CAPITOLO 16

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"Cerca di riposarti, okay?"
"va bene" finiamo per addormentarci io con la testa sul petto di Berlino e lui con la testa sulla mia spalla. 

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Giorno della rapina

Era arrivato il momento, quella mattina ci svegliamo presto, sono riuscita a svegliarmi qualche minuto di Berlino in modo da poter tornare nella camera senza far preoccupare Nairobi.

L'agitazione si percepisce, insomma come si fa a non essere agitati il giorno del grande colpo.

Nessuno, eccetto Berlino, riusciva a stare fermo o smettere di pensare a tutto quello che sarebbe capitato dopo.

Tutto sarebbe filato liscio? Ci sarebbero stati intoppi o complicazioni?

Esco dal portone della villa che ci ha ospitato per cinque mesi e saliamo su un furgoncino guidato da Helsinki ed Oslo, mentre io sono seduta tra Nairobi e Rio.

Nairobi anche se fa finta di nulla si vede che in realtà è molto agitata, così decido di parlare per farla tranquillizzare.

"Ei tutto bene?" la guardo, ma non ricevo risposta la vedo solamente fare su e giù con la gamba, così la richiamo.

"Eh? Cosa?"
"Mi hai sentito?"
"No scusa, sono troppo in ansia e se qualcosa andasse male?"
"Ei ei, non andrà male nulla, sono qui con te andrà tutto bene ok?"
"Ok" la vedo annuire, ma non del tutto sicura della sua risposta, così le prendo la mano e la stringo, come per farle capire che io sono qui con lei.

Mi giro verso gli altri e li vedo intenti con le loro stupide conversazioni riguardo alla maschera che indossiamo tutti.

"Che cos'ha che non va?" chiede Berlino con una calma assoluta nel suo tono di voce.

"Non fa paura, insomma in tutti i film
sulle rapine le maschere incutono
paura." dice Rio guardando Mosca e
Berlino che non si sono tolti ancora le maschere.

"Gli zombie, gli scheletri, la morte quella è roba che mette paura." non finisce nemmeno di parlare che si ritrova la pistola di Berlino senza sicura puntata al centro della fronte.

"Se armato un matto fa più paura di
uno scheletro, te lo assicuro." Dice
Berlino.

"Ora basta." 
"Chi è lo scemo con i baffi?" chiede
Denver, facendomi alzare la maschera.

"Dalì figliolo." Gli dice Mosca, così decido di intromettermi io per rispondere a Denver "Era un pittore spagnolo ed anche molto bravo, ignorante." gli dico facendogli una linguaccia.

"Un pittore?" mi chiede e nel frattempo anche Berlino si toglie la maschera.

"Un pittore che dipinge quadri?"
"Si." gli risponde al posto mio nostro padre mentre io alzo gli occhi al cielo.

"Pff... Sai che cosa farebbe paura? I pupazzi per i bambini, quelli si che fanno paura."

"Quali pupazzi?" Gli chiede Berlino.

"Quelli con Pippo, Pluto, topolino..." dice e Rio gli risponde:"Un pupazzo con quelle orecchie fa paura?"gli chiede.
"Si." Risponde.
"Stai dicendo questo seriamente?"
"Si coglione vuoi un cazzotto?" gli dice a due centimetri di distanza.

Lui fa cenno di no con la testa
scuotendola e ridendo sotto sotto per
via della sua affermazione.

"Ma che dici?" risponde subito nostro padre.

"Ho ragione io. Senti..." Dice
sistemandosi con i gomiti sulle
ginocchia e continua:"Se un tizio con la pistola si presenta con la maschera di topolino addosso la gente capisce subito che è matto e che farà una strage e sai perchè?" chiede retorico.

Rᴏᴍᴀ || Lᴀ Cᴀsᴀ ᴅɪ CᴀʀᴛᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora