CAPITOLO 32

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Ognuno lungo la propria metà del filo cerca di sostenersi e aiutare l'altro e solo se entrambi arriveranno al centro potranno decidere se scambiarsi di metà e proseguire ognuno verso la sua direzione oppure scegliere di saltare insieme rischiando quello che c'è sotto.

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*Qualche minuto prima*

Nairobi pov

Il sole che batte sulla maschera mi farebbe
venire voglia di togliermela, ma questo non è possibile,purtroppo.

Chiudo gli occhi, ma vengo scossa dalla voce di
Denver.

"Ah che bella giornata, non è così papà?" gli
dice aprendo le braccia.

"Già." mentre incominciamo a parlare di Monica e di come poter estrarre il proiettile.

"Lo sapevo! L'avete uccisa!" Incomincia ad
urlare Arturo e a puntarci il fucile finto contro.
"Arturo, stai calmo." gli incomincia a dire Mosca, mentre tutti gli ostaggi cominciano ad urlare.

Rivolgo il mio sguardo verso il palazzo di fronte
a noi.

Cecchini, con dei fucili puntati verso di noi e
probabilmente che stanno aspettando il via
libera per sparare.

"Denver ci sono i tiratori scelti, se ci prendono ci ammazzano." dico allarmata ma allo stesso tempo calma per non farmi impanicare come tutti gli altri ostaggi.

"Dobbiamo inginocchiarci, anche tu papà, inginocchiamoci." dice Denver che ha ascoltato le mie parole.

"Dobbiamo inginocchiarci." dico ad alta voce, ma vedendo che nessuno degli ostaggi mi da ascolto
dico: "Ci sono i tiratori scelti, vi spareranno!" così si inginocchiano tutti.

"Arturo, devi smetterla o ti spareranno."
"Cazzate! L'avete uccisa! Come avete potuto?!
EH?! E voi sareste esseri umani?! Avete ammazzato una donna incinta!" incomincia a parlare mentre io e Denver lo preghiamo di mettersi in ginocchio.

Uno sparo risuona nell'aria e vediamo Arturo
cadere tra me e Denver.

Nella caduta la maschera si toglie dal viso di Arturo, gli hanno sparato ad una spalla.

*Presente*

Roma pov

"Nairobi parla cos'è successo?!" le chiedo impaziente.

"Forza" la incita Berlino scrutandola con aria seria.

"Hanno sparato ad Arturo sul tetto!" ci dice tutto d'un fiato.

Un misto di frustrazione e preoccupazione mi
colpisce al ventre e mi fa scattare in piedi.

"Come? Perché?" chiedo confusa.

"Devono averlo scambiato per un
sequestratore!" mi risponde sempre lei.

Mentre sto per uscire fuori seguita da Berlino, lo sento afferrarmi la mano.

"Che c'è?" gli dico.
"Dovresti restare a riposarti tu"
"Non pensarci minimamente io vengo" dico per poi andare fuori, nei corridoi e mettermi la
maschera.

32 ore

Corro a prendere il kit medico e nella stessa
stanza incrocio Tokyo.

Ci lanciamo uno sguardo e entrambe prendiamo l'occorrente.

"Sai com'è successo?" le chiedo mentre ci
avviamo verso le scale, da cui stanno portando
giù Arturo.

Lei mi guarda e scrolla le spalle "Non ero con loro, chiedilo a Denver" risponde.

Arrivati nella stanza dove hanno portato Arturo, vediamo Denver e nostro padre che tengono il ferito e lo sdraiano su una barella.

Una macchia di sangue è dipinta sulla spalla di
Arturo.

"Come cazzo è successo?" dico subito, ma non mi arriva risposta poiché vengo interrotta dal telefono che squilla, segno che il professore sta chiamando, così Berlino va a rispondere.

"Cosa facciamo?" mi chiede Denver.

Nel mentre Arturo si continua a lamentare sia del
dolore sia per Monica noi tentiamo di fermare
l'emorragia.

Fascio la ferita il meglio possibile, restando
vicina a lui.

Sta facendo la mia parte quando però sono costretta a fermarmi a causa di un dolore.

"Stai bene piccola?" mi chiede mio padre.
"Non lo so papà" gli dico per poi rivolgermi a Nairobi: "continua tu okay?" lei annuisce per poi darmi un bacio sulla guancia.

"Parliamo un po' che ne dici?" mi dice mio padre subito dopo.

"Okay" gli dico per poi allontanarci e poter parlare in un posto più tranquillo.

"Prima dimmi come ti senti come sta il bambino?" mi chiede indicandomi la pancia.

"Lui sta bene"
"E tu come stai? Che succede Zoe?"
"Non lo so, io non mi sento più la stessa, non sono più io, ho come la sensazione che mi sto perdendo piano piano lentamente.
Non so più cosa voglio, come e perché voglio una determinata cosa.

Non so più stare con le persone perchè mi sento di continuo fuori luogo, non abbastanza motivata o spinta a dare e fare il meglio.
Voglio stare sola ma allo stesso tempo non lo voglio, è una prigione questo periodo.
Non sono me stessa, non mi esprimo al meglio,
vorrei stare sola ma allo stesso tempo stare sola mi fa paura, voglio il silenzio ma allo stesso tempo voglio il rumore perchè il silenzio mi porta solo pensieri confusi...voglio stare sola ma voglio anche che qualcuno rimanga accanto a me.
La mia vita è una contraddizione continua papà,
non so nemmeno se quello che sto dicendo ha un senso e questo racchiude solo una piccola parte di come mi sento.. che poi alla fine, come mi sento non lo so spiegare nemmeno io." gli dico tutto d'un fiato.

"Sei preoccupata così tanto per questa rapina?"
"Si ma no, non tanto per la rapina, ma ho paura di perdere le persone a cui tengo, se dovesse succedere qualcosa a te papà? O a Denv? O a Nairobi, Tokyo, Rio, Berlino? Papà io mi sentirei morire" dopo le mie parole in un rapido gesto mi abbraccia per poi dirmi:

"Piccola andrà tutto secondo i piani okay? Usciremo da qui come siamo entrati insieme"

"Me l'hai promesso okay?"
"Si piccola"

Lui era la sua persona, il rifugio della sua anima, lui per lei era il significato di casa.

✯☯︎✯
Scusate per il troppo tempo, ma sono stata impegnata con la scuola ora che ho le vacanze cercherò di approfittarne per postare.
Scusate se non è lungo come gli altri, fatemi sapere che ne pensate.
Spero vi piaccia, se vi va vi ricordo di lasciare un commento e una stellina, per qualsiasi domanda chiedetemi pure💕

Rᴏᴍᴀ || Lᴀ Cᴀsᴀ ᴅɪ CᴀʀᴛᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora