Introspezione.

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Da quando aveva avuto quella conversazione con Alexandra, Draco aveva smesso di cantare Weasley è il nostro Re tra i corridoi ogni volta che incontrava Ron. Questo gesto, Alexandra lo apprezzò molto e Draco ne fu felice. Alexandra, nonostante fosse una Grifondoro, era diversa. Non c'era i primi anni. Non aveva conosciuto il Malfoy che avevano conosciuto tutti. Voleva, solo con lei, tirare fuori il suo lato migliore, quello che nessuno conosceva. Anche se sapeva bene che i suoi amici Grifondoro le avevano raccontato degli aneddoti in cui Draco era ritratto come il cattivo. Però lei non gliel'aveva mai detto. E, nonostante quello che sapeva-perché Draco aveva la certezza che le avessero raccontato quanto fosse una brutta persona-, lei non lo aveva allontanato. Gli era rimasto accanto, ed era per questo che aveva deciso di mettere da parte il Draco Malfoy che tutti conoscevano, per lei. 
Draco sapeva bene quello che si diceva in giro sul suo conto: che era un figlio di papà, viziato, arrogante, superficiale, subdolo, che si divertiva dinanzi alla sofferenza altrui. Aveva queste etichette addosso fin dal suo primo anno ad Hogwarts. E quando era arrivato lì, forse quelle cose erano vere. Era davvero viziato e arrogante. Ma quelli erano stati gli stupidi errori di un bambino. Negli anni non aveva cambiato gli atteggiamenti, non perché non fosse cresciuto, ma perché per tutta la scuola quello era Draco Malfoy. E, in fin dei conti, a lui questo stava bene. Non aveva alcuna voglia di mostrare le sue fragilità e le sue debolezze-anche lui ne aveva, forse più di tutti gli altri-. Sapeva che le debolezze, se messe a nudo con le persone sbagliate, sarebbero state armi per il nemico. Era quello che aveva fatto anche lui, no? Aveva sempre giocato con i sentimenti di Harry Potter riguardo la morte dei suoi genitori. Aveva sempre deriso i Weasley, che avevano fatto più figli di quanti ne potessero mantenere. Aveva sempre insultato la Granger perché era una Sanguemarcio. Che brutta parola, Sanguemarcio. Quando, per la prima volta, Draco l'aveva usata contro Hermione, si era odiato da solo. Però era proprio da Draco Malfoy dire una cosa così spregevole.


Quello che nessuno sapeva, era il reale motivo per cui Draco era così. Tutti pensavano, da sempre, che era solo perché era subdolo e senza cuore. Ma c'era di più. Molto di più.
Insultava la Granger perché era stato cresciuto così. Fin da quando era bambino gli era stato insegnato che i maghi senza sangue puro non erano da ritenersi degni di questo nome. Gli era sempre stato detto che i Nati Babbani erano inferiori. Lui non ne capiva il motivo, ma aveva finito col crederlo davvero. Non era colpa sua. Era stato educato così. 
E se faceva quei commenti a Harry Potter riguardo i suoi genitori, all'inizio era solo per divertirsi. Una cosa stupida, è vero. Ma era un bambino. Poi, realizzò che lo faceva perché aveva dei dubbi sui suoi genitori: loro si sarebbero sacrificati per lui? Avrebbero dato la vita per lui, per proteggerlo? 
Certo, non gli facevano mancare nulla. Non secondo loro, almeno. Di cose materiali Draco ne aveva anche più del necessario. Ma quello che spesso gli mancava era l'affetto. Non ricordava una sola volta in cui il padre l'avesse abbracciato. 
Se Draco prendeva in giro Weasley e la famiglia così numerosa, era per pura invidia. Erano tanti fratelli, avevano una casa grande nemmeno la metà di Villa Malfoy, erano poveri, ma erano felici. Si amavano tra di loro. Draco non aveva fratelli che gli dessero l'affetto che i genitori gli avevano involontariamente negato. Gli doleva ammetterlo, ma era estremamente invidioso dei Weasley. Vedeva la complicità che c'era fra loro. C'erano sempre gli uni per gli altri. Si proteggevano a vicenda. A loro non importava essere poveri. Erano felici. Felici davvero, non come Draco. 
Invidiava perfino quel terzetto. Potter, Weasley e la Granger. Erano, sin dal primo anno, così legati fra loro. Condividevano tutto. Si aiutavano a vicenda. Era un'amicizia vera. Un'amicizia che Draco non conosceva.
Non c'era una sola persona che conoscesse il Vero Draco Malfoy. 


Draco si stava rendendo conto, piano piano, di quanto fosse realmente infelice. Quella che portava era una maschera. E non la toglieva mai. Non a scuola, non a casa, non con i suoi "amici". 
Si chiese quando aveva smesso di essere un bambino ingenuo e quando aveva iniziato ad essere, ancora inconsapevolmente, infelice. Non seppe darsi una risposta.
Si odiava. E si sarebbe odiato per sempre. 
Aveva reso la vita impossibile al terzetto da sempre. Si era creato un personaggio che odiava e di cui non poteva più liberarsi. Tutto perché era stato cresciuto così. E quando era diventato grande abbastanza per capire tutti gli errori commessi, ormai era troppo tardi. E adesso gli toccava tenere in piedi quel personaggio che era arrivato ad odiare. Odiava il suo personaggio, così cinico e spregevole, e odiava se stesso per non essere stato forte abbastanza da prendere in mano la sua vita. Una vita controllata dai suoi genitori. Da suo padre, in particolare. Draco era un semplice manichino nelle mani dei suoi genitori che muovevano i fili. 
Era anche per questo che si odiava tanto. Perché era tanto debole da non riuscire a reagire, ad impedire che ciò accadesse.

L'unica cosa che non odiava della sua vita era Alexandra. Quella ragazza a tratti misteriosa ma sempre genuina. Lei non lo aveva mai rifiutato. Aveva preferito conoscerlo di persona, invece di limitarsi ai racconti altrui. Di questa cosa, Draco, ne era felice. Era solo grazie a lei se era arrivato a capire così tante cose su stesso. Era solo grazie a lei se adesso riusciva ad odiare un po' meno la sua vita. Era lei che aveva dato un colore alle sue giornate sempre così grigie. Lei, che le era entrata nella testa e nel cuore, invadendo i suoi pensieri giorno e notte. Lei, con quel sorriso che lo faceva stare meglio.
Ed era a lei che Draco pensava, seduto su quel muretto dove negli ultimi giorni lui e Alexandra avevano passato ore insieme abbracciati. 
Gli piaceva tutto di lei. Il modo in cui non si faceva problemi a dire schiettamente ciò che pensava; quando lo guardava con gli occhi carichi di allegria-di solito era abituato ad essere guardato con disprezzo-; quando lo abbracciava, facendolo sentire amato. Gli piaceva quando sorrideva, perché era capace di illuminare tutta la stanza. Gli piaceva come sapesse essere tanto forte. Ammirava la sua capacità di andare oltre le apparenze e la sua perseveranza nello scavare in fondo alle cose. Gli piaceva quando non voleva andare troppo oltre e quindi si imbarazzava se faceva una domanda alla quale Draco non avrebbe voluto rispondere volentieri, e gli piaceva il fatto che accettava quando lui non voleva parlare di certi argomenti. Era discreta e mai invadente. Stare con lei gli piaceva. Gli piaceva anche quando lui le dava delle piccole attenzioni, magari stringendole la mano, accarezzandola o togliendole una ciocca di capelli dal volto, e lei sorrideva come se fosse la ragazza più felice del mondo. Captava i suoi piccoli gesti, li capiva e ne faceva tesoro. Perché evidentemente, per lei, come era anche per Draco, i piccoli gesti contavano più di mille cose. E gli piaceva, soprattutto, il fatto che lo facesse sentire migliore. Forse perché lo rendeva migliore.

The dark side.	//Fred Weasley [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora