto al letto con le braccia incrociate e la faccia segnata da un sorriso beffardo.

Avevo mai esposto le miei emozioni a qualcuno?
Sì, due persone.
Ma uno mi malediva per provarle, l'altro era un miscuglio di sguardi rassicuranti e brividi confusi.
Il primo era mio padre, sempre pronto a farmi rimpiangere di essermi resa debole provando qualcosa.
Il secondo era quell'ombra bianca che da quasi un mese ormai mi faceva rimuginare su tutti gli insegnamenti della mia unica figura genitoriale.

"non lo so Sam" esclamai quasi esasperata non lasciandoglielo vedere. Rimasi come avevo imparato negli anni: fredda e impassibile.
Mi ero seduta sul letto, mentre lui mi squadrava dall'alto e io avevo paura che distogliere lo sguardo dalla parete davanti a me potesse rivelarli il mio status attuale.

Ma lo feci, portai i miei occhi grigi nei suoi e capii che ora la mia confusione doveva trovare un ordine e le mie domande risposte.
Immersi le mani nei capelli, stringendomi la cute come fosse l'unico appiglio sicuro in quel momento.
Mi scappò un respiro più profondo e poi trovai il coraggio.

"Sam, con te e con il resto della squadra mi trovo bene, veramente.
Ridiamo molto insieme, ma poi...
il resto? tutto quello che non è un sorriso?"
Il suo sguardo si fece più serio e mosse i piedi, per mettersi accanto a me, slegando le braccia incrociate e, copiandomi, poggiò i gomiti sulle ginocchia.
"Quando sono arrivata qui non conoscevo cosa significasse essere amici, ma ora so che il legame che ho instaurato con voi ... è-è come... volersi vendicare se qualcuno vi uccidesse..." riferii al mio compagno un po' imbarazzata dalla difficoltà nell'esprimermi.
Una sua risata sommessa per un attimo mi fece stranire.
"strano modo di definire amicizia, ma sei sempre Violet "
sospirai divertita e cercai di mettere in ordine le parole.

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