Un muro davanti a me

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Di corsa verso la farmacia.
In macchina, dopo le urla iniziali, improvvisamente nessuno parlava.
Ero seduta nel sedile del passeggero e fissavo il vuoto mentre singhiozzavo, avevo la mente completamente vuota, mi sembrava tutto ingiusto.

Arrivati davanti alla farmacia, parcheggió la macchina e prendendomi per mano mi disse "saremo forti" ed entrammo.

Ad accoglierci, una giovane farmacista che stava sistemando dei prodotti in uno scaffale.
Farmacista: "posso aiutarvi?"
Io:" si guarda, volevo chiederti se avevi la pillola del giorno dopo"
Farmacista:" si certo te la prendo subito"
Io:" grazie"
Farmacista:" sono 16,45€"
Francesco:" pago col bancomat"
Farmacista:" certo"

Le mie mani sudavano dall'ansia.
Presi il prodotto e tornai alla macchina.
Io:" non ho mai preso questa pillola, torniamo a casa e leggiamo le istruzioni"
Francesco:" certo"

Il tragitto verso casa fu angosciante, quasi surreale.
Una volta arrivati a casa mi stesi sul divano e lessi il foglietto illustrativo.
Dovevo prendere la pillola con un po' d'acqua, così chiesi a Francesco di prendermi un bicchiere.

Mandai giù la pillola senza pensarci troppo, e tirai un sospiro.

Io:" oggi è un giorno triste per me, forse ho ucciso una creatura"
Francesco:" amore non dire così, ti ho già detto che forse mi sbagliavo e non è successo niente, non è così semplice rimanere incinta e anche se lo fossi rimasta, in pancia ora non hai nessuno, se non un ammasso di piccole cellule tutte attaccate, quindi davvero, non preoccuparti"

Aveva ragione? Non saprei. L'unica certezza che avevo fino a quel momento eravamo io e Francesco che stavamo vivendo quel momento che a prescindere da tutto, avrebbe segnato entrambi.

Mi chiusi in bagno, esausta e senza forze. Tutta quella giornata era stata assurda, non riuscivo ancora a elaborare l'accaduto.
Aprì il rubinetto e mi buttai dell'acqua gelida sul fiso mentre mi ripetevo che era tutto finito.
Francesco entrò in bagno e mi abbracció. Sentivo il suo calore che mi circondava, mi dava forza. Non era stata colpa sua, le cose si fanno in due e di certo non era giusto addossargli tutte le colpe, così quando finalmente mi tranquillizzai, tornai sul divano e lo aspettai, per parlargli da persona civile.

Io:" francy, siediti accanto a me, ti devo parlare"
Francesco:" parlare, oppure ricominci a urlare come prima in macchina?"
Io:" francy mi dispiace per tutte le parole orrende che ti ho detto, non volevo ti giuro, ma ero presa da un attacco di panico incredibile e non riuscivo a controllare le mie emozioni"
Francesco:" io capisco tutto, non c'è bisogno che ti scusi. Ho cercato fin da subito di essere tranquillo e non farmi prendere dall'ansia, perchè sapevo che dovevo essere forte anche per te e non perdere la testa. Per fortuna il mio comportamento in fin dei conti ha aiutato e finalmente ti sei calmata"
Io:" sì ora sono molto più tranquilla e ti ringrazio"

Sprofondai sul suo divano, con la voce di Barbara D'Urso in sottofondo che intervistava qualche personaggio famoso.
Quella era diventata la mia vita, la mia quotidianità, dovevo crescere e rendermi conto di ció che avevo attorno ma sopratutto dovevo farlo in fretta, perchè accanto non avevo un ragazzino ma un uomo molto più grande di me e di certo a starmi sempre dietro come un padre, si sarebbe stancato.

Questa situazione mi aveva fatto capire che dovevo crescere e affrontare da adulta le situazioni difficili, perchè era solo così che sarei diventata una donna matura, abbastanza da poter affrontare quella storia con Francesco.

Chiesi ancora scusa a Francesco, e poi tornai in camera da letto e feci la stessa cosa che avrei fatto se fossi stata in camera mia a Torino, mi chiudi a chiave dentro, mi sdraiai sul lettone e iniziai a fissare il soffitto.

Una cotta senza età Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora