Ne estrae due pistole.
"Cosa...cosa ci fanno quelle in camera tua?"
"Devo tenerle per occasioni come queste. Sai usarla?" fa porgendomene una.
"Cosa ti fa pensare che abbia preso lezioni su come usare una pistola?"
"Questa ha dei proiettili di gomma, non ucciderai nessuno. Seguimi e fai silenzio"
"Ok"
Scendiamo silenziosamente le scale finché non arriviamo davanti al muro della cucina.
"Chiudi a chiave il portone, così non può entrare nessun altro, io ti guardo le spalle"
Mi avvicino al portone e faccio fare un giro alla chiave, poi torno da lui.
Si affaccia e sgrana gli occhi per quello che vede, poi inizia a tremare.
"Che succede?" gli chiedo mettendogli una mano sulla spalla.
"Hanno legato mamma e papà"
"Quanti sono?"
"Tre"
Mi affaccio anche io per vedere.
Lara e Jim sono seduti su due sedie al centro della stanza, legati e con un bavaglio in bocca.
Due uomini sono dietro di loro, rivolti verso l'entrata della cucina, mentre il terzo cerca di stimolarli a dire qualcosa.
"Dove cazzo è Gabriel?" urla, ma i suoi genitori restano indifferenti.
"Avete tre secondi, poi inizierò a sparare. Partirò dai piedi" continua.
"Appena ti do l'ok, tu spara tutti i colpi che hai al tizio che urla, io penso agli altri due" dice Gabriel.
"Ok" dice tre secondi dopo mentre il tizio arriva al due.
Cerco di mirare alla testa, pensando che è un punto più delicato e che quindi possa fare qualcosa, ma 'il proiettile di gomma' gli perfora il cranio e l'uomo cade a terra, morto.
Istintivamente butto l'arma che Gabriel raccoglie subito per sparare agli altri due.
Rimango pietrificata.
"Cosa ho fatto?" riesco a dire in un sussurro mentre vengo circondata dalle braccia in cui mi sentivo tanto al sicuro.
"Scusa, scusa, scusa" continua a dire spingendomi la testa sul suo petto, come per cercare più contatto.
Vedo una lacrima cadere sulle piastrelle, ma non è la mia.
Sta piangendo.
Rimango a guardare quel punto del pavimento, come ho fatto per i cinque minuti precedenti.
In poco tempo anche Lara mi viene addosso.
Deve essersi riuscita a liberare, ma non riesco a dire niente, è come se mi fossi paralizzata.
"Cosa hai fatto?" sento urlare Jim, ma capisco che non si riferisce a me.
"Le ho dato la pistola sbagliata, mi sono confuso. Ho preso io quella con i proiettili di gomma. È tutta colpa mia"
"Portala di sopra, falla stendere" gli dice Lara.
Sento che si muove sotto di me e poi che mi solleva.
Chiudo gli occhi e mi addormento.Mi sveglio di soprassalto lanciando involontariamente un urlo.
Qualcuno vicino a me si affretta a tranquillizzarmi, e capisco che si tratta di lui.
Mi giro nella sua direzione e incrocio il suo sguardo.
Ha gli occhi lucidi e le guance bagnate.
"Cosa ho fatto Gabriel?" gli chiedo, sentendo le guance bagnarsi.
"Tu non hai colpe, è interamente colpa mia, tutta colpa mia" dice abbracciandomi.
"Ho ucciso un uomo!" urlo spingendolo "perché" un'altra spinta "me" un'altra "l'hai" un'altra "fatto fare!?!"
Non si muove.
Abbassa lo sguardo ma lo rialza subito dopo, puntando i suoi occhi nei miei.
Vuoto.
È l'unica cosa che riesco a vedere a differenza di qualche secondo fa.
Ha spento tutto.
"Sapevo che era un errore" dice atono alzandosi dal letto "ho chiamato Jake, sta venendo a riprenderti. È meglio per te se non ci vediamo più"
"Cosa?" lo guardo mentre Jake spalanca la porta.
Guarda Gabriel e poi viene da me.
"Gabriel che cazzo stai dicendo?!?" urlo mentre Jake mi blocca "sto già di merda, non puoi farmi questo" dico l'ultima frase in un sussurro, ma lui mi ignora ed esce dalla stanza.
"Perché?!" gli urlo dietro "perché?" singhiozzo sulla spalla di Jake.
Di sotto non vedo ne Gabriel, ne Lara, ne Jim.
Sento solo la presenza di mio fratello che mi sostiene e poi il contatto con il sedile della macchina.
In poco tempo arriviamo a casa.
"Mamma e papà torneranno settimana prossima" mi dice mentre scendo dalla macchina con il suo aiuto.
Arriviamo in camera mia e mi sistema sotto le coperte.
"Rimani con me?" riesco a dire quando lo sento andare verso la porta.
"Certo" fa stendendosi vicino a me.
"Cosa ho fatto?"
"Non è successo niente Jessica, stai tranquilla ok? Cerca solo di riposarti"
Chiudo di nuovo gli occhi, ma il volto di quell'uomo continua a tormentarmi.
Mi sveglio di scatto e non mi accorgo di aver urlato finché Jake non entra correndo in camera, abbracciandomi.La stessa storia prosegue per i tre giorni successivi.
Sto a letto tutto il giorno senza mangiare o bere.
O almeno non ne sento la necessità, Jake mi obbliga a farlo.
Mi alzo solo per andare in bagno.
Ogni volta mi vedo riflessa allo specchio e continuo a pensare di essere in essere orribile.
Mi vedo come un mostro.Il quarto giorno Jake invita Jordan perché pensa mi faccia bene parlare con lui, come è sempre stato.
Lo sento raccontargli tutto prima di entrare.
"Ehi" mi saluta il mio migliore amico sedendosi vicino a me "'come stai' e una domanda troppo banale?"
"Uno schifo. Non so cosa sia peggio: il fatto che ho ucciso un uomo o il fatto che il ragazzo che credevo di amare mi abbia abbandonata nel momento peggiore della mia vita"
"Non voglio difenderlo, ma credo che si senta parecchio in colpa, e ha pensato che lasciarti, portandoti fuori dalla sua vita, ti possa proteggere"
"Non voglio la protezione di nessuno! Voglio solo sentirmi bene, come sto solo con lui"
"Passerà tesoro. È normale a quest'età avere il cuore spezzato"
"Ma non doveva finire così" sento le lacrime pizzicarmi gli occhi e poi scendermi sulle guance.
Jordan mi stringe una mano e poi mi abbraccia, un po' in difficoltà nel decidere cosa fare.
"Sono un mostro"
"No che non lo sei. Quegli uomini avrebbero fatto del male a due persone a te care per un motivo inesistente. Tu hai salvato quelle persone e non devi affatto sentirti in colpa. Sei più forte di quello che pensi"
Passiamo la serata insieme: io piangendo e lui cercando di consolarmi.
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just a dream?
RomantikLa vita di qualsiasi persona è contornata da 'giorni si' e 'giorni no'. Ma sopratutto capita che un giorno si è felici mentre quello subito dopo ci si ritrova a sentire tutto il peso del mondo sulle spalle. Jessica è un'adolescente qualunque che rie...