Una donna libera

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Tornai a casa più triste che mai, era ormai passata la mezzanotte, entrai in camera mia, mi tolsi i vestiti di dosso e indossai una magliettona lunga che faceva da "pigiama", mi struccai e mi accostai sul letto.
Mentre cercavo di dormire sentii i miei parlare sulla data del nostro ritorno a Torino.
Spalancai gli occhi, andai vicino alla porta e origliai i discorsi di mia madre.
Mamma:" Luca, secondo me dovremmo tornare tra un massimo un paio di giorni, nostra figlia è cambiata completamente dall'inizio della vacanza ad ora, credo ci stia nascondendo qualcosa e sono molto preoccupata"
Papà:" Si amore hai ragione, magari domani ne parliamo anche a lei e vediamo cosa ci dice".
Ero perplessa, la vacanza era quasi giunta al termine ed io sentivo di aver lasciamo tutto in sospeso.

Mi alzai ed entrai nella camera dei miei genitori, spalancai la porta e iniziai a piangere disperatamente.
" È la vacanza più bella della mia vita, non possiamo andarcene proprio ora! Ho degli amici, sto conoscendo persone nuove, vado a ballare, questo è il mio momento di svago dopo tutti i mesi che sono stata piegata sui libri a studiare"
Papà: " tesoro noi sappiamo che ti stai divertendo e stai facendo le tue esperienze, vogliamo solo sapere se è tutto okay"
Io: "lo so papà hai ragione, ma io sto bene, non preoccupatevi"
Chiusi la porta della loro camera e tornai sul mio letto.
Avevo le lacrime agli occhi, speravo che i miei genitori capissero l'importanza di questo viaggio per me
Il mattino seguente, dopo una bella colazione, andai al lido e pensai semplicemente di vivere alla giornata, senza preoccuparmi troppo.
Feci tutte le cose che mi rendevano felice, nuotai, feci una lunga passeggiata e mi unì a degli animatori per seguire dei balli di gruppo.
Durante uno di questi balli incontrai una ragazza di nome Carla che non vedevo dall'estate precedente e che ho sempre considerato la mia "migliore amica del mare".

Carla: "Annalisaaaa dopo un anno ti rivedooo, mi sei mancata un sacco!"
Io:" Carlaaa anche tu tantissimo, allora come stai? Quando sei arrivata?"
Carla: "sono arrivata ieri, resto a San Benedetto un paio di settimane, tu invece?"
Io:" beata te, io dovrei tornare a casa domani, ma penso che riesco a convincere mamma e papà a restare ancora due o tre giorni"
Carla:"dai sono felice, così almeno andiamo a ballare e ci divertiamo un po' insieme come ogni estate"
Io:" esattamente, non vedo l'ora"
Carla:" allora, cosa mi racconti di bello? Te lo chiedo perchè la tua faccia parla troppo, che ti è successo?"

In effetti come potevo darle torto, avevo il cervello in tilt, ma almeno con il suo arrivo vedevo una boccata d'aria fresca in tutto sto casino.
Io:" beh, ho fatto un gran casino con due ragazzi, ho fatto il doppio gioco e mi sento anche un po' "sporca" moralmente, soprattutto perché sono andata a letto con entrambi nello stesso periodo e so che non è giusto ma l'ho fatto ugualmente, sai è brutto da dire però mi sento un po' una troia in questo momento."
Carla:" ehy ehy Annalisa, ascoltami bene, tu non sei affatto una troia, okay?
Sei una giovane ragazza che sta scoprendo la sessualità e il sesso, che sta esplorando la vita, com'è giusto che sia. Non hai sbagliato e non stai sbagliando, okay?
Sei una donna libera e soprattutto non siamo nell'ottocento dove le donne devono fare sesso solo con l'uomo che dovranno sposare in futuro e devono fare le caste del cazzo, assolutamente no!"

Io:" ti ringrazio per le tue parole e so che hai ragione, forse mi sento così perché non avevo mai avuto un'esperienza simile e mi sono lasciata andare"
Carla:" tesoro, tutto quello che hai fatto è giusto, è tutto perfetto, devi essere felice di tutto e anzi, devi andare avanti e divertirti, stasera usciamo e se trovi un ragazzo che ti piace lo limoni, chiaro? La vita è una e io ti sostengo pienamente. Tra cent'anni nessuno si ricorderà di te e di certo a nessuno importerà se nell'estate di quest'anno ti sei scopata 1, 2 o 20 ragazzi, la vita è una e devi vivertela fino in fondo, senza pensare a nulla."

Per qualche secondo la guardai, in effetti non era un ragionamento strano il suo, anzi, le sue parole mi avevano aperto un mondo.
Sì, forse avevo sbagliato, e quindi? Ho vent'anni ed è giusto sbagliare a quest'età, anche perchè è dagli errori che si imparano cose nuove.
Finimmo quel discorso e poi tornai nel mio ombrellone, con molte consapevolezze in più e con il viso, non più abbassato ma il mento ben alto, mostrando al mondo chi era Annalisa.

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