Scelte

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Erano le 23, mi trovavo davanti all'entrata del Rubik.
Io vestita "sobria" come sempre, con una gonna rosa e un top glitterato, Marco vestito con dei pantaloncini azzurri e una maglietta firmata Gucci.
Tutti ci fissavano e questo non faceva altro che farmi creare aspettative maggiori per la serata.
Entrammo all'interno della discoteca, luci soffuse e una cappa di fumo ci ricopriva.
Quello era il mio mondo.
Ordinai un black russian e tre chipiti alla vodka liscia, la festa aveva inizio.

Iniziai a ballare sin da subito sul cubo e intanto fumavo una sigaretta, l'alcool saliva nella mia testa e tutto si faceva sfocato.
Un altro drink e poi il terzo, tutto iniziava a girare.
A un certo punto mi strusciai su Marco, d'istinto gli accarezzai i capelli e poi gli feci dei grattini sul braccio. Lui si avvicinò e mi baciò.
In mezzo a quel casino riuscivo a sentire il mio cuore uscirmi dal petto, troppe emozioni, quel bacio me lo sarei ricordato.
Quando mi staccai dalle sue labbra lo guardai dritto negli occhi, forse per l'alcol o non saprei proprio, ma iniziai a baciargli il collo e poi iniziai a baciarlo sulle labbra, ma questa volta di mia iniziativa.
La situazione era crollata a picco, stavo baciando Marco, e non so perché ma era davvero bellissimo.

Mi sentivo libera di fare quello che mi pareva, non ero vincolata a niente e nessuno, ero felice.
Ballammo tutta la notte e ci baciammo altre sei o sette volte.
Era possibile che stavo iniziando ad avere una cotta anche per Marco?
In quel momento pensavo solo a divertirmi e nient'altro, alle conseguenze ci avrei pensato il giorno dopo.
Si fecero le 6 del mattino, ci salutammo e ognuno se ne andò a casa propria.
Non mi svestì nemmeno, mi buttai sul letto e collassai.

Alle 13 mia mamma bussò alla porta dicendomi che era pronto da mangiare.
Per fortuna non era entrata a vedere le mie condizioni.
Mi svegliai e andai subito in bagno a togliermi tutto il trucco e mettermi una maglietta decente.
Non avevo affatto fame ma mangiai comunque qualcosa per non far preoccupare i miei.
Verso le 15 andai al lido. C'era Marco che stava servendo al bancone ma decisi di non disturbarlo e andare dritta al mio ombrellone.
Ero davvero impanicata, non sapevo come avrebbe reagito Francesco e nemmeno cosa mi avrebbe detto se lo fosse venuto a sapere, per non parlare di Marco, non sapevo nemmeno come guardalo in faccia.
Mi trovavo davanti a due bei ragazzi, uno di 32 anni, con gli occhi azzurri e per cui avevo una cotta da più di due anni e dall'altra parte c'era il bello con gli occhi verdi che aveva 23 anni, con cui mi stavo divertendo da matti in discoteca.

La paura che avevo era che Francesco mi stesse solo usando per poi piantarmi in asso.
In fondo non mi aveva mai scritto a parte per metterci d'accordo sul vederci e poi non sembrava troppo interessato a me, non mi guardava come lo guardavo io. Probabilmente era cotto del mio corpo ma non della persona che ero.
Ero davvero intenzionata a scoprire la verità e capire se davvero gli piacevo o meno.

Invece con Marco ci sono stati solo molti baci, nessun contatto fisico ma con lui vedevo che c'era sintonia e un certo feeling. Sentivo che ci capivamo al volo e che aveva un modo di divertirsi simile al mio. Forse avrei dovuto iniziare ad uscire più spesso con lui.
Pensavo e ripensavo, intanto scrivevo a Marta consigli e l'aggiornavo su tutto.
Dopo poco che mi trovavo al mio ombrellone arrivò Francesco e si sedette vicino a me.

Francesco: "ciao"
Io: "ciao"
Francesco: "mi spiace se ti ho ferita, non era davvero mia intenzione ma avevo paura di quello che poteva dire Marco, insomma, da quando ci vediamo nessuno sa nulla"
Io: "lo so, nessuno sa nulla, però questo non toglie il fatto che potevi essere più gentile"
Francesco: "lo so, l'ho capito. Mi perdoni?"
Tra me e me pensavo che era stato davvero dolce a venire a parlarmi, che forse non mi stava usando e mi stavo creando paranoie su tutto. L'unica certezza che avevo era che avevo baciato Marco la sera prima e di certo non potevo dirglielo altrimenti avrebbe chiuso con me. 
Decisi di perdonarlo anche per sentirmi meno in colpa nei suoi confronti, così gli dissi che era tutto okay, di non preoccuparsi.
Mi abbracciò e tornò alla sua postazione.

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