La persona che non ti aspetti

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Francesco: "che succede?"
Io: "guarda dovevo parlarti. Non è giusto continuare a fingere che sia solo attrazione fisica. Sento che siamo in sintonia, i nostri pensieri su molte cose sono molto simili e adoriamo entrambi fare pazzie. Forse piano piano potremmo pensare ad impegnarci seriamente"
Francesco: "tesoro tu mi piaci lo sai, ma da qui a parlare di relazione c'è un oceano.
Non ci conosciamo bene, noi ci viviamo solamente a tratti e non sai ancora molte cose di me, in più tu sei in vacanza ma questa per me è la mia vita.
E non parliamo del fatto che siamo lontani, che io ho molti anni più di te e che nessuna delle nostre famiglie approverebbe.
Non ha senso nemmeno provarci, nemmeno iniziare qualcosa.
Io con te mi trovo davvero bene ma non so se è il caso, visto tutti questi punti a sfavore, di iniziare a frequentarci sul serio"

Dopo queste parole rimasi scioccata.
Ero convinta che io gli piacessi molto di più che per una scopata. Con me rideva, si chiacchierava di cose importanti, c'era armonia.
Per lui tutto questo non contava nulla? Lo faceva solo per passare il tempo con una giovane ragazzina?
All'inizio anche io pensavo che non poteva scattare nulla ma col passare dei giorni, cominciavamo a cercarci entrambi, con gli sguardi, con le parole, pensavo che ci stavamo innamorando.
Mi sentì schifata e usata come uno straccio e poi gettato via.

Non mi meritava affatto e non meritava nemmeno il mio tempo.
Il tempo per divertirsi era finito ed io avevo smesso di giocare.
Avevo passato giorni indimenticabili, tra coccole e passeggiate mano nella mano, ma tutto era finito.
Io: "grazie della sincerità, dopo tutto quello che mi hai detto forse è molto meglio non parlarci più e fare finta di nulla"
Francesco: "no, non dire così, io voglio rivederti nei prossimi giorni"
Io: "nemmeno se mi supplichi di restare, ci si becca in giro, ovviamente ti saluterò per educazione ma nulla di più, buona serata"

Me ne andai di fretta e furia, volevo allontanarmi da lui.
In quel momento capì come si era sentito Marco poco tempo prima, mi sentivo uno schifo perché un altro aveva fatto lo stesso con me.
Avevo perso entrambi e non si poteva più tornare indietro.
Sulla  strada per tornare a casa avevo riflettuto sugli errori che avevo fatto e sulle cose che potevo evitare però mi convincetti che non era solo colpa mia.

La cosa positiva era che non avrei vissuto col rimpianto di un qualcosa che non avevo fatto, perché mi ero goduta a pieno ogni singolo momento.
Rientrai in casa e mi misi subito sul letto.
Negli ultimi giorni erano successe più cose che in 20 anni di vita e da un lato ero felice di questo, ma anche molto perplessa per la situazione che si era creata di cui nessuno era a conoscenza.
Pensavo alla mia migliore amica che non sentivo da giorni e non sapeva nulla, il giorno seguente l'avrei sicuramente contattata per informarla di tutto.

Mi sentivo distrutta dentro, non sapevo davvero con qualche faccia sarei tornata al lido, l'unica cosa di cui ero certa era che i giorni seguenti sarebbero stati davvero stressanti.
Dovevo fare del mio meglio per rendere quella vacanza il più accettabile possibile.
Il giorno dopo mi svegliai, pranzai e per le 14 andai verso il lido.
Passai davanti al bancone, Marco non mi salutò nemmeno, così feci altrettanto.
Mi sdraiai sul lettino e misi i miei occhiali da sole così da non far capire la direzione dei miei occhi.

Vidi Francesco alla sua postazione, ma decisi di non avvicinarmi nemmeno.
Andai in acqua, feci una breve nuotata ed uscì, il tutto senza guardarlo minimamente.
L'aria era davvero pesante ed io non sapevo come uscire da quella situazione.
Chiamai la mia migliore amica che rispose subito.
Le raccontai a grandi linee la situazione, non sapeva nemmeno cosa commentare.
Mi disse che avevo commesso moltissimi errori, ma questo già lo sapevo, non mi stava aiutando.

Non c'erano più cose giuste o sbagliate, ma solo situazioni che si erano create in cui tutti avevamo commesso delle azioni. Non era giusto che mi accusasse di tutto, quando io alla fine dei conti avevo cercato di comportarmi bene sia con Francesco che con Marco.
Accettai le critiche, attaccai il telefono e iniziai a riflettere sul da farsi.
Si fecero le 22, non avevo nessuno con cui uscire, così mi incamminai verso il centro per bermi un drink e dimenticare i miei problemi.
In quel momento l'alcool mi sembrava l'unica soluzione ai miei problemi.

Mi sedetti su uno sgabello di un pub e ordinai un paio di shot di tequila.
Il primo lo mandai giù senza pensarci due volte, col secondo invece aggiunsi il sale e il limone.
Non sapevo se volevo schiarirmi le idee oppure dimenticare entrambi, ma in quel momento l'ultima cosa che volevo fare era riflettere sui miei errori.
In realtà non ho mai pensato che quelle "storie" fossero errori, al massimo era solo divertimento finito male, ma non errori.
Trascorsi la mia serata in quel pub, tra uno shot e l'altro, non pensando a nessuno.

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