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Sebastian ha allentato di poco la stretta sul mio polso ma non sembra intenzionato a lasciarmi andare, mentre Gabriel è dietro di noi.

"Poi mi spiegherai tutto" sussurra Sebastian mentre varchiamo la porta dell'appartamento di Jake, liberandomi finalmente il polso.
"È successo qualcos-" inizia Jake seduto sul divano, ma si interrompe subito appena vede il suo amico.
Il suo sguardo è un misto tra stupore e felicità, ma ci mette un secondo ad elaborare e alzarsi per abbracciarlo.
"E quindi hai scoperto tutto" dice guardandomi.
"Si"
"Sei arrabbiata?"
"Abbastanza, si"
"Senti io..."
"Lascia stare, non fa niente"
Annuisce e torna a sedersi sul divano.
"Jake chi c'è?" chiede Michelle entrando nella stanza "Gabriel? Sei- sei tu?" continua sorridendo fino ad arrivare ad abbracciarlo.
"Mamma?" la chiama Victoria trascinando un passeggino nel quale dorme Shawn.
"Ciao piccola, quanto sei cresciuta!" la saluta Gabriel con un abbraccio che la lascia abbastanza spiazzata.
Poi si affaccia nella carrozzina e rimane per un po' a fissare Shawn che dorme.
"Tu chi sei?" chiede la piccola a Gabriel, ma non sento quello che le dice perché Sebastian mi trascina in cucina.
"Credo di meritare delle spiegazioni. Chi è quel tipo?"
"È un vecchio amico. Ci conosciamo da sempre, ed era il migliore amico di Jake"
"Non c'è altro?"
"Siamo stati insieme per un po'. Ma parliamo sempre di quasi dieci anni fa"
"Devo preoccuparmi?"
"Se provassi ancora qualcosa per lui, non avrei accettato di sposarti"
Annuisce ed esce dalla stanza.
Vedo Gabriel iniziare a socializzare con Victoria per poi seguirla nella sua stanza, scena che mi fa sorridere istintivamente.

"Restate per cena?" ci chiede Jake quando torniamo in salotto.
"Si" "No" diciamo contemporaneamente io e Sebastian.
"Perchè no?" gli chiedo.
"Ho appuntamento con degli amici"
"E quando avevi intenzione di dirmelo"
"Se non fossi sparita te lo avrei detto"
"Ok, come vuoi. Io ci sono" dico rivolta a Jake che mi rivolge un mezzo sorriso.
Ha qualcosa in mente, e non mi piace.

"Zia Jeje, lo sai che Gabriel è un poliziotto?" mi dice Victoria quando mi affaccio nella sua stanza per vedere cosa stessero facendo.
"Cosa?" domando sbalordita guardandolo.
"Si! Ha messo in prigione un uomo cattivo che ha sparato alla sua fidanzata"
"Tu hai-"
"Perché non ne parliamo dopo? Dai vieni a costruire un bracciale, non ci sto capendo niente" mi interrompe.
"Certo"

Dopo cena siamo restati un altro po per scambiare due chiacchiere, come ai vecchi tempi, ma ad un certo punto ce ne siamo andati così da poter far dormire i piccoli.
"Preferisci fare una passeggiata o venire nel mio appartamento?" gli chiedo una volta fuori.
"Passeggiata"

Iniziamo ad incamminarci verso il mio luogo preferito di questo quartiere.
"Le chiamano 'le terrazze'. Ora è buio, ma al tramonto sono qualcosa di pazzesco" gli dico sedendomi su una panchina, ammirando la vista.
"Ci vieni spesso?"
"Quando non sono impegnata, si"
Annuisce.
"Quindi sei diventato poliziotto" cambio discorso.
"Non un semplice poliziotto"
"Che vuoi dire?"
"Agente Gabriel Kade, FBI"
"Sei entrato nell'FBI?!"
"Proprio così" sorride abbassando la testa.
"Non dovrebbe essere una copertura segreta?"
"Non voglio più avere segreti con te" dice serio, facendomi nascondere un sorriso.
"Le cose tranquille non ti piacciono vero?"
"Sono troppo noiose" si gira verso di me "e tu sei riuscita a diventare avvocato"
"Sai anche quante volte vado al bagno durante il giorno?" gli chiedo ridendo.
"Ho provato a chiederglielo" ride riportando lo sguardo sulla vista.
"Come hai fatto a mandarlo in prigione?"
"Avevo te come prova di quel giorno più Jake, Michelle e i vicini come testimoni. Ho ottenuto un permesso per entrare in casa sua e nei suoi computer, così è venuto tutto a galla. Ha commesso vari omicidi. Uscirà da lì solo sotto forma di fantasma" mi guarda con un sorriso compiaciuto.
"Da quanto sei in servizio?"
"Tre anni"
"Quanti ne hai catturati"
"Oh tantissimi. Sono a capo di un'intera squadra"
"Wow"
"Wow?"
"Era il tuo sogno da bambino"
"Te lo ricordi?"
"Certo, come posso scordarlo? Andavi in giro vestito da carabiniere con il tuo cartellino dello stop in mano.
E sentiti ora. Il piccolo te è fiero"
"Come potrebbe non esserlo?" sorride, ma improvvisamente si fa serio.
"Ti ha fatto male?" mi chiede, e capisco subito che si riferisce agli spari.
"Un po di fastidio. Ma puoi togliermi una curiosità?"
"Dimmi"
"Quanto tempo sono stata in coma realmente?"
"Quattro mesi"
Annuisco.
"Mi dispiace" dice sussurrando "Io non avrei mai voluto che andasse così. Quando mi hai detto di essere incinta, iniziavo già a pensare a come sarebbe stato il nostro matrimonio. Tu, bella più del solito, e il nostro bambino che avrebbe portato le fedi" mi guarda "Se devo dirti la verità, avevo già pronto l'anello. Aspettavo solo il momento adatto"
"Non dovevi andartene"
"Lo so, me ne sono pentito ogni giorno di più. Ma ora stai con lui, sei felice. Non posso farci niente"
Distolgo lo sguardo dal suo.
"Cosa hai fatto tutto questo tempo?" gli chiedo per cambiare discorso.
"Ho studiato e sono entrato nella squadra"
"Non sei mai uscito con nessuna?"
"No" dice dopo qualche secondo di esitazione.
"Potevi..."
"Non ci riuscivo. Ci ho provato, più di una volta, ma avevo proprio un rifiuto. Ho smesso di provarci e a rifiutare tutte le ragazze che mi si avvicinavano nella speranza che prima o poi saresti uscita dalla mia testa. E forse vederti vestita da sposa ma con uno sposo diverso sarebbe stata l'occasione perfetta" accenna un sorriso.
"Gabriel io..."
"Nono, tu niente. Non devi assolutamente cambiare i tuoi piani per me"
"Ti sembra facile" sussurro.
"Deve esserlo, non farmi sentire in colpa più di quanto già lo sia"
Annuisco.
"Lui ti piace?" inizia ad indagare.
"Si, altrimenti non starei per sposarlo"
"Avete già programmato il vostro futuro? Come le coppiette che sanno esattamente cosa fare nella loro vita. Magari calcolano anche il giorno in cui concepire il bambino così da farlo nascere di un segno zodiacale preciso" ride.
"No, lui non ne vuole. O almeno non adesso che ha appena iniziato la sua carriera"
Lo sento ridere, ma non è una risata gioiosa, è più una risata da 'che grande cazzata'.
E probabilmente lo è, ma le cose si fanno in due.
"Dove starai sta notte?"
"Non lo so, avevo in programma di tornare a casa in realtà"
"Puoi dormire da noi se vuoi. Abbiamo una camera in più"
"E sei sicura che per lui vada bene?"
"Per forza"
Sorride tornando a puntare lo sguardo su di me.
"Ti spiace se andiamo adesso? Ho fatto sei ore di macchina e sono esausto"
"Certo, andiamo"
"Procurami un matterello, dovrò pur difendermi dall'ira di un fidanzato geloso"
"Sarò io ad ucciderti se non stai zitto" ride.
Mi giro per guardarlo e vedo il suo sguardo.
È tutto come prima.

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