Scelte sbagliate || Draco Malfoy

12.

Il primo ufficiale raduno di quello che il trio dei Grifondoro ribattezzò come Esercito di Silente, si tenne appena pochi giorni dopo che i ragazzi chiesero ad Ophelia Langdon di unirsi a loro. Non era un caso che Harry, Hermione e Ron avessero pensato subito a lei, una volta messo in cantiere il progetto al fine di realizzarlo concretamente: non solo la sua intelligenza e il suo essere ferrata nella maggior parte delle materie, soprattutto quella di difesa contro le arti oscure, costituiva più che una risorsa per loro; ma anche perché Harry poteva ben immaginare quanto per Ophelia potesse rappresentare un riscatto, non solo per poter essere in grado di difendersi in caso di attacco di Voldemort e dei mangiamorte, ma anche per finalmente dimostrare una volta per tutte – nel caso non fosse già scontato dopo tutti quegli anni — ai suoi compagni di Hogwarts quanto distante fosse da quel mondo, e soprattutto quanto si discostasse dagli ideali che avevano portato suo padre a scontare il resto dei suoi giorni ad Azkaban.

La prima lezione si tenne alla Stanza delle necessità, un'aula segreta al settimo piano, la cui porta appariva solamente di fronte a colui avesse davvero avuto la necessità di qualcosa. Cambiava costantemente aspetto in base a quello che una persona desiderava. Fu solo durante quel pomeriggio che Ophelia realizzò in quanti facessero parte dell'associazione: un numero indefinito di studenti, forse una cinquantina, di ogni anno e — quasi - di ogni casa: non fece a meno che notare di come fossero presenti studenti Grifondoro, Corvonero e Tassorosso, ma nessun Serpeverde. Ma non che la cosa, del resto, la sorprendesse davvero.

Tra i volti degli studenti ne scorse alcuni di conosciuti, suoi compagni dei corsi che frequentava, ma soprattutto, la sua attenzione fu catturata dai volti di Luna e di Mildred.

"Vi ringrazio per essere tutti qui oggi." esordì Harry, schiarendosi la voce e attirando l'attenzione di tutti i presenti, che rimasero in un religioso silenzio. "Voldemort è una minaccia per tutti noi, e sapersi difendere è di vitale importanza. Ahimè, le lezioni prettamente teoriche della Umbridge non sono particolarmente esaustive, dico bene?" chiese retorico, sollevando una risata generale.

Hermione e Ron si presentarono come insegnanti e introdussero anche Ophelia, che divenne rossa dall'imbarazzo non appena avvertì gli occhi dei presenti su di lei. La ragazza fece qualche passo in avanti per affiancare l'amica Grifondoro, che la prese amichevolmente a braccetto per farle coraggio.

"Sì, beh, ecco... sì, sarò più che felice di aiutarvi." balbettò, cercando di mantenere lo sguardo alto verso il gruppo che era posto di fronte a loro.

"Ophelia è senza dubbio la migliore Corvonero del quinto anno in difesa dalle arti oscure, dico bene?" rincarò la dose Ron, rivolgendole un sorriso incoraggiante.

"Hai perfettamente ragione, Ron." replicò Harry.

"Direi che possiamo iniziare, dunque! Vi divideremo in quattro gruppi, saremo i vostri quattro insegnanti. Al lavoro!"

Le prime due ore di addestramento scorsero con una certa lentezza per Ophelia, inizialmente: a lei fu affidato un gruppo di una dozzina di studenti, perlopiù facenti parte del terzo o quarto anno. Quel giorno, assieme al golden trio, si accordò che avrebbero affrontato con gli studenti l'incantesimo di disarmo Expelliarmus e lo schiantesimo Stupeficium. Prima di far provare agli apprendisti tali misure difensive simulando dei duelli, i quattro ragazzi fecero delle prove davanti a tutti. Harry e Ophelia si posizionarono ai due antipodi della stanza, mentre gli studenti osservavano la scena con curiosità, posizionati sulla destra e sulla sinistra della stanza.

"Ecco, vedete ragazzi, è tutta una questione di concentrazione e velocità. Vincerà sempre colui il quale avrà i riflessi più pronti e sarà in grado di sorpre-"

"Expelliarmus!" esclamò improvvisamente Ophelia interrompendo il suo discorso, intuendo in anticipo il giro di parole di Harry volto essenzialmente al farla distrarre. La bacchetta di Potter balzò con una certa velocità dalla sua presa e volò all'angolo della stanza.