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"Dai racconta!" esclama Michelle spuntando dalla cucina appena chiudo il portone.
"È simpatico, potrebbe funzionare"
"Funzionerà assolutamente!" continua lei aggiungendo anche un gridolino sta volta.
"Mich smettila di fare la sirena!" la richiama Jake dal salotto.
Lo raggiungo e vedo che è sul divano insieme alla piccola.
Dopo avermi messa in guardia su Sebastian se ne torna sopra portando con se Victoria.
"Tutto bene tra voi?" le chiedo buttandomi sul divano.
"Certo"
"Sembrate un po'...distanti?"
"È un po' arrabbiato"
"Perché?" indago.
"Vuole un altro bambino ma io non mi sento ancora pronta. Victoria è già un'impresa e ci vogliono soldi per mantenere un figlio. Ma se voglio studiare, non posso lavorare seriamente, e mi sembra di aver già chiesto troppo si tuoi genitori"
"Michelle se i soldi sono il problema, puoi stare tranquilla. Se invece non te la senti non devi sentirti obbligata. Jake capirà e prima o poi arriverà quel momento"
"Si, hai ragione"
"Ma se pensa già al secondo figlio, significa che è davvero cotto di te"
"Lo spero" ride "io vado a dormire. Ci vediamo domani" mi abbraccia e raggiunge Jake.

Una volta completamente sveglia mi vesto e vado all'università con Jordan.
Fa per dire qualcosa ma viene interrotto dal mio cellulare.

"Pronto?"
"Ehi, sono io" risponde Sebastian dall'altro capo del telefono.
"Ehii, dimmi"
"Sta sera sei libera?"
"Certo"
"Allora andiamo a prendere il gelato che ti ho promesso"
"Va bene, a dopo"

Jordan mi guarda e sorride.
"Cos'hai da ridere?"
"Te la fai con il capitano della squadra di nuoto"
"È carino, a contrario tuo"
"Vorresti dire che non sono carino?"
"Non lo sei affatto"
Liam ci affianca e stringe Jordan in un abbraccio.
"Di che parlate?"
"Del fatto che JD è un fastidioso insolente"
"Come te del resto" continua lui sempre ridendo.
Sbuffando sonoramente entrano in classe nel momento in cui guardo l'ora e noto che siamo leggermente in ritardo.

'20.30 sotto casa tua ; )'
Mi scrive Sebastian facendo squillare il mio telefono, al che il professore mi lancia uno sguardo assassino.

La giornata passa più lentamente del solito, soprattutto il pomeriggio.
Tanti pensieri continuano a torturami la testa e, decisa a porne fine, busso alla stanza di mio fratello.
"Devi farmi un favore" gli chiedo appena apre la porta.
"Certo"
"Devo mettere fine a questa storia una volta per tutte. Devi accompagnarmi in un posto"
"Va bene, prendo le scarpe e scendo"

In meno di cinque minuti, dopo avergli dato le informazioni stradali, ci ritroviamo davanti a quella che dovrebbe essere la casa di Gabriel Kade.
La struttura c'è, nonostante sia totalmente diversa.
Ma c'è.
"Jessica che ci facciamo qui?"
"Questa...questa era casa sua"
"Del ragazzo del sogno?"
"Si" abbasso la testa.
"Se vuoi puoi andare a suonare il citofono, ti risponderà la madre di Clay"
"Di Clay?"
"È casa loro"
Lo guardo e vedo che dice la verità.
"I nostri sogni si basano su fatti realmente visti o accaduti nella nostra vita. È possibile che tu sia venuta qua una volta, così l'hai sognata"
"Si, ora ne sono convinta. Possiamo tornare a casa"
Mette in moto l'auto e si rimette in strada, continuando però a lanciarmi occhiate.
"Ti va di parlarmi di lui? Ti farebbe bene sfogarti"
"Lui era il tuo migliore amico da sempre. Veniva sempre a casa a giocare alla play finché un giorno, subito dopo aver lasciato Claris, si è dichiarato a me e ci siamo messi insieme.
Era incredibilmente bello e dolce.
Era perfetto.
Ho passato i migliori e i peggiori momenti della mia vita con lui, ma sono di gran lunga di più i migliori.
Pensavamo già a un futuro con dei figli.
È davvero straziante il fatto che sia solo un sogno.
Pensavo di aver trovato l'uomo della mia vita" asciugo velocemente una lacrima dalla guancia prima che possa vederla, anche se a tradirmi è la voce.
Si limita ad annuire per poi cambiare discorso.
"Esci di nuovo con il tuo amico pesce sta sera?" chiede accennando un sorriso.
"Si, e smettila di chiamarlo così"
"Certo certo"

