Ed anche quel giorno si ritrovò tra i banchi scolastici, seduto nel suo solito posto a seguire la lezione.
Era in ansia perché avrebbe dovuto affrontare la sua prima interrogazione. Il professore di storia la settimana prima avvisò l'intera classe della necessità di dover inserire già i primi voti e, facendo scorrere il dito lungo il registro, pronunciò anche il suo nome avvisandolo che avrebbe dovuto essere interrogato la settimana dopo.
In quel momento, attendeva solo che il Prof finisse di spiegare l'ultima pagina e, quando poteva, dava un occhiata alle mappe concettuali sul proprio quaderno. Sì, era decisamente in ansia, lo si poteva capire anche dal suo continuo giocherellare con gli orecchini che gli contornavano le orecchie o dal modo in cui sfregava le mani sulle cosce, come se avesse freddo.
In effetti quel giorno le strade di Seoul erano piene di neve, come il cortile della sua scuola in cui probabilmente, molti alunni non avrebbero potuto sostare nell'attesa delle attività extra scolastiche.
Con quel tempo però, di freddo non ne sentiva poi così tanto. Doveva ringraziare il termosifone di fianco al suo banco che emanava abbastanza calore da riuscir bene a riscaldarlo abbastanza.
“Jeon” lo richiamò il professore dopo aver terminato la spiegazione. Il nominato alzò semplicemente lo sguardo.
“Vuoi iniziare a ripetere l'inizio del terzo capitolo? Poi continuano gli altri suoi compagni” gli sorrise appena.
“Certamente Prof” con ancora quel velo d'ansia a sopprimergli il petto, si alzò dal posto ed iniziò a ripetere tutto quello che poteva, cercando di andare nei minimi dettagli.
In due settimane ebbe la possibilità di studiare quel capitolo abbastanza bene e sperava in un voto positivo.
“Può bastare Jeon. Molto bravo!” lo fermò il professore, interrompendo la sua parlantina del tutto fluida.
Sul volto del ragazzo spuntò un sorriso e dopo aver sussurrato un piccolo “Grazie”, si sedette nuovamente sulla sedia.
“Sei andato alla grande Kook, davvero, complimenti. Probabilmente ti metterà un 8 bello tondo” parlò a bassa voce il biondo rendendolo ancora più felice. “Come vedi non c'era motivo di essere così ansiosi, il Prof è abbastanza gentile e tu eri preparatissimo” continuò, mostrandogli uno di quei sorrisetti che riuscivano ad addolcire il suo viso.La campanella segnò l'inizio della breve pausa per fare merenda.
Si girò per recuperare una merendina dallo zaino e appena tornò composto si rese conto delle svariate ragazze attorno al loro banco. “Umh...Volete chiederemi qualcosa?” era confuso. Solitamente lo guardavono da lontano senza avvicinarsi ma adesso, se le ritrova vicine come se fossero un gruppo di amici stretti.
“Volevamo dirti che sei davvero un alunno modello!” iniziò una.
“Si è vero!” confermò un altra, le parole dell'amica.
“Ti va di conoscerci meglio?“ le chiese invece un altra ancora dai capelli violacei.
“Oh... ——le sue guance presero un colorito roseo per l'imbarazzo—— grazie ma non sono poi così bravo e mi spiace, sono già impegnato” sussurrò sperando che quella scusa fosse abbastanza credibile. Ricevette un occhiata confusa dal compagno di banco che lo guardava come se avesse perso una delle migliori occasioni.
“Oh d'accordo” mise un leggero broncio la ragazza viola di cui, se non ricordava male, il nome era Rosé. Era una bella ragazza, ma non il suo tipo ideale.
Ogni qual volta che provava ad uscire con qualcuna o nei casi rari, ad arrivare a baciarla, finiva ad una sola conclusione; era sicuramente gay.
Non si era mai preso cotte per ragazzi della sua età, al massimo solo per attori e idol.
Avrebbe tanto voluto provare a conoscere qualcuno, ma aspettava quello giusto. Non voleva fare cose affrettate e magari spezzare il cuore di qualcuno, come anche in quel caso, preferì evitare di dare una riposta positiva a Rosé, dandole delle false speranze.Quando pensava di aver, finalmente, preso sonno per poter riposare, lo squillo del telefono lo fece saltare in aria.
Scattò seduto sbuffando, lo prese notando il nome di Yoongi impresso sullo schermo. Corrugò la fronte e rispose.
“Pronto?” sbadigliò portandosi una mano davanti alle labbra.
“Jungkook! Voglio farti conoscere una persona, ti va di venire a casa mia adesso?” fece un sussulto sentendo la voce così entusiasta dell'amico.
