CAPITOLO 13

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Io ci sarò sempre per lui e lui per me. 

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Dopo aver passato un pó di tempo con mio fratello, decido di tornare in camera cercando di fare il meno rumore possibile.

Una volta in camera mi stendo sul letto, mi giro e rigiro nel letto per trovare una posizione che mi concili il sonno ma niente da fare.

Oggi è stato un concentrato di emozioni che come sempre ho cercato di sotterrare, ma ogni parola non detta, ogni gesto non fatto, viene a
cercarmi la notte.

La mia freddezza ha delle conseguenze, conseguenze con le quali devo vedermela da sola.

Preferisco lottare con me stessa però,
piuttosto che dare agli altri appigli per
distruggermi.

Cambio ancora una volta posizione,
nascondendo la faccia nel cuscino, quando sento la voce di Nairobi interrompe il flusso dei miei pensieri.

II rumore paralizza i miei muscoli per un secondo, poi mi giro verso di lei e la guardo.

"Non riesci a dormire?" mi chiede Nairobi girandosi per poter rivolgere il suo sguardo verso di me.

"Diciamo che non è stata una delle giornate migliori" le rispondo continuando a guardare il soffitto.

La vedo girarsi su un fianco e con un gesto del braccio alzare il suo lenzuolo facendomi un pò di spazio.

Senza pensarci due volte vado da lei e mi infilo sotto le coperte, tirando il lenzuolo fino agli occhi, quelli dovevo lasciarli fuori dalle coperte, pronti a catturare un qualsiasi movimento dell'ambiente circostante.

Come una sentinella il mio sguardo si soffermava per pochi secondi su di un'oggetto della stanza per poi spostarsi su di un altro.

Ad un tratto sento le braccia di Nairobi stringermi, così la guardo e le sorrido.

"Grazie" così ci addormentiamo tenendoci strette l'una all'altra.

La mattina successiva mi sveglio a causa di Nairobi che si lamenta del suo mal di testa.

"Potevi bere di meno" dico alzandomi
e dirigendomi verso l'armadio mentre decido cosa indossare.

"Ei non fare la stronza con me, dovresti essere un minimo riconoscente" risponde lanciandomi un cuscino per poi fare l'offesa, facendo ridere anche me.

"Idiota, meglio che ti muovi, tra 45 minuti inizia la lezione." dico dando un ultimo sguardo a lei che si posa un cuscino sulla faccia per la poca voglia che ha di alzarsi dal letto.

Esco e ritrovo Berlino intento ad aggiustarsi la giacca.

"Buongiorno. " gli dico e vedo che mi guarda, ma non risponde.
"Tutto bene?"
"Ragazzina perché non vai a salutare il tuo fidanzato" mi dice facendo un gesto con la testa per indicare Rio.
"Com'è stato baciarlo? Magnifico immagino"
"Berlino io-"
"Roma puoi baciare chi vuoi, non c'è bisogno di spiegazioni o scuse, devi lasciar perdere il mio giudizio e non smettere mai di sorridere, fai quello che ti dice il cuore, se ti diceva di fare questo va bene, la vita è come un’opera di teatro, ma non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca priva di applausi, goditi ogni momento, ci saranno molte altre occasioni per avere un miglior finale." dopo aver detto ciò, mi si avvicina e mi da un bacio sulla guancia per poi andarsene.

Lo vidi andarsene davanti ai miei occhi, per la seconda volta penso di aver allontanato una delle persone più importanti, ma la vita è così, non possono restare tutti.

Fa male, ma è così.

A volte dobbiamo lasciarli andare e loro devono lasciar andare noi, fa male, fa un male cane...fa talmente male che viene il dubbio che sia la cosa giusta da fare, ma dopo, cazzo, dopo te ne accorgi, quando finalmente il tuo cuore e la tua anima cantano, di fronte ad una persona, te ne accorgi che quel male provato in passato era solo la porta per farti arrivare a qualcosa di più grande ed è proprio in quel momento che ho capito.

A risvegliarmi dai miei pensieri è Rio:
"Roma tutto bene?"
"Perché?"
"Perché cosa?"
"Perché hai detto a tutti del bacio che c'è stato tra noi?"
"Cosa dici Roma! Non l'ho detto a nessuno, non lo farei mai, come hai detto tu abbiamo sbagliato è stato un segno di debolezza e poi credo che mi piaccia Tokyo" nonostante Rio continuasse a parlare io mi ero soffermata sulle sue prime parole, lì in quel momento che capì che la persona a cui tengo di più mi aveva in un certo senso tradita.

Lo vidì lì, seduto a fare colazione con mio padre, dovevo parlagli a tutti i costi anche se dubito che riesca a mantenere la calma.

"Mi hai voltato le spalle, sei uno stronzo, mi sono sempre fidata di te, sei mio fratello cazzo!" dico andando verso di lui e spingendolo con uno sguardo molto serio.
"Roma, stai calma" mi ammonisce nostro padre.
"Che cazzo Roma calmati, ti è venuto il ciclo improvviso?"
"Smettila, perché hai detto quello che è successo con Rio a Berlino?! Perché!" dico continuando a guardarlo con delle lacrime che minacciano di uscire.

"Sono tuo fratello, l'ho fatto per te! Dovresti solo ringraziarmi e non attaccarmi come una pazza"
"Ringraziarti e perché dovrei?"
"Perché ora hai capito di amarlo."

"Io... Io non amo nessuno"
"Papà ti prego dai ragione a me almeno tu, lo hai capito anche tu che prova qualcosa verso qualcuno?" dice facendo riferimento a Berlino, guardo nostro padre e lo vedo posare il suo sguardo prima verso Daniel e poi  verso di me con uno sguardo che solo un padre farebbe.

"Bambina mia, quando ti piace qualcuno sei pronta subito a dire che non lo ami, ma non è sempre la verità. C’è una differenza tra ‘piacere una persona’ e ‘amare una persona’.
Capisci di amare qualcuno nel momento in cui riesci a superare tutte le tue paure, le tue debolezze. Dimmi cosa provi quando sei con lui?"

"Papà io-"
"L'abbiamo capito, non ti senti pronta ad aprirti o ad amare di nuovo, ma fidati, non riufiutarti di amare solo per la paura di soffrire, ti sembrerà strano ma l’amore è così." appena finiscono di dirmi tutto ciò li guardo e li abbraccio, non so come farei senza di loro.

********

La lezione passa velocemente, dopo averci spiegato ulteriormente dei dettagli riguardanti il piano, ci ritroviamo tutti per il pranzo in salone, dove parliamo.

"E che facciamo se il piano fallisce?" chiede Rio.
"Succederebbe quello che succede sempre, si torna in carcere una sigaretta in cortile al pomeriggio, delle visite a volte e quattro gamberoni per natale." dice invece Nairobi che ha già fatto la sua vacanza in carcere.

"Un lusso insomma." dico io ridendo.

"Sono cazzi se va bene." dice Tokyo che continua:"Che ci facciamo con tutti quei soldi?"

"Io mi compro una Maserati blu come il cielo." dice mio fratello e tutti cominciamo a ridere.
"E per te un paio di polmoni nuovi,
papà." continua.
"In effetti non ha tutti i torti papà" dico appoggiando ciò che ha detto Denver.
"E vediamo dove li trovereste i polmoni scusa?" ci chiede nostro padre facendo ancora un tiro dalla sigaretta.

"Io mi compro una bella isola." dice
Tokyo.
"Facciamo due." Le dice Rio.

Dopo il bacio che c'è stato fra me e Rio, non abbiamo parlato molto, quello che c'è stato fra di noi sappiamo entrambi che è stato un errore perché noi non ci amiamo, abbiamo solo avuto un momento di debolezza, infatti credo che a lui piaccia Tokyo, si vede molto da come si guardano o scherzano, certe volte li invidio devo essere sincera.

Mentre tutti stiamo parlando vedo Berlino alzarsi per andare a fumare una sigaretta un pó lontano da noi, quando ci sto per andare anche io vedo Nairobi alzarsi e andare a parlare con lui, quindi decido di rimanere lì con gli altri anche se devo confessare che ero curiosa di sapere di cosa stessero parlando in quel momento.

✯☯︎✯
Scusate se ho postato dopo un pó più di tempo questo capitolo, ma ho avuto dei problemii😬
Berlino e Nairobi di cosa staranno parlando secondo voi?
Che ne pensate di questo capitolo?
A me non piace molto, quindi  perdonatemi se fa schifo haha
Lasciatemi un vostro parere e una stellina se volete💕

Rᴏᴍᴀ || Lᴀ Cᴀsᴀ ᴅɪ CᴀʀᴛᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora