48 ore

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Quella serata non era finita nel migliore dei modi, continuavo a pensare e ad avere il pallino fisso su di noi e su quello che sarebbe stato il nostro "domani".
Da un momento all'altro mi sentivo soffocare dalla paura del futuro e quella era una cosa che dovevo evitare.
Non volevo distruggere quella storia ancora prima che iniziasse, ed è per questa ragione che dissi a Francesco di fare l'uomo alfa che ero abituata a vedere e di smetterla di fare il bambinone disperato, ma reagire.

Ad un tratto vidi un sorriso accennarsi sul suo viso e un "sono ubriaco" sussurrato a uno sconosciuto che passava di fronte a noi.
Non sapevo cosa dirgli, forse non si era nemmeno reso conto di quello che era successo e probabilmente, di lì a qualche ora se ne sarebbe dimenticato.

Dopo un bel respiro, lo presi per mano e gli dissi di camminare verso la fermata del c64, il pullman che ci avrebbe portato verso casa sua.
Lui era troppo ubriaco per guidare ed io non ero da meno.

Aspettammo solo pochi minuti alla fermata, e quando arrivó il bus, in circa 10 minuti ci portò a destinazione.
Eravamo devastati e in tutto ció mi era iniziata una forte emicrania e il mondo visto ai miei occhi aveva iniziato smettere di girare. Collassai nel letto accanto a Francesco.
Ci svegliammo alle 15 del pomeriggio, con i vestiti della sera prima e con un forte odore di fogna addosso. Puzzavamo di fumo, alcool, e avevamo addosso forti odori indistinguibili mischiati.

Nonostante quella condizione, quando aprì gli occhi, lo vidi che mi guardava e che mi accarezzava i capelli senza dire una parola e tra uno sguardo e l'altro, iniziammo a parlare della serata.

Francesco:" stanotte ci siamo persi nei nostri mondi"
Io:" perché dici questo?"
Francesco:" guardaci come siamo ridotti, è già tanto se non ci hanno derubato hahah"
Io:" è stata un'altra serata leggendaria"
Francesco:" è stata più che leggendaria"

Ci guardammo per qualche secondo senza parlare, così decisi di aprirgli il mio cuore.

Io:" sai, guardandoti negli occhi vedo un ragazzo sereno e felice, e questo mi fa tanta paura"
Francesco:" cosa stai dicendo?"
Io:" ho paura che non riuscirò a stare lontana da te. Tra 48 ore prendo il treno e torno a casa. Sento di aver passato tutte queste esperienze bellissime con te e mi sono resa conto di essere cresciuta e di sentirmi davvero libera e ora ho paura di lasciare la mia spensieratezza qua con te"
Francesco:" tu sei la tua spensieratezza, e quando torni a casa dovrai continuare a splendere come hai sempre fatto, perchè tu sei Annalisa e sei una donna con le palle che puó affrontare questo ed altro"
Io:" hai detto delle parole stupende, grazie"

Giuro che nessuna persona al mondo mi aveva detto parole così belle.
Dopo questa conversazione ci rivestimmo e andammo a farci una doccia.

L'acqua fresca scendeva nel nostro viso e bagnava i nostri corpi, mentre ci insaponavamo. Tra una coccola e l'altra, mi prese in braccio e lo iniziammo a fare, senza preservativo, come due avventurieri che cercavano di provare qualcosa di nuovo.
È stato bellissimo fare l'amore con lui, ma quando finimmo lo vidi abbastanza turbato.

Io:" perché hai quella faccia"
Francesco:" no, nulla"
Io:" allora perché sembri spaventato?"
Francesco:" no, è che, penso che sia successa una cosa"
Io:" cosa?"
Francesco:" ma no, nulla lascia stare"
Io:" come preferisci"

Finimmo di docciarci e sciacquarci tutto via e poi andammo verso la spiaggia.
Mentre eravamo in macchina non era il solito Francesco, lo vedevo spento e pensieroso.

Io:" sai che possiamo parlare di tutto vero?"
Francesco:" sì, lo so"

-momento di silenzio-

Francesco:" è che penso di non essere uscito in tempo"
Io:" in che senso?"
Francesco:" prima, mentre lo stavamo facendo, non sono sicuro che sia tutto okay"
Sbiancai, non sapevo cosa dirgli.

-momento di silenzio-

Feci l'unica cosa che potevo fare un quel momento, scoppiai in lacrime.
Iniziai a dirgli cose orrende, iniziai a dirgli che mia madre aveva ragione, che era un deficiente, che non era stato affatto attento e che mi aveva rovinato la vita.

Lui mi guardó e non disse una parola. Aveva capito che ero totalmente fuori di testa.
Con la macchina accostò sul ciglio di una stradina e mise il freno a mano.

Francesco:" ecco cosa faremo, ora ci tranquillizziamo e facciamo un bel respiro, dopodiché andremo in farmacia a comprare la pillola del giorno dopo"
Io:" va bene, andiamo"
Francesco:" prima calmati, ti ho detto che non sono sicuro di nulla, quindi è inutile frustrarsi per niente. Ora ci diamo una calmata e poi riparto"

Come facevo a calmarmi? Non potevo.
Io:" riparti cazzo"
Francesco:" hai proprio capito tutto ció che ti ho detto, da quanto vedo"

Non mi calmavo, era inutile. In quel momento invece di parole tipo "calmati" forse avrei solo desiderato un abbraccio.
Probabilmente non mi conosceva così bene e pensava che due parole di conforto mi avrebbero tranquillizzata, ma non era così.
Mi aveva appena detto che probabilmente ero incinta, non potevo vedere nessun lato positivo apprendendo questa notizia.

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