Come una bolla

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Francesco: "tu sei pazza"
Io: "lo so, non a caso sono scorpione"
Francesco: "ripeto, tu sei totalmente pazza"
Io: "ed io ribadisco, sono pazza solo con chi voglio e tu sei quello con cui io voglio fare la pazza, sei il mio giocattolo"
Francesco: "dimenticavo, tu non sei solo pazza ma anche ubriaca"
Io: "anche, ma sono soprattutto una gran gnocca con un bel culo"
Francesco: "non credo tu ti renda conto, ora ti porto a casa e ti preparo qualcosa per farti passare la sbornia"
Io: "guastafeste"

Non so come ma in pochissimo tempo arrivammo a casa sua, come se ci fossimo teletrasportati. Sì, ero decisamente fuori di testa dopo sei shot, due drink ed assaggi di cocktail da sconosciuti.
Eravamo in cucina quando mi diede un bicchiere d'acqua. Le mie condizioni erano a dir poco imbarazzanti ma Francesco si prese cura di me nonostante anche lui fosse abbastanza brillo.
D'un tratto il buio.

Alle 11 mi svegliai, Francesco era accanto a me.
Io: "che è successo?"
Francesco: "buongiorno tesoro, bella sbronza vero?"
Io: "si abbastanza, ho un gran mal di testa"
Francesco: "ti prendo un'aspirina"
Io: "si grazie"
Mi alzai, andai al bagno a sciacquarmi il viso. Avevo le gambe a pezzi e il corpo che non seguiva i comandi della mia mente.
Io: "ho dei ricordi sfocati"
Francesco: "è normale dopo una serata del genere"
Mi diede un asciugamano e mi disse che se volevo potevo docciarmi, non me lo feci ripetere due volte.
Entrai in doccia, puzzavo di fumo e alcool in maniera incredibile, volevo levarmi quell'odore prima di tornare a casa.
Appena uscì mi fonai i capelli e mi misi un magliettone di Franci.
Verso mezzogiorno mi accompagnò a casa.

Appena entrai mia mamma mi venne incontro chiedendomi dove avessi dormito e le risposi che ero da una mia amica.
Ovviamente non mi credette, ma lasciò correre, vedeva che ero stanca e non voleva infierire ulteriormente.
Entrai in camera, mi misi dei pantaloncini e una canotta e andai a pranzo.
A tavola i miei non parlavano, allora iniziai a fare un discorso pensato sul momento.

"Ho conosciuto dei ragazzi fantastici, sono diventata loro amica e in questi giorni ci sto passando del tempo, sono brave persone"
Mia mamma mi chiese se era tutto okay, se qualcuno mi stava forzando a fare qualcosa che non volevo, ma le risposi che era tutto a posto.
Si tranquillizzarono, si fidavano di me.
Sono sempre stata la figlia modello, studiosa, coi voti alti, per bene, non avevano modo di pensare che io mentissi.

Mi avevano cresciuta fin da piccola con la paura che qualcuno potesse farmi del male, tanto che mi hanno rinchiusa in una bolla per anni. Ho dato il mio primo bacio molto tardi rispetto le mie coetanee, la sera dovevo sempre tornare per le 23:00 e la scuola veniva al primo posto.
Tutte quelle regole che mi erano sempre state imposte d'un tratto si erano volatilizzate, volevo vivermi la mia giovinezza e nient'altro.
Non mi aspettavo che mi sarei divertita così tanto e che due ragazzi come loro si sarebbero presi una cotta per me.

Una volta finito il pranzo mi appisolai in camera e per le 16 andai al Lido.
Appena Marco mi vide, si avvicinò a me e mi disse "alle 17 vieni sul retro, devo mostrarti una cosa".
Una richiesta particolare, ma senza nemmeno chiedergli cosa mi dovesse far vedere accettai.
Mi diressi poi alla postazione di Francesco, ma mi venne in mente che non lavorava, così andai sotto l'ombrellone ed aspettai le 17.
L'ansietta stava salendo, perché incontrarci sul retro del Lido?

Poco prima delle 17 mi arrivò un messaggio da Marco con scritto "vieni, ti sto aspettando" così lo raggiunsi.
Si trovava davanti ad una porta chiusa e mi disse che aveva la chiave per entrare in quella stanzetta.
Aprì la porta, entrammo e la richiuse subito.
Marco: "sei curiosa?"
Io: "certo"
Marco: "perfetto, allora chiudi gli occhi"
Li chiusi e lui iniziò a baciarmi.
Mi prese in braccio e mi appoggiò sul tavolino accanto a me.
Mi spogliò e mi leccò per un bel po'.
Iniziò ad infilare le dita. Stavo iniziando a fare strani versi ma disse che se non stavo zitta lo avrebbero licenziato.
Si mise un preservativo, mi guardó e mi chiese se anche io volevo farlo con lui. Non risposi, lo baciai e basta.

Era un gioco erotico che mi piaceva, un luogo proibito dove dovevamo assolutamente fare silenzio, se qualcuno ci scopriva era la fine.
Iniziò ad entrarmi dentro e spingere lentamente.
La delicatezza dei movimenti, le lingue che si intrecciavano, i succhiotti, era un tipo di rapporto diverso rispetto Francesco che era più violento.
La differenza era evidente, entrambi avevano gusti diversi ma a me piacevano proprio per questo.
Non rimanemmo a lungo in quella stanza, la paura era tanta così ce la sbrigammo in 10 minuti.

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