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Al termine delle vacanze, tutto tornò alla normalità. La solita routine, composta da lezioni, compiti e naturalmente dal riaffiorare di tutti gli studenti che occupavano Hogwarts. Una normalità che certo, mancava a pochi, se non a nessuno: con la ripresa delle lezioni, furono di nuovo ridotte all'osso le occasioni per Ophelia e Draco di poter passare qualche momento assieme. Se qualcuno l'avesse potuto osservare la mattina, rigirarsi nel suo letto e tastando la metà fredda in cerca del suo corpo, o affondando la testa nel suo cuscino, scovando ciò che rimaneva del suo profumo, nessuno avrebbe creduto si trattasse di Draco Malfoy. Nessuno, in primis coloro che più ritenevano di conoscerlo meglio, avrebbero mai potuto immaginare la Serpe capace di provare un attaccamento simile nei confronti di una ragazza.

Violet era la sua fidanzata da diversi mesi ormai, ma era più che palese, agli occhi di chi prestava più attenzione e da vicino, che la loro fosse una relazione forzata, che era semplicemente giusta, perché doveva esistere, non perché lo volessero. Non che qualcuno ne fosse realmente sorpreso; era la prassi per un purosangue trovarsi una compagna che potesse mantenere la linea di sangue pulita, e spesso questo capitava anche in giovane età. Violet Fernsby era letteralmente tutto ciò a cui un mago della levatura sociale di un Malfoy potesse aspirare, e Draco non poteva far altro che piegarsi ad un destino che già sapeva segnato prima ancora di conoscerla.

Più il tempo passava, più il ragazzo si rendeva conscio di essere sempre più piegato ad una serie di sentimenti verso Ophelia che mai avrebbe creduto di poter provare nei confronti di qualcuno, questo perché non solo non si credeva capace, ma non si riteneva neanche meritevole che questi potessero essere ricambiati. La dedizione verso una persona, la cura, l'affetto, la comprensione, l'apprensione, erano una sfilza di percezioni che lo rendevano più vulnerabile che mai, e ne era spaventato. Tutte cose che sarebbero dovute restare solo e soltanto sepolte dentro di lui e rese inaccessibili a chiunque avrebbe potuto sfruttarle come suo tallone d'Achille.

Il ritorno alla vita vera, la sveglia dopo quella settimana che parve a tutti gli effetti più un sogno che realtà, gravò come un pesante macigno sul petto di Ophelia, più demotivata che mai a toccare nuovamente con le mani la sua realtà, una realtà in cui era sola, i suoi amici la odiavano, Luna si limitava a chiederle se volesse dell'altro succo di zucca a colazione e Draco posava saldamente le mani sulle curve di una ragazza che non era lei. Si rese conto quanto quelle vacanze l'avessero resa ancor meno tollerante nei confronti della relazione che, per quanto pura finzione per Draco, le causava brividi di freddo non appena i suoi occhi si posavano su come lui in pubblico le stringesse la vita e le sorridesse fiero. I baci erano in quantità nettamente minore rispetto ai loro standard, erano passati i tempi in cui la coppia più invidiata di Hogwarts passava le pause delle lezioni a pomiciare in cortile, non vi erano più imbarazzanti momenti in cui si lasciavano andare a palpeggiamenti e atteggiamenti così spinti da far accapponare la pelle anche agli sguardi più libertini.

"Intendi pagarcelo il biglietto per lo spettacolo, Langdon?" gracchiò uno di quei giorni Violet, scovandola a fissarli passivamente prima dell'inizio della lezione, mentre si scambiavano effusioni fuori dall'aula. La sua risata acuta riecheggiò in tutto l'atrio, stordendo l'udito dei presenti. Draco stette al gioco - ovviamente - sogghignando con altrettanta perfidia, mentre i suoi occhi grigi si inchiodarono con i suoi non appena i due si diedero un ultimo bacio prima di salutarsi.

Ophelia passò le prime giornate di quella settimana prevalentemente in biblioteca, offrendo il proprio contributo a Madama Pince di sistemare i volumi lasciati fuori dai loro scaffali di appartenenza da studenti poco ordinati. Una piacevole sorpresa le scaldò il cuore, non appena trovò posato su uno dei banchi, ormai quando la biblioteca era in orario di chiusura, un perfetto origami a forma di cigno. Sorrise e si guardò intorno, senza però trovare nessuno. Sapeva già a chi appartenesse, e già sapeva essere un messaggio per lei. Lo disfò e riconobbe l'inconfondibile calligrafia in corsivo già dalla prima lettera maiuscola. Una calligrafia un po' disordinata, a tratti difficilmente leggibile, ma era la sua calligrafia. E quando veniva impiegata per darle un appuntamento, rigorosamente senza firma, era la più bella che avesse mai avuto il piacere di leggere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 09, 2021 ⏰

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