La cosa giusta.

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Draco non prese bene la notizia. Ancora seduto sul banco, aveva i piedi poggiati sulla sedia e si teneva la testa fra le mani, respirando forte. 
"Draco, so che è tanta roba da digerire.." Iniziò a parlare Alexandra, con tono comprensivo. 
"Non provarci!" urlò lui, scandendo ogni parola. Le puntò un dito contro, alzandosi. "Non ci provare, Alexandra. Tu.. io mi fidavo di te" sibilò, arrivando esattamente davanti a lei. La guardava con odio, con rabbia. Poi scoppiò in una risata nervosa "voi siete pazzi.." si allontanò da Alexandra. Si liberò del maglione come se improvvisamente fosse diventato troppo stretto e non lo facesse respirare. Lo gettò a terra e prese a camminare su e giù per l'aula, una mano sul fianco e l'altra invece scattava nervosa sulla sua fronte. 
"Non può essere vero, mio padre non avrebbe mai fatto una cosa simile."
"Draco, se non fossimo chi diciamo di essere, come faremmo a sapere tutte queste cose?"
"Voi siete fuori di testa." mormorava, continuando a camminare nervosamente, la mano che gli tormentava febbrilmente i capelli. 
"Datemi una prova." Si fermò, voltandosi verso di loro. "Una sola prova per cui dovrei credervi." 
"Il fatto che ci assomigliamo così tanto non ti basta?"
"Hai fatto un incantesimo per cambiare aspetto, chi mi dice che questo sia quello reale?"
Sebastian sospirò e prese una pergamena dal mantello, porgendogliela. "credo conoscerai la scrittura di tuo padre."

Draco lo guardò e afferrò la lettera per poi leggerla. Non c'era dubbio, quella era la scrittura di suo padre. E in quella lettera scriveva a Sebastian che, nonostante tutto, era felice che fosse finito a Serpeverde: si vedeva che era sangue del suo sangue. Leggendo quelle parole, Draco gettò a terra la lettera, come se d'improvviso avesse preso fuoco e si fosse bruciato.
"Mi viene da vomitare" respirava affannosamente e si allentò con un gesto brusco il nodo alla cravatta. 
"Draco, ti prego, calmati" 
"Non provare a dirmi di calmarmi!" ruggì, gli occhi fiammeggianti di rabbia. "Mio padre non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Non a me. Non a mia madre. Voi mentite"
"Draco... stai mentendo a te stesso e lo sai." Alexandra si avvicinò a lui. Capiva il fatto che fosse confuso e non credeva alle loro parole, quindi non lo biasimava. 
"non fatevi più vedere" sibilò gelido, prima di uscire dall'aula.

 Scese di corse le scale, allentandosi ulteriormente e nervosamente il nodo della cravatta. Andò a sbattere contro varie persone che gli urlarono dietro in malo modo, ma lui neanche li sentiva. Aveva bisogno d'aria; uscì dal castello e arrivò nel cortile. Non c'era nessuno. Si guardò attorno, respirando in modo irregolare. Il nodo della cravatta si era finalmente allentato, tanto che adesso ci sarebbe entrata anche un'altra persona all'interno. Ma Draco si sentiva ancora soffocare. Si strappò via il primo bottone della camicia, e poi crollò. Cadde, sedendosi a terra, e iniziò a piangere contro il muro. Il suo cervello lavorava in modo febbrile, cercando qualche prova del fatto che stessero mentendo. Cercava qualche ricordo d'infanzia che comprendesse anche loro. Cercava qualche ragione per cui suo padre avesse agito in quel modo. Ma non trovò nulla. E questo, per lui, era frustrante. Non aveva modo per dimostrare che quello che dicevano era falso. Aveva visto con i suoi occhi la lettera scritta da Lucius a Sebastian. Era senza alcun dubbio la calligrafia di suo padre, e aveva detto a Sebastian che era sangue del suo sangue. 
Aveva due fratelli. Aveva due fratelli e lui non si ricordava di loro. Aveva due fratelli e per quindici anni non lo aveva mai saputo. Era cresciuto nella menzogna. Cos'era vero e cos'era falso, nella sua famiglia? non lo sapeva più. 

Non seppe per quanto era rimasto lì, a piangere, al freddo. Sapeva solo che aveva iniziato a piovere, e quando Draco si alzò non fu né per il freddo che gli era entrato fin dentro le ossa, né per la pioggia che gli aveva inzuppato tutti i vestiti. Semplicemente non aveva più le forze per piangere. Non aveva più le forze per pensare. Rientrò nel castello, passandosi una mano fra i capelli completamente bagnati che gli ricadevano disordinati sulla fronte. Nella Sala d'Ingresso incontrò Harry Potter e i suoi amici che stavano andando a cena. Il moro guardò Malfoy spiazzato, fermandosi. "Malfoy, cosa ti è successo?" chiese spontaneamente.
Draco lo guardò gelido "pensa agli affari tuoi, Potter."  Dietro di lui, notò i gemelli Weasley e Alexandra, che però non lo stava guardando. Forse non si era accorto della sua presenza, e ne fu felice. Guardò con disprezzo il trio Weasley-Granger-Potter, che lo fissavano come se avesse appena detto loro che era un unicorno, e si avviò con passo svelto nei sotterranei. 

"Avete visto Malfoy?"
"Era completamente fuori di sè" 
"Chissà cosa gli sarà successo"
"Forse ha avuto un richiamo per cui non può più togliere punti agli altri studenti senza motivo"
"Non scherzare, Ron." lo rimbeccò Hermione, seriamente preoccupata.
Lei, Ron e Harry si erano seduti al tavolo dei Grifondoro per la cena, ma nessuno dei tre aveva ancora toccato cibo. Erano rimasti sconvolti alla vista di quel Draco Malfoy. Sembrava spaesato, distrutto. E tutti e tre, nonostante avessero degli ottimi motivi per odiarlo-e lo odiavano-, erano preoccupati.
"Deve essere successo qualcosa di davvero grave" disse Harry, guardando il tavolo dei Serpeverde. Malfoy non c'era, e i suoi amici parlavano tranquillamente. Era evidente che, qualsiasi cosa avesse turbato così tanto Malfoy, loro non ne sapevano niente. 

"onestamente, Fred, non credo sia stata una buona idea parlargliene." poco distante da Harry e i suoi amici, al tavolo dei Grifondoro, anche Fred e Alexandra non avevano ancora toccato cibo, occupati com'erano a parlare concitatamente. "tu non l'hai visto.. era su tutte le furie.."
"Immagino, Lex, ma aveva il diritto di sapere. E tu e Sebastian avete il diritto di vivere come è giusto che sia, non come quelli che non siete."
Alexandra sospirò, si sentiva incredibilmente stanca. Fred forse aveva ragione, ma lo sguardo ferito di Draco le era rimasto impresso nella mente, e non riusciva a liberarsene. 
"Avete fatto la cosa giusta, Lexa, non dubitare di questo."
"Giusta per chi, Fred?"
"Per tutti e tre." 
Alex non rispose. Forse era vero, forse avevano fatto davvero la cosa giusta. Ma restava comunque un quesito che, Alexandra ne era sicura, l'avrebbe tormentata per molto tempo: aveva forse distrutto Draco e la sua famiglia, con la sua sincerità? E dunque, il suo non era stato un atto di puro egoismo?

The dark side.	//Fred Weasley [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora