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Fiocchi di neve ricadevano lentamente sul suolo già totalmente ricoperto di bianco. Aveva smesso di nevicare da alcuni giorni, ma aveva ripreso a farlo proprio il giorno del solstizio d'inverno, non appena il buio calò già nelle prime ore del pomeriggio. Era uno spettacolo meraviglioso, vedere la neve scendere così copiosamente, soprattutto per chi non era abituato vederlo fare. L'inverno ad Hogwarts era qualcosa che Ophelia credeva che tutti, maghi o babbani, meritassero di vedere almeno una volta nella vita. Non si abituava mai a quel candore bianco, e ogni volta che capitavano forti nevicate come quella del 21 dicembre 1995, si sentiva baciata da una fortuna inestimabile, che non avrebbe mai avuto qualora il destino avesse voluto per lei una vita senza magia, confinata a Manchester. Osservava le colline scozzesi, uno dei paesaggi più belli al mondo, e dopo anni lì, non si capacitava come quella fosse ormai casa sua.

L'ultimo giorno prima delle vacanze di Natale aveva una aurea speciale. Ad Ophelia quel castello pareva immediatamente più caldo, accogliente, di quanto non sembrasse i restanti giorni dell'anno. Nell'aria si respirava odore di candele profumate all'arancia e i caminetti delle sale comuni sembravano riscaldare ancor di più di quanto non facessero già. Tutto quello che quel giorno invogliava fare, una volta terminati i bagagli, era rannicchiarsi su una poltrona davanti al fuoco, in compagnia di una coperta di lana, un tè alla cannella, un ottimo libro e possibilmente anche con un amico accanto che la facesse sentire meno sola nella sua bolla personale. Per la prima volta in cinque anni, però, la routine di Ophelia fu ben lontana da ciò che era dedita fare di solito.

"Ah! Ti prego, ti prego, ti prego..." implorò la ragazza, piagnucolando in una maniera a dir poco tragica.

"Vuoi star ferma, Mildred!? Come pensi possa aiutarti, altrimenti?" sbuffò scocciata Ophelia, dando un'altra forte stretta ai lacci che aveva in mano.

"Ho capito, ma non stringere così for- ah! Sto per morire!" esclamò con tono drammatico la sua compagna di stanza, e a quel punto Ophelia ci rinunciò, lasciando stare l'abito a balze rosa e ricco di fiocchi che Mildred aveva scelto di indossare quella sera.

"Ci rinuncio ufficialmente, fa come credi." rispose stizzita e alzando le mani in segno di resa, riferendosi ai lacci del corpetto a stecche del suo vestito, che, teoricamente, avrebbero dovuto essere strette molto più di quella che era la soglia di sopportazione della ragazza.

La fronte di Ophelia era perlata di sudore per la fatica e una vampata di calore le risalì lungo tutto il corpo, facendola andare a fuoco nell'abito che indossava, non di certo meno pretenzioso di quello della sua coinquilina: blu notte e interamente in tulle, molto simile a quello che aveva sognato. La particolarità, oltre al corpetto che le evidenziava la stretta vita, e le spalline, anch'esse in tulle, che le creavano una profonda ma non volgare scollatura a V sulla schiena, erano i piccoli ricami argento presenti sulla gonna: anziché rappresentate delle stelle a cinque punte, vi erano cucite tutte le principali costellazioni, tra cui quella per cui era stato dedicato il suo secondo nome, la costellazione della Lira. Sua madre le spedì il pacco tramite gufo appena tre giorni dopo la richiesta di Ophelia, con annessa spiegazione riguardante la sua scelta, che inizialmente non rispecchiava a pieno le aspettative della figlia: "Quando ho visto questo vestito, non ho potuto che pensare a te, penso ti rappresenti a pieno". E Ophelia non riuscì a non darle ragione: il vestito, una volta indossato, si accorse che superava di gran lunga le sue aspettative. Si sentì una principessa. Inoltre, aveva acconciato alcuni ciuffi di capelli con estrema cura in una treccia a corona che le ricadeva attorno al capo; i restanti, erano lasciati sciolti in onde morbide. Sia lei, che Mildred, optarono poi per un trucco che risultasse il più delicato e naturale possibile.

Il loro piccolo battibecco fu interrotto quando Ophelia si accorse che l'orologio segnava le 20 in punto, esattamente l'ora in cui si era data appuntamento con Harry, ai piedi delle scale della torre dei Corvonero, per poter fare insieme il loro ingresso nella Sala Grande. Lasciò il dormitorio prima di Mildred e con una certa eccitazione, finché non arrivò all'ultima rampa di scale, dove più riuscì a scrutare chiaramente Harry, in smoking nero, con gilet e papillon color panna intonati con la camicia, rimasto incantato dalla visione della ragazza che emozionata scendeva gli ultimi gradini per raggiungerlo.

Scelte sbagliate || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora