(Dabi x Reader)
Dicevano che non sarebbero mai potuti stare assieme...che il loro amore era sbagliato.
Lui: un uomo in cerca di pace e serenità da tutto quello che la vita gli aveva riservato.
Lei: una ragazza in cerca solo di caos.
Tanto diversi...
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(Dabi)
La mia paura più grande è diventata realtà...adesso lei mi odia ed è tutta colpa mia! Non posso far altro che osservarla, in quell'angolo buio della stanza, con le braccia leggermente protese verso di lei. La (T/c) mi guarda con fare contrariato mentre io cerco di trovare le parole adatte per esprimere il casino che ho in testa.
«Su, avanti...parla» sussurra accarezzandosi la spalla. Il mio sguardo cade irrimediabilmente sulla fasciatura e sento come una stretta al petto. "Si è ferita solo per colpa mia" penso, senza distogliere le mie iridi cerulee dal bendaggio. «Non mi fissare...mi metti in soggezione» sussurra a un tratto, coprendosi il volto con i suoi (l/c) capelli (c/c).
Scuoto la testa come a voler tornare coi piedi a terra e cerco di avvicinarmi lentamente al lettino, fermandomi non appena noto come (T/n) cercasse di allontanarsi, stringendo maggiormente la mano al broccolo. Sospiro, iniziando a parlare, vedendola sussultare non appena sente la mia voce.
«Senti...c'è un'unica persona dietro a tutto questo...non posso dirti chi è perché...semplicemente, non posso. Volevano vederti al mercato nero ma c'era un'altra opzione: quella di uccidere Kyle. Io ho scelto la seconda e mandato qualcuno a farlo al posto mio, non potevo perché, semplicemente, era mio amico» spiego avvicinandomi ulteriormente a lei, prendendole la mano libera tra le mie mentre lancio sguardi omicidi al biondo che mi punta ancora la sua piuma alla gola.
Si avvicina, premendo la punta rossa conto la mia gola. Rimango fermo sul posto, evitando di fare movimenti bruschi, mentre la (c/c) alterna lo sguardo preoccupato da me al biondo. Il suo tono colmo d'ira fa sussultare la ragazza, aumentando la presa sulle mani mie e del broccolo. «Ti conviene sbrigarti a finire, toast bruciato» dice a denti stretti trascinando fuori dalla stanza il verde che cercava in tutti i modi di non lasciarmi da solo con lei. Noto come il suo sguardo sia preoccupato, mentre non lo distoglie da (T/n), almeno fino a quando le porte non si chiudono, lasciandoci finalmente da soli.
«Ascoltami, (T/n)...lo so che fin'ora ho soltanto sbagliato ma ti prego, ti supplico, non allontanarti da me. Ormai mi sei di vitale importanza...» le dico prendendole il volto tra le mani e facendo combaciare le nostre fronti continuando a guardarci negli occhi.
«Touya, come faccio a sapere se mi stai mentendo oppure no?» chiede con voce incrinata stringendo le mie mani posizionate sulle sue guance. «Come posso avere la conferma che non mi ferirai di nuovo ma in modo ben peggiore?» continua.
"Ha ragione..." penso, stringendo sia gli occhi che la mandibola. «Non ti posso assicurare una vita felice assieme a me, ma di sicuro non ti negherò dell'affetto di cui ti ho privata per un mio errore» affermo subito, con tono sicuro.
Apro di scatto gli occhi non appena sento dei singhiozzi mal trattenuti e il suo corpo che inizia a tremare grazie a questi ultimi. «Touya...» sussurra chiudendo gli occhi negandomi la possibilità di leggerle dentro.