Capitolo 58

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Pov's Lele

Gian torna in salotto e si siede vicino a Diego.

«Gli hai medicato i tagli?» gli chiede Diego.

«Si. Ne aveva molti, ha le braccia piene.»

«Vorrei sapere cosa gli prende.» dice Diego sospirando.

«Lo voglio sapere pure io amore. Ma se non vuole parlare non possiamo obbligarlo. Quando vuole sarà lui a venire da noi.»

Diego annuisce. Cala il silenzio e continuamo a guardare la tv.

Pov's Tancredi

Sono steso sul letto, a guardare le foto mie e di Lele. Mi manca, tantissimo... Sento la porta aprirsi, per poi essere chiusa a chiave.

«Da quando tieni i tuoi amici per mano?» dice Aaron.

Lo ignoro e non rispondo alla sua domanda. Caccio le foto con Lele e vado su Instagram.

«Il gatto ti ha mangiato la lingua?»

Nessuna risposta da parte mia. Mi toglie il telefono dalle mani e si mette a cavalcioni su di me.

«Odio essere ignorato Tancredi, lo sai bene.»

Deglutisco e inizio a tremare dalla paura. Mi stava per levare i vestiti ma il bussare alla porta lo ferma.

Benedetto chiunque sia!

«Aaron sono Cameron. Vieni con noi, stiamo uscendo.»

«Ritieniti fortunato Galli.»

Aaron esce dalla stanza, smetto di tremare.

Dopo un ora

Il mio stomaco brontola. Effettivamente è da un mese che non mangio, e la fame si fa sentire. Esco dalla stanza, scendo sotto e vado in cucina. Passando per il salotto vedo Lele da solo sul divano. Vado in cucina e appena cerco qualcosa da mangiare il mio stomaco si chiude, e mi passa la fame.

Esco dalla cucina e guardo nelle varie stanze. A quanto pare ci siamo solo io e Lele in casa. Torno in camera mia, chiudo la porta e mi affaccio alla finestra, mettendo i gomiti sul davanzale. Inizio ad osservare il mare. Dopo circa venti minuti sento qualcuno che mi osserva, mi giro e vedo Lele. È appoggiato con la spalla allo stipite della porta, e ha le braccia incrociate. Mi perdo dentro i suoi occhi. Dopo minuti interminabili passati a fissarci, mi riprendo dal mio stato di trance.

Vado alla scrivania e da un cassetto prendo la lettera che gli ho scritto. Mi avvicino timidamente a lui.

«So che non vuoi parlare con me. So che mi odi. E che non mi vuoi più nella tua vita. Ti capisco benissimo. Non importa se tu non vuoi più avere a che fare con me, anche se mi fa male sapere che mi cancellerai dalla tua vita. Ma voglio darti questa. Non so se la leggerai, ma spero di si.»

Prende la lettera dalle mie mani ed esce dalla stanza.

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