CAPITOLO 3

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"Rapineremo la Zecca di Stato."

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"Credo che per oggi sia tutto." concluse il professore.

"Potete andare nelle vostre camere, tra qualche ora ci ritroveremo tutti per la cena."

Usciamo da quella che sarà la nostra aula per i prossimi 5 mesi e prima di dirigerci nelle nostre stanze decidiamo di andare nel giardino dove cominciamo un pó a conoscerci, sempre rispettando le regole imposte dal professore ovviamente, a interrompere i miei pensieri e il ragazzo che prima aveva proposto i nomi dei pianeti.

"Scusa, non volevo venirti contro, nemmeno ti avevo vista e che mi devo ancora abituare a tutto questo" mi dice facendo un gesto con la mano.
"tranquillo, anche io fatico a credere che sono qui insieme a 6 sconosciuti per organizzare la rapina più importante della storia"

"Sconosciuti? Dovremo convivere h24 insieme credo che saremo tutto tranne che sconosciuti, comunque piacere A-"
"Nessun nome ricordi?"
"Cazzo vero, piacere Rio anche se già lo sai perché lo abbiamo detto prima, sono una frana a intraprendere un discorso perdonami" dopo che Rio si accorge di aver parlato per 5 minuti senza nemmeno riprendere fiato ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

Ad interrompere la nostra conversazione è Nairobi
"Bellezza piacere Nairobi, tu dovresti essere Roma e tu Rio se non mi ricordo male"
"Esattamente, tu s-"
"Nairobi, Roma voi dormirete in stanza insieme se non vi dispiace"
"Sta tranquillo professore, sarà anche un'occasione per conoscerci meglio"  dice Nairobi dopo avermi sorriso.

"Bene, ora potete sistemare le vostre
cose nella vostra camera"

Mentre cerco la mia stanza, penso di passare prima in quella di mio padre e mio fratello dato che il professore li ha messi nella stessa stanza.

"Papà? Da-" mi interrompo quando vedo dentro Berlino.
"Ragazzina che ci fai qui?"
"Perché sei nella stanza di mio padre e di mio fratello?" chiesi
"Si da il caso Roma, che questa sia la
mia stanza" dopo le parole di Berlino mi avvio verso la porta.

"La prossima volta fa più attenzione e cerca di non sbagliare più che non ho tempo da perdere dietro una ragazzina e gradirei che mi dia del lei" mi disse spingendomi per farmi uscire dalla stanza.

"Scusa se non sono così perfetta come lei o così elegante come lei.
Non mi spinga che le gambe le ho e perfortuna funzionano, ho sbagliato stanza deve per forza essere così sgradevole? C'è scritto il suo nome nella porta? Non mi sembra" domandai abbastanza irritata e faccio per andarmene.

"Roma" ripete il mio nome dopo essersi seduto nella sedia davanti al letto.

"Se non lo hai capito, io sono a capo di questa rapina" decido di girarmi per poi guardarlo negli occhi.
"Quindi?" domandai con aria di sfida.
"Vedi di fare come ti dico ed esci da
questa stanza"
"Altrimenti? Hai intenzione di spararmi Berlino?"

Lui si sistemò i polsini della camicia per poi ridere in modo parecchio fastidioso.

"Altrimenti tu all'interno della Zecca
non durerai cinque minuti" a interrompere questa seccante conversazione è mio padre
"Roma, Nairobi mi ha detto che mi cercavi e le vostre voci si sentivano dalla mia cam-" fu interrotto dalla risata di Berlino.

"Ecco ci mancava tutta la famiglia riunita nella mia stanza, dov'è l'altro? Lo chiamiamo e facciamo una bella serata a quattro? Fuori da questa stan-" lo interrompo

"La smetterai mai Berlino? Andiamo nella tua stanza, lasciamolo solo con le sue crisi isteriche da vecchio pazzo" posso giurare di aver visto il suo sguardo che qualche minuto fa aveva un'aria da strafottente diventare glaciale.

Rᴏᴍᴀ || Lᴀ Cᴀsᴀ ᴅɪ CᴀʀᴛᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora