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Sette ore dopo arriviamo finalmente alla nostra meta.
"Si è fatto tardi, andiamo domani mattina. Ci fermiamo in un hotel per sta notte" dice guardando il telefono per cercare un hotel nelle vicinanze.
"Ehm Gabriel" lo fermo.
"Mh?"
"Hai un hotel di fronte. Cosa stai cercando?"
Alza lo sguardo e sorride.
"Non lo avevo visto. Dai andiamo"
Immaginavo che saremmo rimasti una notte fuori, perciò ho preso un cambio.
Prima di raggiungerlo apro il portabagagli e ne estraggo uno zaino.
Quando lo affianco chiude la macchina e mi prende la mano.
"Salve" ci saluta una donna appena entriamo.
"Buonasera, c'è una stanza per due? Solo per sta notte"
Dopo averle dato varie informazioni ci da una chiave, indicandoci il piano.
"Sento che costerà un sacco di soldi" gli dico quando mi rendo conto di come sia strutturata e decorata bene la hall.
Immagino le stanze.
La nostra camera è al quarto piano, in fondo al corridoio.
"Wow" mi lascio sfuggire.
C'è un letto matrimoniale al centro della parete di sinistra. Sulla destra c'è una porta che da accesso al bagno, e un'altra che da accesso ad una piccola ma funzionale cucina.
Le pareti sono color oro con qualche punto di luce bianco, e a decorare l'ambiente sono due poltrone bianche che fiancheggiano un tavolino basso in vetro, e delle piante poste su delle piccole mezze colonne.
Nel bagno e nella cucina prevale il bianco.
Mentre ammiro la fantastica vasca da bagno che si trova nella stanza, Gabriel mi abbraccia da dietro, lasciandomi una scia di baci sul collo.
"Mi hai fatto urlare tutto il giorno" sussurra strofinando il naso sulla mia guancia.
"Sei tu che hai problemi di rabbia" dico gettando la testa indietro finché non entra a contatto con la sua spalla.
"Mh mh. Sei stata una bimba cattiva, adesso dovrò punirti"
Scoppio in una risata fragorosa seguita da lui che va a stendersi sul letto, non prima essersi liberato delle scarpe.
"Era pessima" dico continuando a ridere.
"Ho anche omesso 'daddy'" dice, facendo aumentare la mia risata.
Vado a stendermi vicino a lui, o meglio, su di lui, non riuscendo a smettere di ridere.
"Sei proprio un cretino" gli dico quando riesco a prendere fiato.
"Un cretino che ti ama tanto" dice serio guardandomi.
Dopo pochi secondi che sono sembrati un'eternità, si avvicina a me e mi trascina in un bacio dolce.
"Tu stai cercando di portarmi a letto"
Si allontana e si guarda intorno.
"Ci sei già" fa spallucce.
Gli sorrido e riprendo a baciarlo, finché veniamo avvolti dalle coperte.

"Alla fine sei sempre tu che porti a letto me"sorride accasciandosi vicino a me.
"Sei tu che inizi" dico circondandogli la vita con un braccio, poggiando la testa sulla sua spalla.
"Non rigirare la frittata" ride "adesso dormiamo. Ci aspetta una lunga giornata"

La mattina, dopo esserci cambiati e aver pagato l'hotel, andiamo in un bar per fare colazione.
"Tu che prendi?" mi chiede una volta seduti.
"Non lo so. È uguale. Non ho fame la mattina appena sveglia"
Alla fine ordina due ciambelle ripiene di cioccolato.
"Gabriel sono le 8.00!"
"Se non la finisci la mangio io" sorride.

Sorride finché non arriviamo di fronte al centro adozioni.
Gli prendo la mano che stringe con forza sovraumana, ma non glielo faccio notare.
"Non devi essere nervoso" lo abbraccio.
"Tu non lo saresti?"
"Io si, tu no" lo sento ridere "te la senti di entrare?"
"Prima entriamo, meglio è"
Mi riprende per mano ed entriamo.
"Buongiorno. Posso aiutarvi?" ci chiede una donna.
La stanza in cui siamo non è affatto accogliente. Non so se sia peggio il colore delle pareti o i divanetti in pelle marrone rovinati.
"Si..." dice nervoso, così gli stringo la mano e sento che ricambia la stretta "cerco Theo Kade"
"Umh...vedo se è ancora qui"
"Cosa intende con 'ancora qui'?"
"Siamo in un centro adozioni" dice lei quasi infastidita.
"Theo Kade, nato il 6 febbraio 2010?"
"Si" gli brillano gli occhi.
"Mi dispiace, non è più qui da qualche anno"
La felicità che vedevo nei suoi occhi due secondi fa sparisce, lasciando posto al vuoto.
Sembra che il mondo gli stia crollando addosso.
"Possiamo...sapere il nome di chi l'ha adottato?" le chiedo io.
"Non potrei, ma posso fare uno strappo. Un certo Loris Johnson, due anni fa"
Gabriel mi stringe la mano al punto di farmi male, poi mi trascina fuori dal palazzo lasciandomi a mala pena il tempo di ringraziare e salutare la donna.
"Quel lurido bastardo!" urla chiudendosi in macchina.
Mi affretto a salire anche io.
Dopo aver chiuso lo sportello, mi giro verso di lui e lo vedo in lacrime.
"Ehi" cerco di abbracciarlo per quanto posso data la posizione "vedrai che lo troveremo ok?" dico prendendogli la testa tra le mani, mettendo in contatto la sua fronte con la mia.
"Tu non capisci" distoglie lo sguardo.
"Allora fammi capire!" 
Prima che possa dire altro mi bacia. Riesco a sentire tutta la sua frustrazione e il dolore.
Mi fa male vederlo così.
"Scusa" sussurra abbassando la testa.
"Non devi scusarti. Sarei arrabbiata quanto te. Adesso torniamo a casa e andiamo a riprenderci tuo fratello"
Ride.
"Credi che sia così facile? Credi che appena ci presenteremo di fronte casa sua lo porterà fuori con un sorriso e che magari ci inviterà anche ad entrare per un caffè? Che casa sua non sia tempestata di bestioni armati? Che quando ti vedrà non penserà a nessun piano malvagio che ti comprenda? Andare da lui è un suicidio" conclude guardandomi.
"E chi ti ha detto che non abbia un piano?"

"No, no scordatelo" dice appena finisco di spiegargli ciò che ho in mente di fare.
"Ma funzionerà!"
"No!"
"Puoi fidarti di me ogni tanto?"
"Io non mi fido di loro, non di te. Quello che vuoi fare è da pazzi"
"E io sono pazza"
"Jessica, no" mette in moto la macchina e si immette sulla strada per tornare a casa.

Durante il viaggio riesco a convincerlo.
"È una pessima idea e me ne pentirò"
Pensa ad alta voce.
"Non mi farai dormire la notte"
Continua.
"Avrò i sensi di colpa a vita se ti succede qualcosa. Ma potrebbe funzionare"
Sospira.
"Quando hai intenzione di..."
"Settimana prossima" lo interrompo "domenica hai la partita e non ho nessuna intenzione di perderla" gli sorrido.
"Cosa dirai ai tuoi?"
"Saranno fuori casa per una settimana per lavoro"
"Perciò abbiamo tre giorni di tempo per prepararci, e una settimana per mettere tutto in atto"
"Esatto"

Arrivati a casa mia andiamo in camera di Jake.
"Ehi, allora vi ricordate di me" ci saluta mettendosi seduto "tutto bene?" chiede quando vede la faccia di Gabriel.
Gli racconta tutto, dall'inizio alla fine, omettendo alcuni dettagli.
"Col cazzo" quasi urla quando sente il piano.
"J non volevo neanche io, ma potrebbe essere la nostra opportunità per uscirne finalmente"
"Non mando mia sorella da sola in mezzo a quei cani bastardi"
"Non sarà sola. Liam andrà con lei"
Jake mi guarda.
"Tu sei completamente folle. Va bene. Quando accadrà tutto?" sospira sconfitto.
Ci mettiamo d'accordo sui giorni e su altri dettagli, poi scriviamo tutto su un foglio per evitare di dimenticare passaggi.
"Liam è già al corrente di tutto?" chiede mio fratello.
"Si, l'ho chiamato per strada"
"Ok, facciamo anche questa cazzata. Ma se poi qualcosa va storto, non provare a fermarmi quando cercherò di entrare in quella casa"

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