Silver Chair ~ [Taekook]

47. Ti ho trovato

[ BUON NATALE! Volevo farvi un regalino e ho pensato di pubblicare questo capitolo piuttosto lungo per festeggiare! Spero vi faccia piacere. ]
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Nelle ultime due settimane, la famiglia Jeon non aveva fatto altro che dedicare il proprio tempo al nuovo arrivato. Era davvero da tanto che, in quel palazzo, non si respirava quell'aria di gioia e serenità. L'arrivo di YoungJin aveva regalato sorrisi a tutti quanti, anche a chi aveva passato gli ultimi mesi a disperarsi. Jungkook, infatti, era stato rapito dal suo nipotino e aveva deciso di interrompere le ricerche per trovare Taehyung. Se in tre mesi non era riuscito a capire dove fosse andato, probabilmente non ci sarebbe più riuscito. Ma nonostante tutto, non era stato ancora capace di toglierselo dalla testa.

Per questo ogni tanto sentiva il bisogno di abbandonare il palazzo per qualche ora, sentendo che tutta quella gioia stonasse con la sua tristezza. Perché sì, da una parte anche lui era felicissimo per il nuovo arrivato ma, dall'altra, continuava a sentire ogni giorno di più la mancanza di Taehyung. E quella mancanza si era più volte tramutata in lacrime silenziose e ricordi dolorosi.

Aveva preso l'abitudine di incamminarsi, con un sacco in spalla che conteneva giusto il minimo indispensabile per stare qualche oretta da solo, verso le colline poco distanti dal palazzo dei Jeon. Era un luogo perfetto per stare da soli senza doversi allontanare troppo da casa. Ed era in quel posto che lasciava sfogare il suo dolore, bagnando la terra incolta con le sue lacrime pesanti e riempiendo il silenzio con i suoi singhiozzi. Lo faceva stare meglio, come se quel luogo isolato fosse in grado di raccogliere la sua sofferenza, come se il vento riuscisse a portare via con sé, a poco a poco, la sua tristezza.

Nessuno a palazzo sapeva quanto lui stesse ancora soffrendo per quella situazione perché adesso tutta la sua famiglia aveva altre cose a cui pensare. Sua sorella stava imparando ad essere madre e si era completamente innamorata della sua nuova vita. Suo padre invece, oltre ad essere impegnato a fare il nonno, era ancora alle prese con il grande segreto che custodiva insieme al Re e agli altri due Consiglieri. Jungkook non gli aveva più chiesto niente perché sapeva che, non appena avesse potuto, glielo avrebbe rivelato lui stesso.

Aveva quindi deciso di non appesantire le vite degli altri ricordandogli che lui fosse ancora chiuso in quel tunnel di dolore. Avrebbe camminato da solo per cercare la luce, ma non si sarebbe mai aspettato che quella luce sarebbe arrivata così presto.

Un giorno, infatti, si trattenne più del solito su quelle colline. Era ormai ora di pranzo e lui era ancora seduto sul prato mentre, dall'alto, osservava tutto il Regno. C'era un panorama mozzafiato da lì ma la gente non aveva ancora imparato ad apprezzarlo e nessuno spendeva un po' del suo tempo per andare a vederlo. Invece Jungkook, volta dopo volta, restava qualche minuto in più per osservarlo sotto una luce nuova, sempre più bella. E quel giorno, quei minuti in più che decise di restare, furono fondamentali.

Lo notò all'improvviso, quasi pensò di esserselo sognato inizialmente. Ma poi fu chiaro, inconfondibile: aveva finalmente trovato la luce alla fine del suo tunnel e, quella luce, si presentò come fumo bianco. Lontano, lontanissimo da lui, ai piedi delle montagne che aveva sempre desiderato scalare, si alzò del fumo bianco. Nessuno abitava lì, nessuno visitava mai quel luogo, nessuno aveva mai avuto necessità di accendere un fuoco che potesse produrre quel fumo che stava osservando Jungkook. Eppure era lì, chiaro ed inconfondibile.

-"Ti ho trovato."- Esclamò in un sussurro, senza neanche accorgersene.

Perché quel fumo poteva significare solo una cosa: era lì che si trovava Taehyung.

E ringraziò il giorno in cui decise di iniziare a venire su quelle colline perché solo da così in alto sarebbe riuscito a vedere quel fumo. Dal livello al quale si trovavano i villaggi e i palazzi, era impossibile scorgere quel segnale biancastro perché rimaneva coperto dal fitto bosco che c'era davanti.