CAPITOLO 19

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lo guardo senza far trasparire nulla e decido di uscire dalla stanza. 

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Dopo essere uscita dalla stanza cerco di andare incontro a Tokyo, ma mi fermo subito appena noto che è inutile.

Mi accascio lungo il muro e mi siedo lì per terra in mezzo a questo lungo corridoio.

Non riesco a capire perché Tokyo debba sempre mettermi in mezzo, anche quando non c'è nessun motivo.

Sono stressata, stanca e per di più la testa mi gira, non so se serei crollata prima delle 24 ore.

Mi strofino velocemente il viso e mi appoggio alla parete alle mie spalle.

Devo calmarmi.

Faccio dei respiri profondi, tenendo gli occhi chiusi, finché due mani si poggiano sulle mie spalle.

Apro gli occhi e mi ritrovo davanti Berlino che mi fissa forse con aria leggermente preoccupata non riuscendo a capire cosa mi stia succedendo.

"Roma, che succede? È per ciò che ha detto Tokyo?" lentamente mi aiuta a sedermi a terra inginocchiadosi, di fronte a me.

"Scusa" mi porto istintivamente una mano al cuore e guardo in bassi provando a calmarmi.

Odio sentirmi così, mi fa male.

"Non scusarti, sono io che devo scusarmi, non volevo spaventarti ma sono uscito e ti ho vista così...volevo assicurarmi che stessi bene" sento la mano di Berlino accarezzarmi il braccio per darmi conforto e finalmente alzo lo sguardo verso di lui.

"Tranquillo...sto bene non c'è bisogno di preoccuparsi, ma grazie" accenno un piccolo sorriso e appoggio la testa al muro.

"Va bene, adesso vado, sai ho una rapina da portare avanti, tu sicura di stare bene?" lo fisso per poi alzarsi.

"Se succede qualcosa chiamaci siamo nella stanza accanto" annuisco e lo guardo andar via.

Passo la maggior parte del tempo li seduta, finché non mi comunicano che dovevo raggiungere gli altri.

Mi alzo piano e con fatica per poi mettermi la maschera di Dalì.

****

Qualche ora dopo Rio si trova ancora
nella stessa stanza.

Lo osservo e lui fa lo stesso, squadrandomi da capo a piedi e
accennando un sorriso.

La porta scatta e si apre subito dopo,
un rumore di passi e poi Berlino che
entra nella stanza.

Subito abbasso la testa, non ci guardiamo quasi mai negli occhi.

"Che ca**o fai?" chiede Rio, quasi
ringhiando dando le spalle al moro.

"È il nostro momento libero"
risponde lui con tutta la calma
del mondo, avvicinandosi alla
finestra e osservando le pattuglie di
polizia al di fuori.

"Devono allestire l'accampamento, mandarci un drone, cercare la pianta dell'edificio, dobbiamo lasciargli un po' di tempo per organizzarsi" pronuncia le parole lanciando occhiate al ragazzo che continua a non guardarlo, mentre io giocherello con la zip della tuta rossa.

"Senti... perché Tokyo ha detto che non state insieme?" a quella domanda alzo lo sguardo e osserva Rio che mi guarda con i suoi occhioni castani arrabbiati e preoccupati e poi smette di fare qualsiasi cosa lo stesse impegnando.

"Perché è la verità" risponde certo,
mantenendo la voce ferma e
abbassando la testa.

"E perché ho sentito ogni notte la
tastiera del suo letto come un martello pneumatico. Pensi che stai imparando a ballare la samba alle cinque del mattino?" a questa affermazione, mi alzo in piedi e mi dirigo verso la porta, poggiando la mano sulla maniglia fredda.

"Dove vai Roma? Ti ho detto che potevi andare?" Mi bacchetta
Berlino, tranquillo, senza nemmeno
guardarmi.

Sospiro, poi sbuffò e mi maledico
per aver accettato di prendere parte
a questa rapina.

Mi volto e lentamente torno a sedermi sulla stessa sedia.

"Che ca**o ne so io se balla la samba
o se ha il sonno agitato?!" ringhia Rio.

Berlino si avvicina a Rio, strattonandolo verso di sé per il
colletto della tuta rossa.

I loro occhi si incontrano ed io mi alzo in piedi, nonostante sia pienamente
consapevole che non avrei dovuto
fermare nessuna rissa o almeno
in quel momento la mia mente lo
sperava.

"Dimmi Rio, ti sembro un coglione a
cui si può mentire parlandogli così in
faccia?" gli dice Berlino, senza far distogliere i loro occhi.

Mi avvicino ad entrambi ed interrompo il loro contatto.

"Roma..." mi fulmina con lo sguardo.
"Potresti smetterla di fare lo stronzo" mi rivolgo a Berlino.

Ci sono molti secondi di silenzio.

"Calma gente, sto scherzando" ridacchia un secondo dopo, sempre Berlino, facendomi rabbrividire da quanto è inquietantemente sicuro di sé.

Dopo ciò i due si dilungano in una
immensa conversazione su quanto
Rio faccia sul serio con Tokyo.

Ad un certo punto della conversazione Berlino si siede ed indica a Rio di fare lo stesso.

"Senti ragazzo, le donne ti
garantiscono il se* *o perché sono
programmate per farsi fecondare. Tu
non esisti più, lo capisci durante il
parto-"

"Dio! Quanto fai schifo, sei un essere schifoso." alzo gli occhi e mi alzo dalla sedia dove ero seduta prima di queste sue affermazioni.

"Il parto è la cosa più emozionante
nella vita di-" interviene Rio
schierandosi anche esso dalla
mia parte.

"Durante il parto dalle sue gambe
esce la testata nucleare che distrugge
ogni cosa. Per prima cosa la caverna
meravigliosa dove mettevi l'uccello
non avrà più la sua forma" Sussurra,
sporgendosi leggermente verso di lui.

"MA QUANTO PUÒ ESSERE CAFONA QUESTA FRASE?!" urlo parecchio infastidita e uscendo dalla stanza sbattendo la porta.

Pov Rio

Berlino e i suoi discorsi di merda, non merita proprio Roma, lei è di un'altro livello e lui...beh lui è Berlino.

"Capisci cosa voglio dire con questo?" chiede retorico Berlino, dopo qualche minuto che non gli do più retta "Che non sarà mai più una donna sexy" continua il suo discorso.

"Te lo dico io che ho avuto cinque
divorzi." dice "E sai cosa
significano per me?" domanda.

"Cinque volte in cui ho creduto
nell'amore"

"Perché mi stai riempiendo la testa di queste cazzate? Che vuoi da me."

"Non sono cazzate è la verità"

"Mi stanno venendo tante di quelle

"Tu? Ma che ca**o hai nella testa?" gli dico appena ha finito di parlare, fissandolo negli occhi.

"Eh? Perché il professore ti ha messo al comando?" a questa domanda
giunge subito risposta.

"Per la mia sensibilità nel trattare
le persone" detto questo si alza in
piedi, dirigendosi verso la porta.

"Ora prendi l'agnellino e portalo in
un ufficio e non perderla di vista, se
si cambia l'assorbente resta con lei"
sussurra.

Prima di andarmene rivolgo uno sguardo serio verso di lui.

"Sai cosa ne penso dei tuoi discorsi di merda? Che è giusto che Roma non perda tempo dietro uno come te, merita di meglio."

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Ecco a voi un nuovo capitolo della storia, se vi va lasciate un commento e una stellina 💕

Rᴏᴍᴀ || Lᴀ Cᴀsᴀ ᴅɪ CᴀʀᴛᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora