Dopo avermi dimessa le giornate sono state tutte struggenti.
Non riesco ancora a credere a quello che è successo ma parlando con i vari dottori sembra proprio che io abbia inventato tutto.
Mamma e papà mi obbligano ad andare da uno psicologo almeno tre volte a settimana, ma quello che verranno a scoprire presto è che quando metto piede in quella stanza serro la bocca, tanto da non farne passare neanche un filo d'aria.
Non trovo gli psicologi stupidi, solo che non ne ho bisogno.
Per alcune persone può essere un mezzo di svago e non sono nessuno per giudicarli, anzi, quasi li invidio perché io non riesco a parlare dei miei problemi alle persone.Non mi fido, anche se la fiducia in questi casi serve a ben poco.
Sono nella stanza da dieci minuti credo e non ho ancora detto una parola, non che abbia intenzione di farlo.
Lo psicologo, il quale nome credo sia Vance, continua a farmi domande, ma non ho ne la voglia, ne la forza di rispondergli.Riesco a pensare solo a che gelato mangiare per merenda.
Come ad ogni seduta, passato un quarto d'ora, sbuffa quasi impercettibilmente e esce dallo studio, lasciandomi finalmente in pace.
Si, so che sta facendo il suo lavoro, ma ehi, gli sto letteralmente regalando dei soldi.
Se non parlasse durante la seduta sarebbero spesi meglio.
La prossima volta gli porto una mela.
"Come è andata?" mi chiede mamma con un sorriso appena le vado in contro.
"Come al solito"
"Ti senti meglio?"La guardo meglio e vedo che sorride ancora perciò decido di mentire.
"Diciamo di sì"
"Sono contenta per te"
Mi abbraccia e dopo avermi dato un bacio fugace sulla guancia, torna in macchina.Contro le mie aspettative, mi lascia a casa di JD.
Avevo già in mente di andare in letargo per le prossime dodici ore in seguito ad una scorpacciata di gelato al cioccolato, ma ovviamente, niente va mai come deve andare.
"Oggi sembri quasi una persona normale" dice lui abbracciandomi.
"Dammi subito una vaschetta di gelato" borbotto sulla sua spalla.
"Assolutamente no. Stiamo per andare ad una festa. Tranquilla, al vestito ci ho pensato io"
"Non è vero! L'ho preso io!" urla Liam dal salotto appena entriamo in casa.
"Sono solo dettagli. C'è Michelle di sopra, vatti a preparare, veloce!"Controvoglia salgo le scale e giro l'angolo diretta verso la camera per gli ospiti dove Michelle è sul letto assieme a Victoria.
"Ehi" la saluto per attirare la sua attenzione.
"Ciao!" mi sorride lei dandomi l'ennesimo abbraccio del giorno.
"Jake?"
"È a casa" dice soltanto prima di tornare a sedersi sul letto.
"Da solo?"
"Credo che uscirà con-" si blocca come se stesse per dire qualcosa di sbagliato.
"Con?" la incito a finire la frase.
"Con Clay, uscirà con Clay"
"Va bene. Fammi vedere questo vestito"
Si alza e si dirige verso l'armadio con un sorriso smagliante.
Il vestito in questione è abbastanza corto per i miei standard ma di un colore e un tessuto stupendi.
È verde pastello satinato e lei sa del mio amore verso i vestiti in seta.
Del resto è molto semplice: ha due spalline e un leggero laccio in vita.
"È stupendo" riesco a dire incantata da quella meraviglia.
"Si, lo è. Ma senza troppe chiacchiere. In doccia, subito"Una volta asciutti i capelli mi costringe a sedermi su una sedia di fronte a lei.
Inizia ad analizzarmi la faccia con un'espressione capace di mettermi paura, poi afferra la piastra e inizia a fare il suo lavoro.
Mi ha tenuta lontana dagli specchi quindi non so esattamente cosa stia combinando.Dopo avermi costretta a farmi anche truccare mi porge il vestito.
"Sei fantastica, davvero" dice appena finisco di allacciarlo.
Mi avvicino allo specchio e devo dire che ha ragione.
Ha trasformato i capelli in un ammasso di boccoli mentre riguardo il trucco è rimasta molto leggera, tranne che per un accenno di verde nell'ombretto.Prima di scendere al piano di sotto indosso un paio di tacchi bianchi lucidi e afferro una borsa dello stesso colore.
"Wow" si lascia sfuggire Jordan appena mi vede, seguito da Liam.
"Ho fatto un capolavoro" si elogia Michelle dietro di me.
"Hai fatto un miracolo, altro che capolavoro, prima era un sacco della spazzatura mentre adesso..."
"Grazie, mi hai davvero alzato l'autostima"
"Non c'è di che zuccherino. Dai andiamo"
"Pensavo che l'era di 'zuccherino' fosse passata" gli dico scherzosamente.Qualche hanno fa ha preso il vizio di chiamarmi così solo perchè gli ho detto che era un nomignolo stupido.
E lo penso ancora, ma adesso mi fa ridere."Non passerà mai zuccherino" risponde lui strizzando l'occhio.
In meno di venti minuti arriviamo di fronte ad una villa immensa.
"Potete almeno dirmi di chi è la festa?"
"Sebastian O'conner"
"Il capitano della squadra di nuoto?"
"Esattamente. Ci ha chiesto di portarti personalmente"
"Cioè mi ha invitata alla sua festa?"
"Si, hai problemi di incomprensione oggi?"
"È solo strano. A scuola mi evita"
"Sei troppo piccola per capire perché" ride iniziando ad incamminarsi verso l'entrata della casa come se appartenesse a lui.
Ad accoglierci all'entrata è Sebastian in persona.
Saluta velocemente Liam e Jordan mentre si sofferma un po' di più su di me.
"Ehi, speravo venissi" dice per poi darmi due baci sulle guance.
"Eccomi qua"
"Ti va di bere qualcosa?" chiede visibilmente imbarazzato, portando una mano dietro la schiena per grattarsi la nuca.
"Certo"Accetto per gentilezza, sia chiaro.
Non so se sono pronta ad una relazione dopo quel sogno.
Sono ancora troppo scossa dal fatto che Gabriel in realtà non sia mai esistito, ma devo farmene una ragione, devo andare avanti con la mia vita.Seguo Sebastian in cucina e lo ringrazio appena mi porge un bicchiere colmo di birra.
"Allora come stai?" chiede dopo esserci allontanati abbastanza dalla musica per poter dialogare.
"Abbastanza bene, tu?"
"Tutto bene grazie"
Segue un lungo silenzio abbastanza imbarazzante per entrambi.
"Vado a cercare Jordan" gli dico alzandomi dal muretto su cui ci eravamo seduti.
"Aspetta io...non sono bravo con le ragazze. Il punto è che tu mi piaci e speravo che sta sera avremmo potuto parlare per conoscerci meglio e magari uscire qualche giorno"
"Volentieri" sorride quando torno a sedermi accanto a lui.
Ha davvero un bel sorriso così come gli occhi di un verde acceso.
In se per se è un ragazzo molto carino alla quale vanno dietro molte ragazze.
È altissimo e grazie allo sport che fa ha un fisico niente male.
Per tutta la serata restiamo sul quello stesso muretto a parlare del più e del meno finché JD non mi richiama per tornare a casa.
"Grazie di tutto" gli dico alzandomi.
"Grazie a te. Martedì sera ho una gara. Ti va di venire?" chiede speranzoso.
"Ci sarò"
"Ti passo a prendere io?"
"Sarebbe perfetto"
"Ok, sei e mezza e sono da te. Prendo il tuo numero da Jordan così puoi mandarmi l'indirizzo"
"Va bene, a martedì"
Mi lascia un bacio sulla guancia prima che possa raggiungere i suoi amici a bordo piscina e io i miei che già mi aspettano alla macchina.
"Allora?!" chiede euforico Jordan.
"Ehi frena l'immaginazione"
"Cosa avete fatto tutto questo tempo? Avete già fatto-"
"Nonono cosa ti salta in mente! Abbiamo parlato e mi ha invitata alla gara che farà martedì"
"Ok, sei convincente. Ci andrai?"
"Ormai gli ho detto di sì"
"Perfetto"Ehii
come state?Non riesco a trovare pace riguardo la copertina del libro, tanto che ne avrò cambiate almeno sei, ma credo di averne trovata una decisiva.
Che ne pensate?Riguardo la storia...pensate che tra Jessica e Sebastian possa nascere qualcosa?
Potrà dimenticare Gabriel?
Buon proseguimento 💞
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just a dream?
RomantizmLa vita di qualsiasi persona è contornata da 'giorni si' e 'giorni no'. Ma sopratutto capita che un giorno si è felici mentre quello subito dopo ci si ritrova a sentire tutto il peso del mondo sulle spalle. Jessica è un'adolescente qualunque che rie...