Gli occhi del grigio iniziarono a velarsi di lacrime che, qualche secondo dopo, iniziarono la loro piccola e lenta discesa sulle sue guance. Non riusciva ad elaborare in modo positivo l'idea di dover dire addio a quel posto, ai suoi genitori e alla magia una volta per tutte. Più ci pensava, più le sue lacrime scendevano incessanti e, dalle sue labbra iniziarono ad uscire dei singhiozzi disperati. La madre preoccupata lo accolse in un abbraccio stringendolo a sé, sussurrando con voce tremante che fosse tutto ok ma... Nulla lo era. Taehyung lo sapeva benissimo, e quella semplice frase invana pronunciata dalla madre per calmarlo, peggiorò ulteriormente la situazione.
“Taehyung non piangere” sussurrò con tono triste, carezzando i suoi capelli e sperando in quel gesto di riuscir a calmarlo un minimo ma, anche quello, fu un tentativo inutile.
“Mamma smettila, perché non è tutto ok. Non lo è affatto!” gli urlò contro, scansandosi dalla stretta. “State per morire. È difficile dirvi addio, non è una passeggiata, sapete? È impensabile che dopo gli sforzi nell'ultimo periodo, dopo che sembrava stessimo diventando una vera famiglia unita e piena di bene reciproco, adesso si sta per distruggere. Tutto, tutto quello che ho sempre desiderato nei miei diciassette anni di vita e che ho avuto modo di vivere solo in questi ultimi giorni sembra quasi già svanito” un altro singhiozzo, insieme a quelle parole piene di dolore, lasciò le sue labbra seguito poi, da tanti altri.
“Là fuori c'è l'inferno e tra poco sarà anche dentro casa nostra —prese ad indicare fuori dalla finestra, puntando con il dito una casa immersa tra le fiamme— proprio in quello, stesso, identico modo!”
“Tae mi dispiace. È abbastanza inutile disperarsi in questo modo perché accadrà, devi fartene una ragione. Noi ti staremo comunque accanto; qui” la donna toccò il petto del ragazzo all'altezza del cuore, e gli regalò un ultimo debole e dolce sorriso. Taehyung avrebbe voluto dire di più, aggiungere altro prima di dare definitivamente l'ultimo saluto ai suoi genitori ma, era troppo tardi. La porta d'ingresso venne buttata giù senza nessun problema. Un ragazzo alto, con spalle larghe e con occhi rosso scarlatto intimidatori e spaventosi, fece capolineo all'interno dell'abitazione.
Bastò poco e il panico invase Taehyung da capo a piedi, lo stesso avvenne per la donna e per l'uomo che, fino a qualche istante prima si trovava a circondare il tavolo della cucina cercando di calmare il figlio in lacrime.
Si misero a correre verso l'unico corridoio pieno di stanze della casa, sperando che l'uomo sconosciuto avrebbe perso qualche istante in più per trovare i genitori; dovevano dividersi e Taehyung sarebbe dovuto scappare.
“Che meraviglia, altre tre carinissime vittime da far fuori~” quella frase provení dal fondo del corridoio e delle fiamme divampanti iniziarono a propagarsi sul pavimento facendoli rischiare di rimanere bloccati tra esse senza prima essersi nascosti in una stanza.
“Taehyung, prendi questa e vai via!” il padre gli porse una collana con un ciondolo blu.
“Io— ok!” altre lacrime salate rigarono il suo viso, afferrò l'oggetto mettendoselo al collo di fretta.
“S-scappa figliolo” fu la madre a spronarlo ad andare, dicendoglielo con voce spezzata e tremante per via del pianto.
I suoi genitori lo guardarono per l'ultima volta prima di entrare all'interno di una stanza e chiudersi la porta alle spalle. Il grigio realizzò solo dopo pochi secondi, quando porse lo sguardo alle fiamme ormai quasi vicine a sé, notando una sagoma sfocata in lontananza. Grazie al fumo causato dal fuoco, Taehyung decise di appannare la vista a quel ragazzo mai visto prima, se non in quel momento, e così fece; pronunciò una piccola formula magica e mosse la mano in un gesto veloce nella sua direzione. Appena vide lo sconosciuto fermarsi sul posto per poco, gli diede le spalle e raggiunse correndo la stanza con lo specchio magico.
Una volta dentro si chiuse a chiave ma, ovvio era il fatto che la serratura bloccata non avrebbe fermato quel mostro affamato di morte e distruzione.
La casa sembrò cadere in un silenzio assordante, disturbato solo dal basso crepitio del fuoco però, nulla dura per sempre.
Un urlo disperato squarciò quel breve momento di 'pace', poi un altro ed un altro ancora; il grigio tremò dalla paura e le lacrime divennero completamente infrenabili. Sentire i propri genitori gridare in quel modo gli fece gelare il sangue nelle vene, sentendosi più spaventato di prima.
Un altro breve terremoto lo fece oscillare e, inevitabilmente, sbatté la testa contro il muro alle sue spalle. Durò poco e la botta non fú forte, ebbe solo un grande giramento di testa passeggero.
Il silenzio calò nuovamente, le urla cessarono e dei passi pesanti iniziarono a sentirsi, erano sempre più vicini.
Si sentí morire dentro.Jungkook stava studiando ma, non riusciva minimamente a concentrarsi. Gran parte dei minuti li spese a leggere quelle pagine di storia, leggeva e rileggeva più volte senza capire ciò che stesse provando a studiare. Nell'ultimo periodo non riusciva neanche a stare attento in classe e appena provava a prendere appunti, nella sua mente appariva solo un nome: Taehyung.
Lui era sempre lì, fisso nella sua testa. Dannazione! Aveva perso la ragione per quel ragazzo e stava trascurando parecchio la scuola, se stesso ed i suoi amici. La preoccupazione che provava non lo aiutava e aumentava sempre di più, ogni minuto, ogni ora, ogni santo giorno.
Decise di prendere la pagina degli esercizi e iniziò a farli con calma, cercando di metterci la massima attenzione quando, però, uno strano suono di un cristallo distrutto gli arrivò alle orecchie.
Che diavolo era stato?
Girò con la sedia e lo sguardo gli cadde inevitabilmente sul vetro, stranamente ai lati di uno strano colore aranciato ma, a quella distanza non vide nulla di rotto.
Iniziò tuttavia ad allarmarsi e si alzò scattante dalla sedia, raggiungendolo alla svelta. Appena si ritrovò di fronte ad esso, posò la mano in un punto preciso; lo specchio era crepato.
STAI LEGGENDO
Boy Of The Mirror [ TAEKOOK ]
Fanfiction[COMPLETA] Era inverno a Seoul, quando un giovane ragazzo dai capelli corvini si trasferì insieme ai genitori in quella grande città. Jungkook era un ragazzo tranquillo, aveva 16 anni e sapeva per certo cosa avrebbe fatto del proprio futuro una vol...