Scendo nel momento esatto in cui sento un clacson suonare e Jake imprecare perchè era appena riuscito a far addormentare Victoria.
"Buonasera" lo saluto entrando in macchina.
"Sei stata puntuale" dice meravigliato dopo avermi lasciato un bacio sulla guancia.
"Il gelato è troppo importante per essere rimandato" dico ridendo.
"Allora mi sbrigo"

Ferma l'auto nel parco del centro città e mi aiuta addirittura a scendere dall'auto.
"Che gusti prendi?" mi chiede quando iniziamo ad incamminarci verso il banchetto che vende gelati.
"Cocco e nocciola"
Alla fine quella domanda si rivela solo un trucco per offrimi il gelato senza che obiettassi in nessun modo.
"La prossima volta lo pago io"
"È un invito a uscire di nuovo?" dice ridendo indicando con lo sguardo una panchina libera.
"Chissà" rido anche io mentre mi siedo sulla panchina accanto a lui.

"Parlami un po' di te" mi dice ad un tratto poggiando un gomito sullo schienale della panca e girandosi verso di me, un po' più vicino di prima.
"Non ho niente da dire"
"Band preferita?"
"Coldplay, indiscusso"
"Cibo?"
"Hamburger con tanto bacon"
"Viaggio perfetto?"
"Un mese se non più alle Maldive"
"Mi stupisci sempre di più"
"È una dote segreta" rido abbassando la testa, ma quando la rialzo il suo viso è a un centimetro dal mio e il suo sguardo si è fatto molto più serio.
So cosa sta per succedere e non so se sono pronta.
Poi ripenso a oggi pomeriggio, e alla casa di Clay.
È stato solo un sogno e devo farmene una ragione.
Devo andare avanti e spero di riuscirci insieme a Sebastian perciò, quando le sue labbra sono quasi sulle mie, non mi tiro indietro, anzi, mi lascio andare.

Mi bacia dolcemente, non c'è traccia di malizia, tutt'altro, ma quel contatto finisce troppo presto per poter essere sicura di quello che ho sentito.
Senza staccare il suo sguardo dal mio, mi accarezza il fianco ma si ferma subito.
"Hai delle bende? Ti è successo qualcosa?"
"Si io...ho subito un incidente stradale e mi sono risvegliata da poco da un coma di due anni, da come dicono"
"Ecco perchè non ti ho mai vista in giro"
"È...si insomma, è un problema per te?"
"No, perché dovrebbe?" sorride.
"Non lo so, non capisco più niente"
"Riuscirei a respingerti solo se mi tradissi, per il resto, non ce la farei" dice serio "andiamo, ti riporto a casa, ma domani, ho gli allenamenti, spero che tu voglia venire"
"Certo!"
"Durano circa mezz'ora questa settimana, se vuoi posso invitare anche Lexie"
"Mi piacerebbe conoscerla meglio"
"Andata allora"

Prima che possa scendere dalla macchina mi lascia un altro bacio e ricorda dell'appuntamento di domani.
Forse stiamo correndo un po' troppo, ma devo dimenticare, e con lui potrei riuscirci.

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