"C-cosa?" balbetta Jake guardandola.
"Sono incinta" gli ripete lei, al che mio fratello si strofina la faccia con le mani.
Faccio cenno a Gabriel di salire con me al piano di sopra così da lasciarli soli.
"Lo immaginava" dice chiudendosi la porta alle spalle.
"È?"
"Quando siamo usciti mi ha detto di non essere stato particolarmente attento ma ha continuato a pensare che fosse improbabile dato che gli ha detto che aveva iniziato a prendere la pillola"
"Lei vuole tenerlo"
"Non riesco ad immaginarmi Jake padre. Insomma, Jake è Jake"
"Da sola non può farcela. È ingiusto anche nei confronti del bambino. Per un suo attimo di distrazione dovrebbe rimetterci anche lui oltre che a lei"
"Lo so però..."
"Jake è mio fratello e gli voglio un bene immenso, ma sono la prima a dire che a volte si comporta da immaturo, e adesso ne pagherà le conseguenze anche lui. Non può scaricarle tutte sulla sua ragazza"
Non gli lascio il tempo di ribattere perché esco fuori dalla stanza diretta al piano di sotto.
Vedo Jake salire le scale ma lo ignoro.
Michelle è sul divano che guarda il pavimento, penso, sull'orlo di piangere.
Mi siedo accanto a lei senza proferire parola.
"Ha detto che gli serve un minuto per pensarci"
"Sono dalla tua parte, ma dagli il tempo di metabolizzare tutto"
"Certo, è giusto così. Solo che...se non lo volesse, non saprei davvero cosa fare"
"Michelle in tutti questi anni l'ho rivisto bene solo accanto a te. Non credo che ti lascerà in così poco"
Veniamo interrotte dall'entrata dei ragazzi in salotto.
Jake si siede atterra difronte a lei e la guarda con un accenno di sorriso sulle labbra.
"Quindi diventerò papà?"
Un sorriso spunta sulle labbra di lei prima di abbracciarlo.
"Ma il nome lo scelgo io" le dice.
"Oh no" ci lasciamo sfuggire io e Gabriel.
"Cosa vorreste dire? Victoria è un nome bellissimo"
"E se è maschio..."
"Chase" continua sicuro.
"Beh dai, mi aspettavo peggio" commenta Gabriel.
"I tuoi lo sanno?" le chiede serio, perciò io e Gabriel decidiamo ancora una volta di lasciarli soli.
"Prima stavo parlando di Jake, non di me" dice appena metto piede nella stanza afferrandomi per la vita.
"In che senso?"
"Nel senso che ho detto quelle cose mettendomi nei suoi panni, io sarei felicissimo se tu aspettassi un bambino"
"Dici sul serio?"
"Sono serissimo"
Gli sorrido e in un attimo le sue labbra sono sulle mie.
"Basta parlare di bambini per oggi"
"Va bene, va bene" ride lasciandomi andare "ti va di andare da Tim's?"
"Ci sto"Quando torniamo a casa troviamo Jake e Michelle seduti sul divano con mamma e papà di fronte che si reggono la testa con le mani.
"Per noi non è un problema, anzi, però Jake cavolo!" sento dire da papà, ma non riesco a capire le emozioni che vuole esprimere.
"Papà, di certo non lo ha fatto apposta" mi intrometto difendendo mio fratello.
"Poteva stare attento"
"L'importante è che si assuma le sue responsabilità. Il resto non vi riguarda"
"Non è che lo stai difendendo perchè sei incinta anche tu?"
"Nono papà ma che dici. Basta parlare di bambini!"
Lancia un'occhiata minacciosa a Gabriel prima di alzarsi e andare in cucina.
Si alza anche mamma e va vicino a Michelle, poggiandole una mano sulla spalla.
"Tranquilla cara. Andrà tutto bene. Quando nascerà, tu e il bambino potrete stare anche qui. Non c'è nessun problema"
"Grazie, davvero"
Mamma le sorride e raggiunge papà.
"Vogliamo andare al mare per alleggerire la tensione?" propone Jake.
"Perchè no"La spiaggia è deserta.
Sarà perchè è autunno.
Ma questi sono solo dettagli.
Gabriel stende un telo sulla sabbia per poi sedercisi subito sopra per evitare che voli a causa del vento.
Mi porge una mano per obbligarmi a sedermi accanto a lui.
Una volta che la mia schiena è entrata in contatto con il suo torace, mi circonda la vita con le braccia e mi lascia un tenero bacio sulla guancia.
Jake e Michelle sono accanto a noi che discutono sul nome da dare al bambino.
Stranamente le proposte di Jake sono più allettanti di quelle di Michelle.
Starà a loro decidere.
"Non mi sono reso conto che questo è l'ultimo anno che trascorreremo in questa scuola"
sento dire da Gabriel a bassa voce.
Non me ne ero resa conto anche io.
"Che scuola prenderai?" gli chiedo.
Il mio cervello era fermo al terzo anno, perciò non ho mai pensato alle possibili università in cui andare dopo il liceo.
"Sarei voluto andare a Boston"
"Ma è..."
"Dall'altra parte dello stato, lo so. Ma prima non avevo niente che mi legasse qui. Ora c'è Theo. Ci sei tu. Sto cambiando idea. Tu?"
"Non lo so. Non ci ho mai pensato"
"Potremmo cercarne una che vada bene per entrambi, così da non stare troppo tempo lontani"
"Ottima idea. Aspettiamo di vederla con Jake"
"Certo"
Qualche secondo dopo lo sento iniziare a giocare con i miei capelli.
"Insegnami a fare una treccia"
"Non c'è niente di difficile"
"Non so minimamente come farla"
"Dividi in tre ciocche"
"Fatto"
"Ora accavalla le ciocche esterne verso l'interno, una alla volta, e continui così"Penso di aver perso la metà dei capelli che avevo in testa, ma alla fine qualcosa è riuscito.
Non so dire se sia una treccia o un nido per gabbiani, ma non mi lamento, mi limito a sorridergli.
Mi giro verso mio fratello e vedo che hanno entrambi gli occhi chiusi.
"Non possono essersi addormentati sul serio" gli dico.
"Erano molto stressati"
Io e Gabriel continuiamo a parlare delle possibili università in cui andare finché non tramonta il sole, momento in cui decidiamo di svegliare i ragazzi.
Tornati a casa, per spostare l'attenzione dal bambino, abbiamo parlato delle università anche ai nostri genitori, finché non è emerso un nome vincitore: la NorthCentral University.
Passiamo il tempo iniziando a scrivere la lettera da inviare, anche se la ultimeremo prima della fine della scuola.
Manderemo ovviamente altre richieste ad altre università, ma la speranza rimane.
Speriamo in meglio.
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just a dream?
RomantikLa vita di qualsiasi persona è contornata da 'giorni si' e 'giorni no'. Ma sopratutto capita che un giorno si è felici mentre quello subito dopo ci si ritrova a sentire tutto il peso del mondo sulle spalle. Jessica è un'adolescente qualunque che rie...