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Era dal momento in cui aveva messo di nuovo piede nel suo palazzo che Jungkook non smetteva di agitarsi e lamentarsi. Aveva scoperto che sua sorella Jein era stata trattenuta dal Re in persona e che non permetteva a nessuno di farle visita. Il nobile non capiva il perché di tutto questo e nessuno sembrava in grado di dargli una spiegazione. Forse, però, la verità era che non volessero dargliela. Aveva chiesto a tutti, arrivando persino a litigare con Yoongi che sembrava irremovibile dalla sua decisione di non lasciar vedere Jein neanche alla sua famiglia.
La cosa più strana, però, fu quando i suoi stessi genitori gli chiesero di non fare più domande e di non insistere perché, in alcun modo, avrebbe avuto la possibilità di far visita alla sorella. Il tutto si fece ancora più confuso quando Jungkook sorprese suo padre a piangere.
Se ne stava nel buio del suo studio, illuminato solo dalle fiamme del camino, mentre, piegato sulla sua scrivania, si lasciava trasportare dal dolore, riversandolo sul duro legno del mobile sottoforma di lacrime pesanti. Fu allora che il nobile capì che, qualunque fosse il motivo per il quale Jein si trovasse in isolamento al palazzo Reale, suo padre ne era a conoscenza. E quella scena, quel pianto, quella sofferenza, altro non gli fecero pensare se non al peggio.
L'unica cosa che lo distraeva da tutto ciò era il pensiero che, proprio quel giorno, avrebbe rivisto Taehyung. Il maggiore aveva infatti deciso di rimanere nel Regno dei Park, a casa sua, per restare con la sua famiglia che non vedeva da troppo tempo. Fu difficile per Jungkook accettare la sua decisione e tornare da solo a palazzo perché aveva sperato che, dopo la rivelazione fatta da Seokjin riguardante il suo sogno, avrebbero ripreso la loro relazione da dove l'avevano interrotta. Purtroppo non fu così, Taehyung non voleva ricominciare niente senza prima aver capito come conciliare il loro legame con il futuro che aspettava Jungkook.
Nonostante ciò, il maggiore gli aveva promesso che ci sarebbe sempre stato per lui e che sarebbe andato a trovarlo ogni volta che il più piccolo lo desiderava. Per questo motivo, non appena il nobile aveva saputo della sorella, aveva scritto una lettera a Taehyung chiedendogli di raggiungerlo. Era una situazione snervante per Jungkook e, senza il ragazzo che amava, sarebbe stata insostenibile.
Lo vide arrivare e notò in lui un'aura diversa dal solito: era raggiante, spensierato, libero. Forse era questo che si provava dopo aver vissuto nell'ombra per dieci anni, con la paura costante che il un incubo si avverasse. Forse era quella l'espressione di chi, finalmente, era riuscito a ricongiungersi con la sua famiglia. E fu proprio vedendolo così felice e spensierato che Jungkook si pentì di averlo fatto venire lì perché, così facendo, l'avrebbe inevitabilmente trascinato nella sua irrequietudine e rabbia. Però, quando lo abbracciò e iniziò a ripetergli che l'avrebbe aiutato a scoprire cosa fosse successo a Jein, non poté far altro che accomodarsi tra quelle braccia e respirare un po' di tranquillità.
Decisero di andare al palazzo Reale così da poter parlare direttamente con il Re dato che sua sorella si trovava confinata tra quattro mura proprio per volontà sua. Appena arrivarono, furono avvisati del fatto che Yoongi fosse in riunione. Infatti, circa un quarto d'ora dopo, videro uscire dalla stanza il Re ed i suoi tre Consiglieri, tra cui il padre di Jungkook.
-"Che ti fai qui?"- Chiese il Consigliere Jeon al figlio.
-"Sono qui per parlare con il Re. Pretendo delle spiegazioni sul perché non posso far visita a mia sorella e, soprattutto, perché è costretta a restare qui."- Spiegò il nobile, lasciando che Yoongi sentisse ogni parola.
-"Ed io sono pronto a darti tutte le spiegazioni che vorrai."- Disse il Re, lasciando Jungkook di stucco.
Non si aspettava di ottenere ciò che desiderava così facilmente, anche perché non era la prima volta che faceva questa richiesta e gli era sempre stato negato qualsiasi tipo di chiarimento.
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Silver Chair ~ [Taekook]
Fanfiction[COMPLETATA] Essere un nobile e il consigliere del Re è sempre stato semplice, soprattutto quando la sedia d'argento è tua per diritto di discendenza. A volte, però, la vita ha altri piani per noi e siamo costretti a rinunciare al futuro che pensav...