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(T/n)

Avevo si e no quattordici anni quando scoprì il cadavere di mio fratello poco distante dalla porta d'ingresso.

Ero appena tornata da scuola quando notai che la porta era socchiusa. 

Mi ricordo perfettamente cosa pensai: "Cavolo, Kyle potrebbe anche chiuderla quando torna a casa!" 

Quando però entrai all'intero nell'aria aleggiava un odore metallico che mi mise in allerta. 

Mi bruciavano gli occhi e la gola da quanto era pesante quell'aria e, quando abbassai lo sguardo, vidi la mano del mio fratellino a terra con gli occhi voltati all'indietro.

I ricordi, da qui, iniziano a esser confusi. 

Non so come sono finita in ospedale...non mi torna in mente nulla.

Mamma e papà erano distrutti, la prima cercava di apparire forte mentre parlava con la polizia stringendo a sé la maglia preferita di Kyle mentre l'uomo, accanto a me, tentava di rassicurarmi con un dolce sorriso.

«Papà, so che è morto...non devi fingere» 

Sussurrai guardando il vuoto. 

Il mio vecchio sobbalzò e annuì chinando il capo. 

Lo guardavo impassibile mentre il suo corpo veniva percosso da dei forti sussulti dovuti alle lacrime. 

«Supereremo anche questa...»

Quando mi lasciarono da sola, mi permisi di crollare. 

Mi venne una crisi di panico. 

Mi graffiavo la pelle delle braccia come a voler dimenticare quell'odore ormai impregnato, secondo la mia mente, su tutto il mio corpo. 

Persi completamente il controllo del Quirk, le cose attorno a me iniziarono a volteggiare e a esplodere da sole. 

Dovettero sedarmi.

Ancora oggi, i ricordi di quella mattinata mi tormentano sottoforma di incubi.

"Adesso avresti avuto venti anni, Kyle (T/c),buon compleanno..." 

Ebbene sì, oggi 23 Aprile di quando io avevo appena cinque anni, ricevetti come regalo un bellissimo fratellino identico a me: (c/c) e con due meravigliose pozze (c/o), le labbra erano piccole ma carnose allo stesso tempo. 

L'unica cosa che ci distingueva erano la leggera spruzzata di lentiggini sul suo volto, identiche a nostra madre.

Il telefono mi distoglie dai miei pensieri e, per farlo smettere, rispondo anche se con voce assonnata. 

«Pronto?»

«(T/n)! Abbiamo riaperto il caso di tuo fratello! Vieni subito in tribunale!» 

Kiara attacca senza troppi pensieri permettendomi di rielaborare tutta la situazione.

"Hanno...riaperto il caso...?!

Sfreccio sotto la doccia uscendo solo dopo circa venti minuti, mi vesto in fretta e faccio uno chignon disordinato prima di prendere la borsa con tutto l'occorrente per la giornata. 

Esco di casa addentando una fetta di pane tostato.

Vado nel garage prendendo la mia amata Porsche rossa per poi correre verso il tribunale sempre rispettando le norme stradali.

Un amore nel tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora