CAPITOLO 10

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Ad un tratto ci si vede, ci si sceglie, si costruisce una sorta di intimità; si può camminare accanto e crescere insieme pur percorrendo strade differenti, pur essendo molto diverse, come noi due.

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Sono le 3.00 e stiamo ritornando,
abbiamo cantato per tutta la durata del viaggio.

Appena entriamo nella villetta
cerchiamo di fare meno chiasso
possibile ma è quasi impossibile.

Decidiamo di stare un pó nella camera mia e di Nairobi a parlare e ballare un pó, inutile dire che il mio umore non era più quello di inizio serata, però nonostante questo voglio stare un'altro poco con loro a scherzare e parlare.

"Quindi giochiamo a obbligo o verità?" ecco mio fratello che cerca di provarci come al suo solito.
"Denver chi vuoi conquistare?"
"Io? Nessuno dai è solo un gioco"
"io ci sto" mi giro e vedo Tokyo più ubriaca di tutti accettare.
"E va bene dai" rispondono in coro Nairobi e Rio.

Senza pensarci troppo mi alzo dal letto prendendo una felpa con il cappuccio.

"Ei dove vai?" Mi chiede Nairobi.
"Vado fuori, a schiarirmi le idee" rispondo nel mentre prendo una sigaretta.

"Vuoi compagnia?"
"Non ti preoccupare"
"Ti aspetto eh, non fare tardi"
"grazie davvero" la guardo e le rivolgo un sorriso.

Raggiungo la vetrata che porta ad un
balconcino.

Mi siedo su una sedia e accendo la
sigaretta, fissando il panorama.

"Perché stai fumando?" sento dire da
mio padre che prende una sedia e si mette vicino a me.

"Perché è l'unico modo per sfogare lo stress, anche se so che non dovrei" dico per poi porgergli il pacchetto delle sigarette.

Ne afferra una e poi prende l'accendino che ho tra le mani.

"Che è successo Zoe?" mi
chiede mentre si accende la sigaretta
che tiene tra le labbra, rabbrividisco a sentire il mio nome, ormai erano mesi che ci chiamavamo solo per i nomi delle città.

"Nulla, non è successo nulla"
"Zoe sei mia figlia capisco quando non mi dici tutto, come adesso"
"Sto pensando, non so come aggiustare il casino che ho combinato con Rio." dico facendo un tiro.

"Rio sa che ci tieni, parlagli normalmente come stai facendo come me chiedigli scusa e capirà" voglio bene a Rio e se non fosse stato per lui in quel bagno non voglio nemmeno pensare a cosa sarebbe successo, subito i miei occhi diventano lucidi e mio padre lo nota.

"Cosa succede piccola? Cosa non mi stai dicendo? È successo qualcosa vero?"
"Tu mi hai sempre detto che essere donna è bellissimo, te lo ricordi papà? Me lo dicevate sempre tu e Daniel.
Mi avete sempre detto che essere donna è bellissimo, ci ho creduto così tanto che ho finito per pensarlo anche io" non ho la forza di guardarlo sento che potrei scoppiare da un momento all'altro, mostrandomi debole per l'ennesima volta e non voglio.

"Certo che me lo ricordo, che significa? Che stai dicendo piccola?" decido di alzarmi e sedermi sopra le sue gambe come quando ero piccola.

"Niente e solo che non mi va di parlarne ora, tranquillo" non voglio farlo preoccupare per me, non deve.

"Se non vuoi tranquilla, io sono sempre qui però non mentirmi, sono tuo padre le cose le capisco, a parole puoi dirmi sempre che stai bene, ma so quando non stai bene veramente"

"Grazie papà, ti voglio bene davvero" dico abbracciandolo, lui è la persona che non mi ha mai fatto mancare nulla né a me né a Daniel, il mio unico padre, farebbe di tutto per vedere il nostro sorriso sul volto, perché noi siamo la sua vita, lui ci protegge, ci ascolta, non mi ha mai lasciato un secondo la mano da piccola, per la paura che io mi potessi farmi male.

Ricordo ancora quando ho passato la prima notte a casa di un amica ed è stato sveglio fino a tardi con la paura che mi potesse succedesse qualcosa.

Lui è il mio eroe, il mio punto di forza, vorrei poter dare i miei occhi a tutti per poterlo vedere come lo vedo io.

"Piccola sai che ci sono e ci sarò sempre per te, un ultima cosa e ti prego ascoltami" gli faccio un cenno con la testa per farlo continuare.

"Voglio che tu mi prometta una cosa"
"Mi fai preoccupare, che devo prometterti?"
"Promettimi che se ami qualcuno devi dirglielo, non mi importa chi sia, ma se ti rende felice anche se hai paura che non sia la cosa giusta, anche se hai paura che creerà problemi, anche se hai paura che potrà rovinare completamente la tua vita, diglielo"

Quando sto per controbattere vedo Berlino avvicinarsi lo guardo sedersi dove ero prima io.

"Ho interrotto qualcosa?" dice passando il suo sguardo da me a mio padre.

"Si in real-"
"No, una normale chiacchierata tra padre e figlia, se vuoi puoi rimanere stavo giusto per andare io" gli dice senza nemmeno farmi finire ciò che stavo dicendo, così lo guardo confusa e lui come risposta mi sorride.

"Bene ora vado dentro, Roma ricordati ciò che ti ho detto okay?"
"Si" nel mentre lo guardo allontanarsi per andare verso le camere.

"Che ci fai qui?"
"Avevo semplicemente bisogno di aria, tu invece cosa fai qui?"
"Diciamo che ho provato a dormire, ma con scarsi risultati" lo guardo non capendo ciò a cui si riferisce, ad un certo punto vedo la sua mano tremare.

"Hai freddo?" gli dico indicando la sua mano, ma non mi risponde così lo chiamo un'altra volta.

"Berlino tutto bene?" mi avvicino a lui e gli stringo la mano, dopo due secondi come se si fosse risvegliato da uno stato di trance ritira subito la mano e mi guarda.

"Sto bene ragazzina lascia stare"
"Che palle, fai sempre lo stronzo anche quando provo a essere gentile con te"

"Non sono stronzo sono semplicemente fatto così" risponde con il suo solito ghigno.

"Ti posso fare una domanda?"
"Dipende, che domanda?"
"Tu hai paura di innamorarti?"
"Ragazzina, ho avuto 5 divorzi ti ricordo, quindi no non ho paura, solo che mi è difficile credere all'amore perché ogni volta che ci ho creduto anche solo per un secondo qualcosa è andato storto o è finito così" dice dopo aver preso l'ennesima sigaretta che stavolta gli tolgo dalle mani.

"Tu fumi troppo"
"Cazzo ma tu non fumi pure?"

"Si, qualche volta l'ho fatto, è capitato poco, ma è capitato, fumare fa schifo."

"Quindi non credi che non puoi dirmi cosa posso o non posso fare?"
"Fai come vuoi" e gli restituisco la sigaretta, che però decide di spegnere.

"Tu invece ragazzina? Hai paura?"

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Ecco a voi un nuovo capitolo, secondo voi perché Mosca ha detto a Roma quelle parole?
Fatemi sapere cosa ne pensate e lasciate una stellina se
vi va💞

Rᴏᴍᴀ || Lᴀ Cᴀsᴀ ᴅɪ CᴀʀᴛᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora