(Dabi x Reader)
Dicevano che non sarebbero mai potuti stare assieme...che il loro amore era sbagliato.
Lui: un uomo in cerca di pace e serenità da tutto quello che la vita gli aveva riservato.
Lei: una ragazza in cerca solo di caos.
Tanto diversi...
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(T/n)
Ci sediamo nell'erba uno accanto all'altra, in silenzio, a guardare il ruscello dell'altra sponda che scorre placido. «Come mai ti trovi qui?» mi chiede, senza voltarsi verso di me.
"Sono giorni che non mi parla e la prima cosa che mi dice è questa?" penso, leggermente ferita dalla sua indifferenza.
Da quando, diversi giorni fa, abbiamo litigato, fa finta come se io non esistessi...è arrivato persino a dire "Chi? Non conosco nessuno con questo nome" quando bussai al campanello di casa sua, portandogli la sua torta preferita come bandiera bianca per far pace.
Ma dopo quella risposta, me ne sono andata correndo, lasciandogli sulla finestra il ruoto con il dolce dentro.
«Potrei farti la stessa domanda, sai?» sussurro.
«Rispondi sempre con un'altra domanda?»
«Dipende...tu fai lo stesso» rispondo.
Ci scappa un risolino.
Il corvino prende un sasso e lo lancia con poca voglia nel ruscello e per poi rivolgersi a me. «Sai farlo saltare?» chiede, evitando in tutti i modi di guardarmi in faccia.
Ci alziamo in piedi e mettendomi una mano tra i capelli (c/c) rispondo «No» mentre lui cerca sassi della misura giusta.
«Vieni qui, ti insegno» mi prende per mano e finisco con la guancia contro la sua spalla. «Vedi? Lo tieni in questo modo e poi...» in realtà non lo ascolto, guardo solo il suo viso e il suo sguardo: è davvero un ragazzo speciale. «...e...Principessa? Principessa, sei sulla terra o su Saturno?» mi chiede ridendo. «E perché mi fissi? C'è qualcosa che non va forse?» si mette una mano tra i capelli corvini cercando di sistemarseli al meglio.
Mi riconnetto alla realtà. «Tranquillo, stavo solo pensando a quanto sono stata una vera stupida...» e intanto rido.
«Perché? Non credo che tu lo sia, sai?» lo guardo ancora e lui guarda me.
«...davvero?»
Mi si avvicina lentamente per poi toccarmi il naso. «Questa era un'altra domanda?»
Tiro un sospiro di sollievo e lo spingo un po' più in là ridendo e ci risediamo ai piedi del ruscello. Dopo alcuni minuti ritorno seria: sono pronta a scusarmi con lui.
«Senti, Touya...ti volevo chiedere...scusa»
«Scusa?» mi chiede confuso.
«Sì, scusa...»
«Perché? Da quel che mi ricordo sono io che ti devo delle scuse...» mormora chinando il capo, con una mano dietro al collo imbarazzato.
«Sai, ci sono ragazze migliori di me, là fuori...magari hai solo un istinto di protezione verso di me»