Una cotta senza età

Ultima notte insieme

Ore 18
Tornai a casa con Francesco, entrambi più tristi che mai.
Quella sarebbe stata la nostra ultima serata insieme e in realtá non avevo molta voglia di divertirmi in giro, perció proposi a Francy di preparare la cena insieme e poi andare a rilassarci su un lettino sul mare e guardare le stelle, come agli inizi della nostra storia.

Ore 20
Avevamo iniziato a cenare da poco, e mentre mangiavamo, parlavamo del fatto che il tempo era volato alla velocità della luce e in un batter d'occhio eravamo arrivati alla fine di quella magnifica estate.

Io:" sai che in realtà questo è solo l'inizio vero?"
Francy:" certo che lo so. Non voglio pianti domani"
Io:" non te lo prometto"
Francy:" almeno provaci"
Io:" lo faró"

Ore 21:30
Francy:" amore sei pronta? Andiamo dai"
Io:" sì, eccomi, hai preso le chiavi di casa"
Francy:" si, eccole"
Io:" allora andiamo"

Uscimmo di casa, mano nella mano, con un senso di paura, di rassegnazione per quello che sarebbe stato domani.
Lo guardavo e non credevo davvero al per sempre, probabilmente avevo troppe paure represse, ma non glielo dissi in quel momento.

Lo amavo tremendamente, ma ogni volta che uscivamo per le strade, la maggior parte delle persone si fermavano a fissarci, forse perché quei 12 anni di differenza si notavano, ed ecco da dove derivavano le mie paure, dagli altri.

In realta gli anni di differenza non erano esageratamente tanti, ma questa cosa comunque continuava a premere sul nostro rapporto. A volte mi diceva "che cazzo hanno da guardare, non hanno mai visto due baciarsi" e questa cosa rovinava l'atmosfera.

A volte ci sentivamo sbagliati, anche mentre facevamo l'amore.
Io avevo avuto solo una relazione mentre lui aveva avuto una quantità industriale di donne e per questo sapeva sempre cosa dire e dove mettere le mani, mentre io ero più imbranata, e questo a lui eccitava parecchio, invece a me faceva sentire non all'altezza.

Avevo imparato a conoscerlo in quelle settimane e avevo notato che spesso non si comportava da fidanzato, ma da padre e anche se mi piaceva e spesso eccitava, sentivo che mi trattava in modo diverso, avendo quasi "paura" e mi proteggeva come uno scrigno.

Questo arteggiamento andava bene, ma unito all'animo a tratti "vecchio" che cercavo di svecchiare, mi aveva fatto rendere conto che eravamo di due generazioni completamente differenti. Io volevo solo divertirmi e ballare, mentre lui aveva altre preferenze.

Questo discorso lo portammo davanti a quei lettini sul mare, confrontandoci su questi punti.

Mentre parlavamo lo guardavo mentre contava le stelle, e in fondo vedevo un uomo con l'anima di un bambino con gli occhioni azzurri, che era diverso da me e forse era questo quello che mi attirava di lui, che non era un ragazzino ma un uomo.

Sapeva tanto della vita, mentre io no.

Da un lato era eccitante, dall'altro affascinante, nonostante la gente sparlasse alle nostre spalle sul "vecchio che ha abbordato la ragazzina", non sapendo che sono io, che ho 'abbordato' lui e questa credo sia la parte più divertente di tutta la nostra storia,

Su quei lettini ci baciavamo come se non ci fosse un domani e lasciammo da parte il discorso sull'etá, concentrandoci sulle coccole in riva al mare.

L'orizzonte era nero di fronte a noi, solo pochi pescherecci erano al largo alla ricerca di buon pesce per la mattina seguente.
Io e lui eravamo lì, stretti, a chiederci "e domani?", ma la veritá è che quando eravamo così affiatati, sapevamo che avremmo potuto sconfiggere ogni tempesta, perchè eravamo io e lui, insieme.

Il nostro legame non si sarebbe spezzato e lo sapevo, avremmo superato la distanza e i pregiudizi, insieme, in una valle di spensieratezza, godendoci il resto della nostra vita come quell'estate, essendo sempre noi stessi, non abbattendoci mai.

Francesco: "salti tu?"
Io: "salto io"

e così è stato.