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Erano solamente le 7 quando decise di alzarsi dal suo amato letto

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Erano solamente le 7 quando decise di alzarsi dal suo amato letto. Quel giorno avrebbe voluto tanto restare a casa sotto le coperte, nel mondo dei sogni, ma dovette alzarsi controvoglia per andare in una scuola che ancora non aveva avuto modo di vedere.
Da una settimana stava dentro a quelle mura, si era abituato subito al nuovo ambiente e ne era alquanto contento. In famiglia tirava un aria di buon umore e avrebbe voluto fosse così per sempre ma era sicuro che prima o poi qualche litigio sarebbe scattato, i suoi erano imprevedibili ed anche lui non scherzava, avrebbe potuto arrabbiarsi anche senza un motivo valido.
Dopo aver fatto colazione si preparò alla svelta e si mise lo zaino in spalla.
«Mamma, papà! A più tardi e buon lavoro!» salutò i propri genitori e si chiuse la porta alle spalle varcando la soglia del cancello nero e iniziando a fare i primi passi sul marciapiede per raggiunge il nuovo istituto scolastico di cui, l'unica cosa che sapeva era la classe dove sarebbe dovuto andare una volta arrivato lì.

Per essere mattina presto, il sole splendeva già alto nel cielo e riscaldava leggermente l'aria fredda mattutina, rendendola frizzante.
La stradina per arrivare nella sua nuova casa era larga ma nonostante ciò, non vi era una fermata dell'autobus e ogni giorno, si sarebbe ritrovato a percorrerla da solo durante le giornate invernali.
“Uff spero di riuscire a trovare degli amici” borbottò, con un piccolo broncio e la fronte corrugata. Nel bel mezzo della camminata riceveva delle occhiate confuse dalla gente che, come lui, avevano qualcosa da fare quella mattina.
La scuola non distava molto dall'abitazione e riuscì ad arrivare giusto qualche minuto prima.
Mise piede nel cortile spazioso, con qualche siepe a circondare alberi sparsi all'interno di esso. Porse lo sguardo verso il portone affollato da ragazze e ragazzi che parlottavano tra loro. Si sentiva gli occhi addosso e una sensazione di disagio gli pervase il corpo facendogli abbassare subito lo sguardo sulle proprie scarpe che, in quel momento, trovò perfette per far svanire il proprio imbarazzo. Si chiese se quegli sguardi fossero di curiosità o di stupore nel vedere un nuovo alunno piombato nel bel mezzo dell'anno scolastico in quel liceo. Ma ciò che lo distrasse da quei pensieri fu la campanella che segnò l'inizio delle lezioni, così si affrettò a raggiungere l'interno alla ricerca della classe in cui avrebbe passato i suoi ultimi due anni da liceale.
Non fú difficile trovare l'aula. Vide, prima di raggiungerla del tutto già molte persone entrarci; chi era insieme a qualche compagno chiacchierando, chi invece solitario entrava silenzioso.
Entrò ed ebbe solo il tempo di sussurrare un “Buongiorno” prima di venir bloccato dalla Professoressa già alla cattedra.
“Tu devi essere il nuovo alunno! Mi hanno avvisato poco fa del tuo arrivo oggi.. Ti va di presentarti?” gli parlò entusiasta e con gentilezza la professoressa che lo invitò a mettersi di fronte alla cattedra.
Guardò di fretta i volti dei suoi nuovi compagni sentendosi di nuovo a disagio a distanza di pochi minuti, non era abituato ad avere così tanti sguardi sconosciuti ed indagatori puntati addosso. Spostò poi lo sguardo verso la sua nuova professoressa e gli annuí.
“Mi chiamo Jeon Jungkook, vengo da Busan e ho sedici anni. Mi sono trasferito qui a Seoul da poco. Spero che io sia il benvenuto, sarà un vero piacere conoscervi e fare nuove amicizie” sorrise e si inchinò, per poi raggiungere l'unico posto libero vicino la finestra.
Si sedette e sistemò due penne ed un quaderno sul banco, sollevò però lo sguardo percependo di essere osservato dal compagno affianco a sé.
“Heyy” lo salutò ricevendo in cambio, un' occhiataccia da quel ragazzo dai capelli platino.
«Perché mi guardi in questo modo? Non sono mica un mostro voglio solo fare amicizia...”
“Se proprio ci tieni... ——fece una breve pausa per poi riprendere a parlare—— sono Min Yoongi”
“Piacere di conoscerti, Yoongi” gli sorrise appena.
“Sono più grande di te, portami rispetto...”
“Yoongi Hyung va bene?” ridacchiò con leggerezza divertito dal suo atteggiamento, gli stava simpatico. Riuscì anche a scorgere un sorrisino in quel volto quasi senza emozioni del compagno.
Nelle ore successive seguì le lezioni prendendo appunti. Ebbe modo di conoscere anche altri professori e, per fortuna, gli andarono tutti a genio. Erano gentili e il loro modo di spiegare gli parve abbastanza chiaro. Per fortuna era arrivato agli stessi argomenti di ogni materia e non avrebbe avuto bisogno di nessun recupero, esultò mentalmente al pensiero di non dover studiare cose nuove tutto solo.

Si ritrovò seduto con il portatile aperto sulla scrivania, digitando qualcosa alla ricerca di informazioni riguardanti a storia dell'arte. Amava quella materia, lo affascinava parecchio e pensava spesso a come sarebbe stato vivere nei secoli passati, immaginava se stesso, collezionista, in cerca di nuove opere da comprare per abbellire la propria casa.
Doveva fare una lunga ricerca sull'arte del cinquecento, dopo avrebbe finito. Per sua fortuna, appena mise piede in stanza riuscì a fare matematica e filosofia molto in fretta.
Quando ebbe finito anche arte, si sollevò dalla sedia in cui rimase seduto per circa due ore e si stiracchiò portando le braccia all'indietro facendo uno strano rumore con la schiena.
“Ow” si lamentò sottovoce per quello scricchiolio delle ossa inaspettato e si mise a guardare fuori la finestra.
I suoi genitori avevano già iniziato un nuovo lavoro, la madre era tornata qualche ora dopo l'arrivo di Jungkook a casa. Mentre del padre ancora nemmeno l'ombra, probabilmente sarebbe tornato poco prima di cena, avrebbe dovuto anche fare la spesa quella sera.
Il sole era da poco tramontato, nascondendosi dietro i palazzi, oltre l'orizzonte e pian piano i vari lampioni della strada iniziarono ad accendersi.
La città iniziò a risplendere dalle prime luci delle ville e dei vari appartamenti.
Si rilassò al cambiamento di colore lento del cielo, sfumature di rosso e viola lo decorarono andando a scurirsi sempre di più. Quando il colore divenne del tutto scuro riuscì ad intravedere le poche stelle che, era sicuro, senza le luci della città ad illuminare quel tardo pomeriggio, se ne sarebbero viste ovviamente il doppio.

Jungkook in quel momento era abbastanza distratto dal non sentire gli occhi di qualcuno puntati addosso, aveva i pensieri altrove e non se ne rese conto. Quel qualcuno lo stava spiando a fin di bene, era un curiosone, ed era già da un po' che lo osservava. Spesso quando il ragazzo corvino era perso nei propri pensieri o mentre dormiva, pensava fosse un momento perfetto per avvicinarsi ulteriormente a quel giovane dalla testa bruna che lo incuriosiva ogni giorno di più.

Boy Of The Mirror  [ TAEKOOK ] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora