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Dabi

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Dabi

La casa è silenziosa senza la sua solita parlantina. Ridacchio a pensare che da piccola non faceva altro che parlare, senza mai fermarsi.

Accendo la televisione, cambiando canale in fretta ogni volta che non vedevo niente di interessante.

Mi alzo di scatto dal divano,andando velocemente verso il telefono di casa digitando subito il numero di (n/m). «Hey, sono io» sussurro. «Sono svegli?» chiedo subito.

«Si, vuoi parlare con i piccoli?» chiede, dal tono sento che sta sorridendo.

«Si» rispondo sorridendo non appena sento un vagito di Emiko e la dolce di risata di Masashi. «Hey, piccoli» dico.

Non so per quanto tempo sono rimasto a telefono, fatto sta che adesso sono sul divano a guardare un vecchio programma di quando ero piccolo.

Sospirando, mi alzo al suono del campanello trovandomi di fronte il celeste con un ghigno stampato sul volto. «Bentornato in Giappone, Dabi» sussurra.

«Che vuoi? Sono occupato» quando sto per chiudergli la porta in faccia, si decide a parlare.

«Ho sentito la tua cara (T/n)...non è molto simpatica, lo sai?» mi gelo sul posto, con gli occhi sgranati.

«Che le hai fatto, bastardo?!» urlo,tirandolo a me per il colletto di quella sudicia camicia bianca,sporca di fango e terra. «Se le torcerai anche solo un capelli, giuro che ti do fuoco» sussurro a un palmo dal suo volto.

«Oh, oh...se vuoi riavere indietro la (c/c), non ti conviene» alza le mani in segno di resa, ridendomi in faccia. «Avresti dovuto sentirla stamattina! Tutto iperprotettiva con i vostri marmocchi del cazzo...ma chi protegge lei?» con uno scatto, lo butto a terra, salendogli addosso e iniziando a prenderlo a pugni.

«Ridammi subito la mia (T/n), bastardo!» urlo.

«Allora dovrai fare esattamente quello che ti dirò io da questo momento e in avanti. Sono stato chiaro, fiammetta?» afferma ghignando quando mi allontano da lui.

«Sarà meglio per te che sia sana e salva» dico soltanto, sputandogli sulle scarpe.

«Giurin-giurello...» mormora sorridendo malignamente. "Qualcosa non quadra...ho un brutto presentimento e io...non sbaglio mai su queste cose" penso cercando di calmare l'istinto di saltargli addosso e ammazzarlo di pugni.

«Tsk» sussurro, voltandogli le spalle. «Cosa vuoi da noi?» chiedo.

«Oh, niente che tu mi possa offrire» risponde ridendo per poi tornare serio in un secondo. «Voglio solo la (c/c) che tanto ami...voglio distruggere tutto quello a cui tieni, partendo dalla tua stessa famiglia»

«Non ci provare, figlio di puttana» dico a denti stretti.

«E, chissà...magari diventerò padre anche io» non appena finisce la frase, il suo corpo diventa fango e la sua immagine si scioglie di fronte ai miei occhi.

Un amore nel tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora