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"Vuole ordinare qualcosa?"

"Non ancora, sto aspettando una persona, grazie."

Mancava circa un quarto d'ora alle venti. Malfoy era in un ritardo memorabile, e Ophelia, col passare dei minuti, iniziò a tenere in conto l'ipotesi che quella sera non ci sarebbe stato alcun incontro tra i due. Si promise che alle venti in punto avrebbe fatto ritorno a Hogwarts, e già si immaginava la scena madre che avrebbe fatto a Malfoy il giorno dopo per non averla avvisata che non sarebbe venuto. Accumulava sempre più tensione, una tensione che, fortunatamente, si placò nell'istante in cui, prendendo la sua borsa per andarsene, vide il ragazzo entrare nel pub della cittadina limitrofa alla scuola.

"Alla buon'ora." esordì lei stizzita.

"Ho avuto da fare, può capitare." replicò lui non curante, sedendosi alla panca in legno di fronte a lei, producendo un cigolio fastidioso. Indossava uno dei suoi soliti completi scuri, con uno di quei dolcevita di cashmere nero che gli avvolgeva il collo e una giacca elegante del medesimo colore e dal taglio dritto, che gli slanciava ancor di più la figura snella.

Ophelia lo guardò incredula, seppur fosse più che abituata ormai dopo anni a questo tipo di comportamenti di Malfoy. "Ma tu sai cosa sia il rispetto per gli altri?"

"Non mi sembra di averne mai sentito parlare." rispose, con un ghigno divertito. Il volto di Ophelia si incupì ulteriormente e capì che era il momento di farla finita. "Dai, arriviamo al punto, Langdon. Cosa vuoi?"

"Perché non ordiniamo prima?" contrattaccò lei, e chiamò con un cenno il cameriere per l'ordinazione.

"Desidera, signorina?"

"Due burrobirre, per favore."

Il cameriere si allontanò da loro per raggiungere la postazione bar, ed entrambi caddero nell'imbarazzo di un silenzio fin troppo assordante per qualche istante.

"Allora?" riprese annoiato Malfoy, sperando fosse la volta buona.

Ophelia prese un bel respiro e iniziò a parlare. "Sapevi che tuo padre e mio padre si conoscessero?"

Draco fece spallucce. "E con questo? Può darsi, andavano a Hogwarts insieme."

"Esatto." rispose lei. "Pare fossero amici, stando a voci di corridoio..."

"Langdon non sarò tuo amico solo perché alla nostra età probabilmente i nostri padri commisero l'errore di fraternizzare." partì prevenuto lui, con un tono sprezzante.

"Tranquillo, non corriamo questo rischio." lo tranquillizzò Ophelia, con un sorriso pieno di sarcasmo. "Dico solo che, beh... tuo padre saprebbe dirmi qualcosa in più sulla prima guerra dei maghi."

Draco s'incupì. "Mio padre non c'entra niente con quella storia." ringhiò.

"Non sto insinuando nulla, Malfoy." lo rassicurò, alzando gli occhi al cielo. "Penso solo che possa essere un ottimo modo per conoscere meglio mio padre, sapere cosa gli passasse per la testa..."

"Mio padre è una persona rispettabile e soprattutto innocente." continuò brusco.

"Ma non sto dicendo il contrario!" replicò lei, alzando il tono di voce così tanto da catturare l'attenzione di qualche persona seduta ai tavoli vicini.

"Sono per voi le burrobirre?" si intromise un altro cameriere, e al loro cenno di approvazione, le servì porgendole sul tavolo.

"Perché diamine pensi sempre che io voglia cercare lo scontro, Malfoy? Perché sei sempre così sulla difensiva?" sussurrò lei esasperata, per cercare di non attirare ulteriormente l'attenzione dei clienti curiosi lì presenti.

Draco sospirò non sapendo cosa ribattere. Ophelia era stata capace, ancora, di metterlo con le spalle al muro. Perché era così scontroso anche nel bel mezzo di una conversazione che la ragazza si sforzava di rendere il più pacifica possibile?

