"Ciao a tutti e bentornati a Radio Rainbow. Io sono Wang He Di e...
E questa notte prenderemo in giro il nostro caro amico Caesar. Prima di venire qui in Radio abbiamo guardato un film: Gravity. Se volete vivere un paio di ore di angoscia, ve lo consiglio.
Comunque, nel film, Sandra Bullock e George Clooney stanno partecipando a una missione spaziale. Ad un certo punto, un missile russo colpisce un satellite e innesca una reazione a catena che fa esplodere altri satelliti. I detriti finiscono per colpire la loro navicella spaziale e uccide tutti i membri dell'equipaggio, tranne la Bullock e Clooney.
I due si ritrovano a galleggiare nello spazio e quando finalmente riescono a raggiungere quel che resta della stazione spaziale, lui si sacrifica per mettere in salvo lei. Così lui rimane disperso nello spazio, mentre lei in un certo senso è al sicuro. Quindi, ecco, è molto chiaro che Clooney muore... Il loro ossigeno stava per finire e, ripeto, lui era disperso nello spazio. Ma più avanti, in un momento di difficoltà, la Bullock lo vede rientrare nella navicella per darle dei consigli. Ragazzi, era chiaramente un'allucinazione! Ma indovinate? Caesar credeva che fosse tornato davvero e non appena quel povero disgraziato è sparito dalla vista della Bullock, il nostro caro tecnico è scoppiato a piangere come uno scemo! Continuava a ripetere: "Ma non è giusto! Non è giusto!"
Vi sto dicendo tutto questo non solo per ridere di Caesar, ma anche per riflettere sul fatto che... A volte, nella vita, è così chiaro come andranno a finire le cose... Eppure ci illudiamo che potrebbe esserci un finale migliore.
Vogliamo sperare fino all'ultimo.
A volte commettiamo degli errori o prendiamo delle scelte assurde... E non appena lo facciamo, speriamo di poter avere tra le mani un telecomando che possa mandare indietro il tempo. O, addirittura, speriamo in un miracolo.
Peccato che non esistano... I miracoli, intendo. Beh, nemmeno i telecomandi che controllano il tempo.
È davvero un'ingiustizia, no?
Sto parlando a vanvera? Forse.
Ma ecco una bella canzone per voi: Wish you were here, dei Pink Floyd "Wang He Di spense il microfono e guardò la postazione vuota da parte a lui. Tirò un lungo sospiro.
Quando era tornato a Radio Rainbow dopo l'operazione andata a buon fine di Wang Dee, era andato dritto dai direttori per chiedere le dimissioni.
Non voleva rendere la situazione imbarazzante per Shen Yue e sapeva bene che era lei quella che meritava di più di rimanere a lavorare lì.
Ma quando entrò nell'ufficio, gli comunicarono che Yue lo aveva preceduto.
Aveva lasciato Radio Rainbow per lui, perché era convinta che lo meritasse più di lei.
"Stupida" sussurrò, con un gran dolore nel petto.
L'ultima volta che aveva visto Yue, era stata il giorno dell'operazione di sua sorella, tre mesi prima.
Si era presentata in ospedale con un mazzo di fiori e aveva aspettato la fine dell'intervento insieme a lui e alla sua famiglia.
Aveva mantenuto le distanze da Dylan, ma non appena lo vide comportarsi come un pazzo, camminando avanti e indietro nel corridoio dell'ospedale fermando ogni infermiera e ogni dottore che vedeva passare per chiedere notizie, si alzò di scatto dalla sua sedia e corse ad abbracciarlo forte.
Non disse nulla, lo strinse soltanto.
E questo bastò a farlo sentire più tranquillo.
Non appena il medico diede il permesso alla famiglia di vedere Wang Dee, Dylan si precipitò nella stanza.
Quando uscì, Yue aveva lasciato i fiori davanti alla porta e se nera andata.
Da allora non l'aveva più vista.
E Dylan si ritrovò a convivere con un costante senso di vuoto.
Nulla aveva più senso senza Yue.
Assolutamente nulla.
La sognava ogni notte... Sognava i suoi sorrisi e la sua risata buffa. Sognava i suoi baci, i suoi abbracci, le sue carezze. Sognava di fare l'amore con lei.
Al mattino si svegliava e realizzava che gli unici momenti felici che rimanevano nelle sue giornate, succedevano solo nella sua mente.
Credeva che sarebbe tornato alla vita che aveva prima di conoscerla... Invece ormai tutto era cambiato.
Lui era cambiato, il suo modo di vedere le cose era cambiato.
Se prima non alzava mai il naso per guardare il cielo, ora si concedeva alcuni istanti per osservare le nuvole e cercare qualche forma assurda dentro di esse.
Ora si accorgeva della bellezza di un bambino che giocava con un pallone in un cortile.
Si accorgeva della poesia che si nascondeva in un fiore cresciuto nel cemento.
Shen Yue aveva insegnato ai suoi occhi a guardare con il cuore.
Spesso si rifiutavano di farlo, ma da quando lei non c'era più, lo facevano senza opporsi... Perché era un modo per sentirla di nuovo vicina.
"Hey" Caesar si avvicinò a lui e gli diede uno schiaffo dietro la testa.
"Ouch!"
"Così impari a prendermi in giro per avere pianto! Comunque... Cos'è quella faccia? Stavi pensando a lei?"
Dylan lo guardò con occhi tristi e la risposta gli fu subito chiara.
Pensava sempre a lei.
"Domani ci sarà la cerimonia di laurea" lo informò.
"Cosa?! Domani?!" esclamò Wang He Di.
"Sì. Le ragazze hanno invitato me e i ragazzi a una piccola festa a casa di Zi Wei".
I suoi occhi divennero ancora più tristi.
"Potresti... Venire anche tu" suggerì Caesar.
"Sei idiota?"
"Era solo un'idea! Insomma... Jaqi e Zi Wei ti odiano per avere fatto soffrire la loro migliore amica, ma Yue... Non sembra arrabbiata con te".
Dylan scrollò la testa con un sorriso amaro.
"La canzone è quasi finita, torna alla tua postazione" disse.
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RADIO RAINBOW (ITA)
FanfictionGiorni grigi. Giorni di silenzi. Giorni di baccano. Giorni così, in cui chiudi gli occhi e speri che una folata di vento ti porti via da tutto e da tutti... Da qualche parte, oltre l'arcobaleno