“Mh va bene, ma perché così contento?” gli partì una risata.
“Oh nulla... Muoviti, avanti! Ti mando l'indirizzo in chat. A dopo” e così, senza aggiungere altro chiuse la chiamata.Si alzò definitivamente dal proprio letto e fece prima una sosta al bagno per poi, scendere ad avvisare la madre che sarebbe tornata per cena.
Indossò il cappotto pesante portando il cappuccio sopra la testa, i guanti, scarpe ed uscì di casa. Controllò velocemente il proprio cellulare e diede un occhio al messaggio inviato da Yoongi poco prima.
La poca neve rimasta era ancora presente nelle strade della città ed il marciapiede risultò abbastanza scivoloso.
Raggiunse di fretta la fermata più vicina ed aspettò l'autobus che non tardò ad arrivare. Nel pomeriggio la temperatura era scesa parecchio e fare la strada a piedi non era una delle scelte migliori. Avrebbe preso sicuramente un malanno se avesse fatto tutto il tragitto a piedi.
Una volta arrivato davanti al palazzo, suonò il citofono aspettando risposta.
“Kook sei tu?” una voce robotica gli arrivò alle orecchie. “Sì, apri ti prego, sto morendo di freddo!!” aspettò un bipp dal portone per poi entrare.
“Secondo piano!” sentì di nuovo la voce del suo amico provenire dal citofono, per poi chiudersi il portone dietro e raggiungere il piano ritrovando la porta socchiusa, ed entrò. C'era abbastanza luce da riuscire a vedere quel piccolo appartamento accogliente e ordinato.
Guardandosi intorno vide Yoongi seduto sul divano affiancato da una testa castana.
“Hey Yoongii!” prese ad avanzare verso le due figure.
“Oh hey finalmente Jungkook! Lui è Jimin. Jimin lui è Jungkook. Spero possiate andare d'accordo” iniziò a gesticolare con un sorriso enorme sulle labbra. Al corvino fece strano vedere il biondo così di buon umore e pensò subito che quel ragazzo al suo fianco c'entrasse qualcosa con tutta quella felicità.
“Piacere di conoscerti Jimin” gli porse la mano che prontamente l'altro andò a stringere.
“Piacere tutto mio, sembri un simpaticone” quel ragazzo gli sorrise e ciò che lo intenerí fú il sorriso che formò, nello sguardo.. due fessure a mezze lune.Jungkook, contento di poter finalmente fare amicizia anche con qualcun'altro si sedette accanto ai due che iniziarono a parlare. Jimin amava raccontare della sua vita e faceva dei discorsi quasi filosofici alle volte. Il bruno, d'altro canto, ascoltava e quando gli veniva posta una domanda rispondeva senza farsi problemi.
Il biondo decise di chiamare il compagno proprio per fargli conoscere gente nuova, oltre alle mura scolastiche; poi aveva necessità di fargli conoscere lo stesso, Jiminie.
Magari con il tempo si sarebbero creati un gruppo di amici stretti con cui passare il fine settimana a divertirsi, forse in discoteca o al cinema.Appena mise piede in casa non ebbe il tempo di cambiarsi. Dovette subito andare a mangiare visto l'estremo ritardo che aveva fatto per la cena.
Appena finí di corsa il piatto, raggiunse la sua stanza dove finalmente, ebbe la possibilità di mettersi qualcosa di più caldo.
Si posizionò davanti lo specchio ed iniziò a spogliarsi. Levò prima il sopra, dopo il sotto ed infine indossò il suo adorato pigiama monocolore extra large.
Guardando, però, il proprio riflesso intravide qualcosa, o meglio dire, qualcuno. Era una figura abbastanza sfocata, non capiva se fosse frutto della propria immaginazione o meno, ma non ebbe il tempo di mettere a fuoco che sparì. Si stropicciò svariate volte gli occhi confuso, arricciando il naso e mettendo su un broncio indefinito.
Quella sera si diede del pazzoide da solo e decise di stendersi per riposare, prendendo la scusa della stanchezza per giustificare quello strano accaduto che lo rese fin troppo irrequieto prima di cadere totalmente tra le braccia di Morfeo.Perdonatemi per questi capitoli di passaggio, che da leggere possono risultare noiosi. Ma in qualche modo devo allungare il succo della storia.
Per il resto, la storia come vi sta sembrando fino a qui?
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Boy Of The Mirror [ TAEKOOK ]
Fanfiction[COMPLETA] Era inverno a Seoul, quando un giovane ragazzo dai capelli corvini si trasferì insieme ai genitori in quella grande città. Jungkook era un ragazzo tranquillo, aveva 16 anni e sapeva per certo cosa avrebbe fatto del proprio futuro una vol...