La verità.

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Fred lasciò parlare Alexandra senza interromperla. Ma anche se avesse voluto, non avrebbe saputo cosa dire. Ad ogni parola, era sempre più scioccato. 
Quando Alexandra smise di parlare, non lo guardava. Guardava il lago, chiedendosi se avesse fatto la cosa giusta a dirgli tutto. 
"Quindi è per questo che hai la bacchetta di Cedric.." dedusse Fred.
Alex annuì. "Se non vuoi più vedermi, non ti biasimo"
"perché pensi che non voglia più vederti?"
"Perché adesso sai chi sono" 
Fred le mise una mano sulla guancia e la fece voltare verso di sé "ammetto che tutto questo mi ha sconvolto. Ma tu mi piaci per quello che sei, indipendentemente dal tuo cognome o dalle tue origini."
"dovresti odiarmi.."
"La famiglia non ce la scegliamo. Ma possiamo scegliere chi essere. E tu l'hai fatto"
"Dovresti avere paura di me."
"Non potrei mai avere paura di te" Le sorrise. "sei la ragazza più forte che io abbia mai conosciuto"
Alexandra lo guardò, in silenzio. "chi l'avrebbe mai detto.." 
"che cosa?"
"Che Fred Weasley avesse un segreto.. e che fosse così saggio" E che mi rubasse il cuore, pensò, ma non lo disse.
Fred le sorrise e le diede un bacio a stampo. "E comunque con quei capelli sei ancora più bella."
Alex rise.

"Comunque credo che dobbiate dirglielo"
"Scherzi? nostro padre ci ucciderà" Alexandra posò la bacchetta nel mantello "Non se ne parla."
"ha il diritto di sapere"
"Dovrebbe essere suo padre a parlargliene." 
Fred sospirò. "se gli raccontate tutto.. magari lui capirà e potrete, insieme, andare da vostro padre. Tu e Sebastian non meritate questa vita. Voi non avete fatto niente di male."
Alex non rispose. Pensandoci, Fred aveva ragione.


"Per troppo tempo siamo rimasti in silenzio, Seb. Lui merita di sapere la verità, e noi meritiamo di essere trattati, per una volta, come essere umani." 
Alexandra, grazie a Fred, si era convinta a parlare con suo fratello. Lui, però, non era altrettanto propenso a dire la verità. Guardava Alex con sospetto, come se fosse impazzita. 
"Sebastian. Ragiona. Tu non sei stanco di questa vita?"
"No"
"Viviamo come dei rinnegati."
Sebastian sospirò. "Lascia che ci pensi, d'accordo?"
E così, iniziarono le vacanze di Pasqua. Fred faceva più attenzione a quello che diceva e a come trattava Alex in pubblico. Anche perché, dopo quell'incidente del "Grazie Piccola", tutti i loro amici erano sospettosi e sembravano ben attenti a ciò che facevano i due quando erano insieme. Non volevano dirlo agli altri per il semplice motivo che, soprattutto Fred, voleva risparmiarsi le battutine. Era sempre stato lui a fare battute e prendere in giro gli altri: non aveva alcuna voglia di esserne lui la vittima.


Fu il venerdì che Sebastian andò da sua sorella. Era in biblioteca, leggendo un grosso manuale sulle arti oscure nel Reparto Proibito a cui aveva avuto accesso grazie ad un permesso firmato dal professor Piton. 
"Facciamolo." Sebastian era davanti a lei, le mani poggiate sul tavolo e la guardava con sguardo deciso. "Andiamo a parlargli. Adesso."
Alexandra sorrise e chiuse il libro "dici sul serio?"
Lui annuì e Alexandra, felice di quella decisione, mise a posto il libro e si alzò.
Insieme, uscirono dalla biblioteca e salirono al quarto piano, dove in un'aula vuota li aspettava il loro fratello. 
Entrarono e chiusero la porta. Sebastian tirò fuori la bacchetta e lanciò un Incantesimo Imperturbabile su di essa, per far sì che nessuno potesse spiarli.
"Posso sapere perché sono qui?" il ragazzo, seduto su un banco, li guardò infastidito e annoiato. 
"Non fare l'antipatico, Malfoy. Dobbiamo parlare seriamente." I gemelli si voltarono e videro lo sguardo di Draco Malfoy scrutarli confuso.
"ma cosa.."
"Lascia parlare noi, per favore." lo interruppe Sebastian. 
"Ti sei mai chiesto perché, nonostante siamo gemelli, siamo così diversi?"
Draco si strinse nelle spalle indifferente. 
Alex prese la sua bacchetta e, per la seconda volta in pochi giorni, lanciò un incantesimo su se stessa. Si sentì percorrere da un brivido lungo la schiena, e quando aprì gli occhi, questi non erano più marroni ma grigi. E i suoi capelli non erano più ricci e neri, ma lisci come seta e argentei. Anche la sua pelle era leggermente più pallida. 
Draco la guardò, gli occhi sgranati dalla sorpresa.

"Non siamo americani e il nostro cognome non è Stone." Ammise Alexandra, posando la bacchetta. 
"16 anni fa, prima che nascesti tu, Lucius Malfoy e Bellatrix Lestrange ebbero un rapporto. Da quel rapporto nascemmo io e Alexandra, e Narcissa decise di prendersi cura di noi come figli suoi, a patto che Lucius le giurasse che una cosa simile non si sarebbe ripetuta. Bellatrix aveva chiesto a sua sorella di prendersi cura di noi. Lei non aveva nessun istinto materno per poterlo fare."
"Poi nascesti tu. Figlio legittimo di Lucius e Narcissa. Ma Narcissa decise comunque di tenerci con sé."
"Questo prima che Alexandra, all'età di quattro anni, mostrasse segni prematuri di magia. Ciò che insospettì Narcissa e Lucius, fu il fatto che lei fosse costantemente malata." Sebastian guardò Alexandra. 
"Poi capirono cosa c'era che non andava in me. Un giorno, a Villa Malfoy, ci fu un incidente. Un incidente causato involontariamente da me. Rischiai di uccidere Sebastian. E Lucius capì. Ero un Obscuriale. Incapace di controllare i miei poteri magici già da bambina. Questi ultimi si sono ritorti contro di me, generando un'entità oscura e parassita nota sotto il nome di Obscurus. Sai, coloro che sono vittime di un Obscurus possono causare devastazione intorno a sé se non si controllano. E' quello che ho fatto. Avevo solo sei anni, tu ne avevi appena cinque. Lucius e Narcissa ebbero paura. Paura di me e paura per te. Eri il loro figlio legittimo, e ti amavano con tutto il cuore. Mi mandarono via. Vollero tenere Sebastian con sé perché per loro ero troppo pericolosa. Ero solo una bambina."
"Andromeda Tonks, sorella di Narcissa e Bellatrix, si prese cura di lei. Era stata rinnegata dalla sua famiglia per aver sposato un nato Babbano, sapeva come ci si sentiva ad essere rifiutati dalla famiglia. Io la raggiunsi a sette anni, non volendomi separare da lei."
"Andromeda e Ted, suo marito, hanno fatto di tutto per me. Non hanno mai perso le speranze. Credevano in me. Mi hanno aiutata, sempre. Si sono presi cura di me e mi hanno insegnato a controllare i miei poteri. Ho passato l'inferno, ma ce l'ho fatta. Sono riuscita ad avere il controllo sui miei poteri e su me stessa, oltre ogni aspettativa."


"però non potevamo restare in Inghilterra. Avremmo iniziato la scuola e Hogwarts era l'ultimo posto dove potevamo andare. Così, a 11 anni, grazie ad Amos Diggory, andammo in America."
"Amos c'è sempre stato per noi. Siamo cresciuti insieme a Cedric, ci siamo sempre ritenuti cugini"
"e lo siamo, in un certo senso. Siamo lontani cugini."
"Ad ogni modo. Amos ci ha fatti arrivare in America e così siamo andati alla Ilvermorny. Non avevamo notizie da Lucius e Narcissa dal giorno in cui lasciammo Villa Malfoy. E noi iniziammo una nuova vita in America."
"Questo finché non è morto Cedric."
Alexandra chiuse gli occhi per un secondo, quel ricordo le faceva ancora male. 
Sebastian proseguì. "Abbiamo saputo del ritorno di Voldemort e siamo tornati in Inghilterra. Siamo stati vicini ad Amos, condividevamo lo stesso dolore."
"Andromeda contattò Silente. Gli raccontò di noi, evitando di dire che ero un Obscuriale. E così, grazie a lui, siamo entrati ad Hogwarts."
Non dissero a Draco dell'Ordine della Fenice e del ruolo che Sirius aveva avuto nelle loro vite. Non potevano dirglielo. 
Draco li guardava, a dir poco confuso e turbato. "Perché.." Ma non finì mai la frase. Le parole gli morirono in gola. Tutto quello non poteva essere vero.
"La tua memoria è stata modificata affinché non ricordassi nulla di noi. E lo stesso è stato fatto con la figlia di Andromeda e Ted." spiegò Sebastian. 
"E adesso sai tutta la verità" Sospirò Alexandra. 

The dark side.	//Fred Weasley [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora