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"Ehy ehy, guarda chi è tornata" dice Steven abbracciandomi "tutto bene?" mi sussurra.
"Si, grazie"
Scioglie l'abbraccio così da potermi lasciare salutare anche il fratello.
"Dov'è Theo?" chiede.
"È di sopra che dorme" gli risponde Gabriel facendo un cenno con la testa alle scale.
"È ora di svegliarlo" dice Steven correndo imperterrito verso la stanza del cugino.
"Ma si è appena addormentato!"
"Invece è più sveglio di te" urla Kyle dalla stanza uscendo con il bambino in braccio.
"Ora possiamo giocare tutti con la pista!" urla sorridendo.

Alla fine passiamo l'intero pomeriggio a giocare con Theo che era più che contento.
Gabriel ha continuato a lanciarmi occhiate ma non ne ho capito il motivo.

"Ti riporto a casa?" dice mentre butta poco delicatamente una macchinina nella scatola apposita.
"Fai piano!" lo ammonisce il fratello alzando un indice.
"Scusa scusa" ride lui arruffandogli i capelli facendolo arrabbiare ancora di più, tanto che esce dalla camera sbattendo i piedi.
Gabriel torna a dare la sua attenzione a me.
"Si, grazie"
"Ehy scusa, non sapevo sarebbero venuti" avanza verso di me e poggia le sue mani sulle mie braccia.
"Non c'è niente per cui scusarsi"
"Si ma...lascia stare" fa per uscire dalla stanza ma riesco ad afferrargli un braccio.
"Puoi aprirti con me"
"Lo faccio sempre"
"Non adesso"
"Sono solo infastidito. Noi stavamo...insomma"
"Non dobbiamo farlo per forza per stare insieme"
Annuisce e mi abbraccia poggiando la sua testa sulla mia mentre continua ad accarezzarmi un braccio.
"È che mi sei mancata, e ti sento più distante da quando sei tornata. Vorrei che fosse solo una mia impressione"
"Lo è! Gabriel io ti amo, posso ripetertelo all'infinito se vuoi"
Scioglie l'abbraccio per circondami il viso con le mani e baciarmi.
"Vi ho detto di non farlo più" dice Theo disgustato continuando a guardarci.
"Lo farai anche tu con la tua ragazza" gli dice Gabriel senza muoversi di un millimetro.
"No, bleh"
"Cambierai idea"
"Jessica dormi qua?" mi chiede speranzoso, al che il mio ragazzo torna a guardarmi con un accenno di sorriso sulle labbra.
"Va bene" mi arrendo "scrivo a Jake"
"Già fatto" sorride.
"Ma tu-"
"Si sono fantastico" si allontana da me sempre ridendo e scende al piano di sotto seguito da Theo.
Appena mi riprendo li raggiungo.
Lara è ai fornelli mentre Jim legge un giornale seduto a tavola.
"Ciao Jessica, non ti ho sentita entrare" dice senza distogliere lo sguardo dall'articolo che sta leggendo.
"È qui da più di cinque ora papà" gli dice Gabriel mentre Lara si gira a guardarlo.
"Lascialo stare, ti va di darmi una mano?"
"Certo"
Lego i capelli in una coda per evitare che mi cadano davanti agli occhi e mi pongo accanto a lei.
"Perché voi non andate in salotto?"
dice riferita ai ragazzi che si alzano sbuffando per seguire gli ordini della madre.
"È la donna che comanda, altro che l'uomo" si vanta continuando a pelare una patata.
"Che devo fare?" le chiedo osservando la rapidità con cui ha pelato una patata intera.
"Qui fuori ci sono delle piantine, puoi strapparmi un ramoscello della pianta più a destra?"
Faccio come dice e glielo porgo dopo averlo lavato.
"Grazie. In realtà non mi serve il tuo aiuto in cucina. A breve è il compleanno di Theo e non so cosa regalargli. Ho intuito che è un bambino intelligente, e tra tutti, tu sei quella con cui ha passato più tempo, magari sai darmi qualche idea"
"Io credo che una giornata in un parco divertimenti con voi lo renderebbe felicissimo" le rispondo convinta.
Stando con lui ho capito che non è cresciuto nel migliore dei modi, ma nonostante questo, non è un bambino di cui non andare fieri, tutt'altro.
"Si, ottima idea. Ti va di venire?"
"Forse è meglio se siate solo voi"
"Va bene, come vuoi. Puoi anche andare dai ragazzi se non vuoi guardarmi per tutto il tempo"
Vado in salotto dove sono tutti seduti a gambe aperte sul divano.
"Ha cacciato anche te?" dice Jim restando fisso sulla televisione.
"Eh già"
"Vieni qui" dice Gabriel battendo la mano sul pezzo di divano libero accanto a lui.
Appena mi siedo mi abbraccia con un braccio spingendomi verso di sè.

Vuole farmi svenire.

Dopo cena ci chiudiamo nella sua stanza non prima di aver giocato un po' con Theo e averlo messo a letto.
Mi butto a pancia in su sul letto con un lamento.
"Ho mangiato troppo"
"Mamma sostiene che tu abbia mangiato poco e niente e che quello che ha cucinato era poco perciò tu non ti sia saziata"
"Era poco?! Era così tanta roba cosi tanto buona. Mangerei i suoi piatti fino allo sfinimento"
"Questo dovresti dirlo a lei" ride mentre si toglie le sneakers per poi riporle nello scaffale apposito accanto all'armadio.
Si stende accanto a me, nella mia stessa posizione.
"Hai mai pensato a come sarebbe la tua vita in futuro?" mi chiede interrompendo il silenzio che si era creato.
"Spero come la immagino"
"Cioè?"
"Con un marito, due gemelli, una carriera da avvocato che mi farà diventare ricca e tanta felicità"
"Non mi hai mai detto che vuoi diventare avvocato"
"Non me l'hai mai chiesto. E tu?"
"Non lo so, se sono vivo è un traguardo"
"Perché pensi così? Hai una visione pessimistica della tua vita"
"Sono solo realista. Quello che abbiamo fatto non è stato astuto. Me ne pento ogni giorno di più, soprattutto di averti tirata dentro. Loris ha un sacco di soldi e conoscenze, ci metterà qualche mese ad uscire, e di certo non se ne starà buono in casa sua a trovare un lavoro normale"
Detto ciò ripenso al discorso con Lisa e l'ansia torna a tormentarmi.
"Ho paura" ammetto senza pensarci.
"Non devi averne, dovranno passare su di me prima di arrivare a te"
Non rispondo, è chiaro che sta solo cercando di tranquillizzarmi, ma sta volta le sue parole non ci riescono.
È una frase che ho letto e sentito così tante volte, tanto che ormai per me non ha più significato.
"Jessica guardami" giro la testa nella sua direzione e il mio sguardo si incastona al suo.
"Non ti succederà niente" ripete scandendo le parole.
Annuisco leggermente prima di essere avvolta dalle sue braccia.
In pochi secondi le mie labbra sono attaccate alle sue in un bacio dolce ma irruento.
Passa una mano sotto la mia maglia accarezzandomi il fianco mentre le mie vagano per la sua schiena.
Si posiziona su di me sorreggendosi sui gomiti, interrompendo il nostro contatto solo per levarsi la maglia e aiutare me a fare lo stesso.
Torna a baciarmi e con dei movimenti abili riesce a sganciare il ferretto del reggiseno e togliere i jeans che indossavo.
Arrivo all'elastico della sua tuta e riesco a sfilargliela a fatica mentre lui continua ad accarezzarmi il fianco senza mai staccarsi da me.
Si ferma un attimo per guardarmi e sorride.
"Ti amo così tanto"

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