Nine💫

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Il getto d'acqua gli bagnò i capelli corvini ed il corpo magro, quel calore lo riscaldò alla svelta facendogli passare quei brividi di freddo mattutini che da appena sveglio, lo facevano tremare come una foglia

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Il getto d'acqua gli bagnò i capelli corvini ed il corpo magro, quel calore lo riscaldò alla svelta facendogli passare quei brividi di freddo mattutini che da appena sveglio, lo facevano tremare come una foglia.
La febbre sembrava essere scesa di poco con le varie medicine prese durante la notte, non riuscendo a dormire per la temperatura alta. Si era svegliato fin troppe volte con la gola secca ed il pigiama sudato. Odiava star male.
Quando finí la doccia si affrettò ad asciugarsi per indossare dei vestiti puliti. Sistemò i capelli gonfi con le mani cercando di non scombinarli ulteriormente ed uscì dal bagno che, in quel momento, era la stanza più calda della casa tra phon e vapore della doccia, a Jungkook non dispiacque affatto.
Tornato in stanza si sedette sul letto e guardò in direzione dello specchio.
Taehyung sarebbe tornato, ma quando precisamente?
Decise infatti di alzarsi e provare a bussare sul vetro, come se fosse una porta e sperando che, dall'altra parte, il ragazzo riuscisse a sentire il suo continuo sbattere le nocche delicatamente su di esso.
Una testa argentea sbucò poco dopo facendolo sussultare.
“TaeTae” nelle sue labbra spuntò un sorriso da coniglietto e il nominato raggiunse il corvino nel suo mondo attraversando la barriera magica.
“Come ti senti?”  si preoccupò di toccargli la fronte, ancora leggermente calda.
“Ho ancora un pochino di febbre. Però sto meglio credimi” gli prese il polso delicatamente e lo trascinò sul letto.
“Mi fai compagnia, giusto?” usò un tono pietoso per farlo restare lì con lui, difatti subito dopo ricevette un segno positivo con un cenno alla testa.
“Kookie cos'è quel coso?” indicò il portatile sulla scrivania con lo schermo acceso.
“Oh quello? Beh, è un computer. Permette di fare tutto. Voi non avete cose tecnologiche come quello o il telefono?” corrucciò la fronte non credendo che Taehyung non sapesse dell'esistenza di queste cose.
“Umh no, cos'è..? E poi con tutto cosa intendi? Ti ricordo che facciamo parte di due mondi diversi” mise il broncio l'altro.
“Sei proprio tenero quando fai così, lo sai?” ridacchiò il corvino vedendolo con le labbra imbronciate, poi notò le guance del ragazzo diventare bordeaux per quel piccolo complimento spontaneo che gli fece.
“Apparte questo... Con tutto intendo che puoi cercare qualsiasi cosa tu voglia sapere, è come i libri ma con tutto all'interno. Internet permette di navigare grazie a questi apparecchi elettronici e di comunicare con qualsiasi parte del mondo. I telefoni sono più piccoli e touch, per il computer invece devi usare quel coso lì —indicò il mouse— e la tastiera” si alzò dal letto e recuperò tutto per poter mostrare al grigio qualcosa. 
Iniziò a digitare i tasti e cercò qualche video da mostrargli. “Ecco, puoi anche vedere i film” ridacchiò vedendo Tae confuso.
“Figo...” disse solamente per poi guardare il ragazzo di fianco a sé, nel bordo del letto.
“Voi con cosa comunicate? Con le lettere?“ domandò curioso Jungkook, rimettendo apposto il pc e spegnendolo.
“Si, i gufi le portano dove diciamo noi, li addestriamo dalla nascita. Oramai sono diventati dei postini per tutti. Uff poveri” e di nuovo un espressione triste gli contornò le labbra rosee.
“Come in Harry Potter” borbottò tra sé e sé il moro pensandoci.
“Il tuo mondo è molto più avanti del nostro. È più bello...” si alzò e raggiunse la finestra. Quel giorno pioveva come al solito ma uno spicchio di sole faceva comunque capolinea sulla città di Seoul, illuminandola un minimo da quel cielo grigio e nuvoloso.
“Cosa ti piace?” restò a guardarlo dal proprio letto.
“È moderno Kookie... Il mio non è affatto così affascinante come questo e poi qui potete vedere i film con l'audio!! Il massimo che noi possiamo fare sono degli stupidi spettacoli di magia. Quí c'è più da divertirsi, mentre lì no —indicò lo specchio— è noioso stare sempre rintanati in casa con un padre che ha solo intenzione di diventare ricco e la madre che sfrutta sia me che lui.” nella sua voce si poteva sentire un cipiglio di rabbia.
“Pensavo avessi un buon rapporto con i tuoi” sussurrò Jungkook che in quel momento si ritrovò senza parole da tirar fuori.
“Per niente... Io sono il classico figlio che accontenta il volere dei genitori. N-non sono uno di quelli che ha una vita propria, devo sottostare a delle regole. E guai se non le rispetto... Mio padre è un tipo abbastanza severo.” gli tremò la voce nel parlarne, desiderava spesso essere una persona di quel mondo senza poteri, con un famiglia normale ed unita; i suoi però erano solo sogni quasi impossibili.
Il corvino, fino a quel momento aveva pensato che tutta quella premura di Taehyung nell'aiutare la famiglia, fosse spontanea, ma si sbagliava. L'unica cosa di cui non si sbagliò fu la dolcezza e la gentilezza di quel ragazzo.
“TaeTae sai che puoi venire qui quando vuoi, no? Quando ti va possiamo andare in giro, ti mostrerei tutta la città pur non conoscendola  benissimo. Ti porterei al cinema oppure in qualche sala giochi o ovunque tu non sia mai stato. Se nel tuo mondo sei infelice non significa che lo devi essere per sempre” gli si avvicinò e gli regalò un tenero sorriso.
“Su questo hai ragione... Voglio conoscere cose nuove ed imparare a vivere senza la magia, inizio ad odiarla e come tu già sai la uso solo nei casi d'emergenza” ridacchiò.
“Qui non la puoi usare?”
“No, non fa effetto. Credo... Qui posso essere una normalissima persona” utilizzò quella parola come se avere dei poteri lo rendesse qualcosa di brutto, qualcuno da ripudiare.
A Jungkook quel discorso di Taehyung, sulla sua famiglia, lo rese triste. Come si può trattare un figlio in quel modo? I suoi mai gli avrebbero vietato o imposto regole inutili tappandogli le ali per spiccare il volo.
Il grigio si sentiva proprio così, con le ali tagliate e con dei sogni andati in frantumi da quando era un pargolino che voleva solo correre con i bambini della sua età. I suoi gli vietavano spesso di uscire e gli imponevano di restare con loro per aiutarli; il padre lo voleva per lavorare, la madre per riordinare la casa insieme a lei o per cucinare. Era un usignólo in gabbia.
Taehyung era stufo di vivere in quel modo, voleva cambiare la propria vita. Sperò di riuscirci il prima possibile e Jungkook sarebbe stato un tassello indispensabile per lui. Il ragazzo dai capelli scuri sarebbe stato il suo spicchio di sole, la chiave per quella gabbia in cui lo avevano rinchiuso fin da bambino.

Boy Of The Mirror  [ TAEKOOK ] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora