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Rimango a letto per altri due giorni, dopodiché decido di tornare a scuola.
Sono stanca di piangermi addosso.
Il volto di quell'uomo torna a tormentarmi tutte le notti.
Mamma e papà sono tornati qualche giorno prima, ma non sanno cosa sia successo davvero. Pensano che sia triste solo per la storia con Gabriel.

Gabriel.
Non lo vedo e non lo sento da quando mi ha lasciata, ma ogni tanto credo che chiami Jake e viceversa.
Non so di cosa parlino, ma almeno una volta per chiamata salta fuori il mio nome.
Se gli importa di me allora perchè mi ha lasciato sola?

Mi alzo dal letto e raggiungo il bagno.
Evito il mio riflesso allo specchio e mi chiudo in doccia nella quale rimango per almeno mezz'ora, dopodiché esco.
Jake è seduto sul lavandino.
"Ehi, ti hanno insegnato l'educazione?"
"Sono venuto a vedere come stavi"
"Come vuoi che stia?"
"Non devi per forza andare. Puoi rimanere a casa qualche altro giorno..."
"Voglio andare. Almeno mi distraggo un po'"
"Come vuoi. Ti aiuto con i capelli?"
"Si grazie"

Mi aiuta a preparami poi mi accompagna a scuola.
"Lui verrà?" gli chiedo mentre scendo dalla macchina.
"Non lo so" dice evitando il mio sguardo.
Vedo Jordan che mi aspetta all'entrata.
"Tu sei una folle. Hai la scusa per rimanere a casa e vieni a scuola. Ho tante cose da insegnarti ancora" vengo scossa da un lampo di divertimento, ma dura poco.

La mattinata prosegue normalmente. Appena supero il portone, alzo lo sguardo verso la macchina di mio fratello e lo vedo.
Una strana sensazione si fa strada in me.
È girato di spalle a parlare con Jake ma se ne va subito dopo.
Corro verso l'auto e Jake capisce subito.
"Cosa ti ha detto?" gli chiedo mentre sento le lacrime pizzicarmi gli occhi.
"Niente" mi liquida entrando in macchina.
"Jake ti prego"
Gira la chiave e torniamo a casa.
Mi chiudo in camera e mi appoggio alla porta mentre i singhiozzi prendono il controllo di me.
Struscio la schiena sulla porta fino a sedermi.
Con il minimo autocontrollo che mi rimane prendo il telefono e lo chiamo, senza ripensamenti.
Uno, due, tre squilli, poi scatta la segreteria.
Decido comunque di lasciargli un messaggio.
"...sappi che ti odio. O almeno dovrei odiarti perché mi hai abbandonata nel momento in cui ho più bisogno di te. Perché lo fai? Non dire che sia l'unica soluzione per tenermi al sicuro perchè ti giuro su quello che vuoi che vengo a prenderti a calci nel culo. Sei un pezzo di merda. Ti ho dato tutto per poi ricevere questo. Ti amavo così tanto da poter passare sopra ad una cosa del genere, ma solo con te al mio fianco Gabriel! Questa tua decisione non fa bene ne a te ne a me. A me soprattutto. Ho bisogno di te, del tuo conforto, delle tue parole. Non mi hai dato il tempo di capire e soprattutto di parlarti, ma non pensare minimamente che mi arrenderò. Io ti amo"
Premo su 'invia' prima di ripensarci e poi mi costringo ad alzarmi dal pavimento per andare in cucina.
Appena apro la porta vedo Lisa con un pugno alzato.
Probabilmente stava per bussare.
Non mi da il tempo di salutarla che mi abbraccia.
"So di Gabriel e...dell'uomo" dice sciogliendo l'abbraccio mentre io abbasso lo sguardo "va tutto bene Jessica, non l'hai fatto apposta. Non devi sentirti in colpa ok? Dai vieni di sotto"

Gabriel pov

Non la vedo da qualche giorno e già sento un vuoto dentro.
Ho fatto il possibile per non cercarla oggi a scuola, ma appena ho sentito dei passi veloci venire, pensavo, verso di me, non sono riuscito a contenermi dal girarmi e guardare.
Ed è li che l'ho vista.
I capelli scompigliati, le occhiaie, gli occhi gonfi e la pelle pallida.
L'ho ridotta io così.
Avrei tanto voluto andare lì e abbracciarla.
Dirle di nuovo che è solo colpa mia per non farla sentire responsabile di quello che è successo.
Metterle i capelli dietro l'orecchio e baciarla.
Ma non posso, devo lasciarla andare. Lasciare che trovi un ragazzo normale, che non sia incasinato come me.
Ma è così difficile...
Mi siedo sulla moto e aspetto che escano tutti per uscire.
Faccio per mettere in moto ma vengo bloccato da una chiamata.
La sua chiamata.
La tentazione di risponderle è alta ma riesco ad attaccare.
Ancora una volta mi fermo per pensare.
A riportarmi alla realtà è una notifica: mi ha lasciato un messaggio in segreteria.
Decido di ascoltarlo.
'...sappi che ti odio'
E come biasimarla, mi odio anche io adesso perché sono consapevole di star facendo l'esatto contrario di quello che un bravo ragazzo dovrebbe fare per la sua ragazza.
Ma non credo di avere altre scelte.
O almeno dovrei odiarti perché mi hai abbandonata nel momento in cui ho più bisogno di te. Perché lo fai? Non dire che sia l'unica soluzione per tenermi al sicuro perchè ti giuro su quello che vuoi che vengo a prenderti a calci nel culo. Sei un pezzo di merda. Ti ho dato tutto per poi ricevere questo.
Le parole mi arrivano direttamente al cuore, provocando una fitta sempre più potente ad ogni frase, come tante pugnalate.
Ti amavo così tanto da poter passare sopra ad una cosa del genere, ma solo con te al mio fianco Gabriel!
Quel 'ti amavo' è stata una coltellata più forte delle altre.
Questa tua decisione non fa bene ne a te ne a me. A me soprattutto. Ho bisogno di te, del tuo conforto, delle tue parole. Non mi hai dato il tempo di capire e soprattutto di parlarti, ma non pensare minimamente che mi arrenderò
Sto per buttare il telefono per terra quando sento le parole che speravo dicesse: io ti amo.
E li ho realizzato tutto.
Non posso abbandonarla.
Devo almeno parlarle, ma prima devo escogitare un piano.
Chiamo Jake che risponde subito.
"Ehi" mi fa.
"Devo parlarle"
"Non adesso. C'è Lisa e papà è altamente arrabbiato con te. Lisa sa tutto, non sono riuscito a nasconderglielo"
"Ok...ti dico cosa penso di fare, tu devi aiutarmi"
"Va bene, ha bisogno..."
Non faccio in tempo a sentire la fine della frase perché attacca di colpo.
Sarà caduta la linea.

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