Ophelia si calmò e provò a riformulare il discorso. "Io non voglio intromettermi in questioni che non siano strettamente legate alla mia persona e al mio passato. Non mi interessa fare insinuazioni sui tuoi parenti, non mi interessa impicciarmi in questioni che non mi riguardano. Per farla breve, non me ne frega un cavolo di tuo padre."

Draco per la prima volta si sforzò di ascoltarla davvero e di comprendere il suo legittimo desiderio di conoscere le sue origini e un passato che le aveva cambiato inesorabilmente la vita.

"Io ne so quanto ne sai tu, per la cronaca..." mormorò lui, mantenendo lo sguardo basso.

Per la seconda volta nell'arco di soli due giorni, si fece canzonare dalla giovane Langdon e riuscì addirittura a fargli capire quanto fosse ingiustamente rude con lei. Si disse tra sé e sé che se mai fosse successa a lui una cosa del genere, avrebbe dato il tormento a chiunque per arrivare alla verità dei fatti e scoprire quanto più possibile del suo sangue.

"Io vorrei solo che tu provassi a metterti nei miei panni, per una volta, una sola. So che non è facile, non l'ha mai fatto nessuno e non pretendo certo che lo faccia tu.." riprese lei, con gli occhi arrossati, pizzicati dalle lacrime. "Avere informazioni da tuo padre significherebbe scoprire molto di lui, mi farebbe capire cosa l'ha mai spinto a preferire l'oscurità a me. Mi capisci?"

Draco per la prima volta in vita sua si sentì trafitto nel petto da mille lame, avvertì improvvisamente un peso sullo stomaco e che non gli permise neanche di finire di bere la burrobirra dal suo boccale. Stava forse provando per la prima volta empatia nei confronti del prossimo?

"Non posso prometterti nulla, sappilo." puntualizzò lui, rimanendo il più neutrale possibile e cercando di non far trasparire il suo evidente dispiacere nei confronti della ragazza.

Sul volto di Ophelia spuntò un flebile sorriso. "Il solo fatto che tu mi abbia presa in considerazione è già tanto per me. So quanto sia difficile per te.."

"Cosa?"

"Comportarti decentemente con le persone."

Draco trattenne una risata per orgoglio e continuò a mostrarsi duro come sempre. "Io sono più che decente con chi se lo merita."

"E io tipo che ho fatto in questi cinque anni per essere trattata male e non meritarmi il tuo rispetto, Malfoy? Il mio non-essere Serpeverde? Mia madre diventata babbana? Mio padre ad Azkaban? Il mio sangue non puro come il tuo? Cosa?"

In realtà neanche Draco lo sapeva realmente. Volendo dire la verità, non aveva idea del perché trattasse tutti male e provasse un odio naturale nei confronti di chi semplicemente non fosse la sua fotocopia. Se lo chiedeva più e più volte, soprattutto quando realizzava di essere terribilmente solo. Non seppe dare risposta a quelle domande provocatorie di Ophelia, perché non ne aveva una. Lei aveva ragione, ma non l'avrebbe mai ammesso.

"Io vado." comunicò lui, dopo istanti di silenzio.

"Va bene." rispose Ophelia, un po' delusa che quella sera fosse già terminata. In qualche modo, seppur insolito, parlare con lui era comunque una forma di compagnia. Qualcosa di senza dubbio migliore che passare il suo venerdì sera chiusa in stanza, senza nessuno con cui poter fare conversazione, scherzare o discutere di futilità. Ophelia vide Draco afferrare dalla tasca del suo cappotto il portafogli e lo fermò subito.

"Oh no, tranquillo, pago io, ricordi? Erano questi i patti."

Draco la guardò e accennò un sorriso, quasi intenerito. "Facciamo un'altra volta, magari. Felice week-end, Langdon." e si congedò, lasciandole delle monete sul tavolo, corrispondenti a quattro galeoni, il prezzo per entrambe le burrobirre. Incredula di quello sprazzo improvviso di gentilezza, lo guardò darle le spalle e andar via dal locale, realizzando di non aver nemmeno ricambiato il saluto.

Scelte sbagliate || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora