Capitolo 35

1.7K 77 15
                                    

Pov's Lele

Entriamo in classe e ci andiamo a sedere ai nostri posti. Non vedo l'ora che arrivino le vacanze di Natale. La prof di matematica entra in classe e si siede alla cattedra.

«Allora ragazzi, si sta avvicinando il Natale. E come ogni anno verrà organizzata una festa di Natale. Questa festa sarà il venti dicembre, alle otto e mezza nella palestra della scuola. Non ci sarà alcool, e dovrete vestirvi adeguatamente. Dal ventuno dicembre inizieranno le vacanze e tornerete qua a scuola il sette gennaio. Oggi vi darò dei compiti per le vacanze.»

La notizia della festa mi piace, quella dei compiti un po' meno.

«Non potrebbe evitare di darci i compiti?» le parole mi escono dalla bocca spontaneamente. Purtroppo ho pensato a voce alta, spero solo che non si metta a fare l'isterica.

«Come dice Giaccari?»

«Non può evitare di darci i compiti? Non dobbiamo passare le vacanze di Natale sui libri, anche noi abbiamo una famiglia con cui passare le nostre giornate. Di certo non dobbiamo stare tutto il giorno chiusi nella nostra cameretta a fare dei stupidi compiti, mentre voi professori vi godete le vacanze. Sapete abbiamo una vita sociale al di fuori della scuola.» dico l'ultima ironicamente.

«Giaccari come si permette?!» eccallà. Te pareva che non se metteva a fà l'isterica. Pare che c'ha il ciclo 24h su 24 ogni giorno.

«Ho solo detto la verità professoressa.»

«A lei signorino Giaccari darò il doppio dei compiti. E se non li fa, al rientro a scuola le metterò due. Adesso facciamo lezione.»

Me sembra giusto d'arme er doppio dei compiti. Cogliona. Controvoglia inizio a seguire la lezione.

Dopo scuola

«Raga volete venire a mangiare a casa mia?» chiedo agli altri mentre usciamo da scuola.

«Ma si dai.» rispondono loro.

Andiamo verso la mia macchina e torniamo a casa.

A casa di Lele

Tornati a casa saliamo in camera mia, sul letto posiamo i nostri zaini e poi andiamo in cucina. Inizio a preparare da mangiare e quando è pronto porto tutto in tavola.

«Raga stavo pensando, e se per le vacanze prendessimo una casa grande dove stare tutti insieme con le nostre famiglie?» propone Diego.

«Ma si perché no?!» dice Gian entusiasta.

Dopo mangiato i ragazzi mi aiutano, Diego e Gian sparecchiano la tavola mentre io lavo i piatti. Sento due braccia intorno alla vita. Ovviamente è Tancredi.

Giro la testa verso di lui e gli do un bacio sulla fronte. Quando ho finito di lavare i piatti, raggiungo gli altri nel salotto. Iniziamo a cercare una casa dove passare le vacanze e quando la troviamo, chiamiamo il proprietario. Per nostra fortuna ha accettato a darci la casa. Non ci resta che parlare con le nostre famiglie.

Il pomeriggio

Dopo aver studiato io e i ragazzi abbiamo deciso di uscire e farci un giro. Mentre camminiamo per andare al Duomo sentiamo una voce.

«Tancredi.»

Tu Sei||TankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora