4. Coltello alla gola

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Jungkook viaggiò per un giorno intero, ventiquattro ore senza mai fermarsi se non quando incontrava una pozza d'acqua per dissetare se stesso e il cavallo. Non sapeva dove stesse andando perché si stava lasciando guidare dall'animale. Se il cavallo voleva girare a destra allora girava, se voleva andare dritto ci andava.

Si ritrovò a percorrere strade mai calpestate, attraversò molti villaggi del Regno che non aveva mai visitato ed arrivò ad un bosco. Non c'era neanche il più piccolo segno di vita umana tra tutta quella vegetazione, soltanto qualche animale ogni tanto faceva riecheggiare la propria voce e si rendeva visibile.

Era notte fonda e forse non era l'ora più adatta per attraversare un bosco, eppure Jungkook si sentiva più libero e al sicuro lì che tra le quattro mura del suo palazzo. Comunque aveva sempre a portata di mano la sua spada affilata che non avrebbe indugiato ad usare contro qualunque cosa si fosse intromessa lungo il suo cammino.

Alle prime luci dell'alba il cavallo rallentò la sua corsa fino ad arrestarsi nelle prossimità di un ruscello. Il rumore dell'acqua che scorreva incontrollata fece riaffiorare il senso di arsura che provava da ore e che chiedeva di essere soddisfatto. Scese da cavallo e, portando con sé l'animale, si avvicinò al fiumiciattolo che sarebbe stata la loro fonte di refrigerio. Bevvero fino a riempirsi la pancia e poi lasciò che il cavallo brulicasse l'erba lì intorno mentre lui si riposava. Tirò fuori una pagnotta dal sacco ed iniziò ad addentarla.

Osservò il posto in cui era finito lasciandosi guidare dal suo federe cavallo e si rese conto di quanto tranquillo e rilassante fosse quel tratto di bosco. Era sicuramente qualcosa che non aveva mai visto in vita sua, era meno fitto del tratto che aveva precedentemente attraversato ed era molto omogeneo. Infatti solo un tipo di albero sembrava abitarlo, un albero del tutto diverso da quelli che normalmente si trovano in un bosco. Ce n'erano tanti ma non troppi perché ne riusciva a vedere la fine.

Iniziò a camminare in qua e in là e si accorse di non aver mai visto quel tipo di albero prima d'ora. Notò poi che in alcune di queste piante la corteccia sembrasse parzialmente rimossa mentre in altre erano presenti varie incisioni. Si avvicinò proprio a quest'ultimi per osservare meglio quei segni.

Lungo il tronco di alcuni alberi c'erano incise verticalmente delle linee di circa cinque centimetri, una vicina all'altra, alcune solamente scolpite altre anche colorate di rosso. Ogni tanto poi, un'incisione orizzontale che percorreva l'intera circonferenza del tronco, separava queste linee da altre.

Non aveva la minima idea di cosa potessero significare quei segni ma una cosa era certa: qualcuno era stato lì o era ancora lì. Non era solo come pensava, non era un luogo così tranquillo come sembrava, qualche uomo sicuramente abitava quei posti così lontani dalla civiltà.

Non fece in tempo nemmeno a finire di pensare tutto ciò che si ritrovò un coltellino puntato alla gola e un corpo che lo stringeva da dietro per non farlo scappare e che circondava con il proprio braccio il suo intero busto, bloccando ogni sua possibilità di muovere le braccia. Era in trappola.

-"Chi sei e che ci fai qui?"- Gli domandò l'uomo che lo stava tenendo fermo.

Jungkook non poteva vedere il suo aggressore ma sentire la sua voce per niente amichevole a pochi centimetri dal proprio orecchio lo fece sussultare.

Nonostante gli anni di lezioni con Hoseok, non si era mai trovato a dover combattere realmente con un altro uomo, per questo era spaventato.

Alla fine il suo destino era diventare consigliere del Re, non un soldato, quindi era sufficiente che apprendesse le basi di come si combatteva, giusto per autodifesa, ma era sicuro che mai gli sarebbero servite dato che avrebbe avuto delle guardie a proteggerlo e soprattutto dato che il Regno dei Min era un luogo pacifico da ormai molti anni.

Silver Chair ~ [Taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora