18. Ho paura

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-"Ti avverto, non ho intenzione di tagliare più di un paio di centimetri."- Lo avvertì Jungkook mentre teneva le forbici in mano.

Erano passati due notti dal suo arrivo lì ed entrambi non riuscivano ancora a credere che stavano passando tutto quel tempo insieme. Mai c'era un momento di noia, mai rimpiangevano la solitudine.

Come gli aveva promesso la volta precedente, Jungkook si era portato da casa le forbici per tagliare i capelli di Taehyung che li riteneva troppo lunghi. Per il moro, invece, erano della lunghezza giusta ma ormai aveva promesso al maggiore che l'avrebbe accontentato.

-"Facciamo cinque, dai!"- Cercò di convincerlo Taehyung. -"Fammeli corti come i tuoi."- Specificò.

Jungkook non aveva i capelli cortissimi ma erano decisamente molto meno lunghi di quelli castani dell'altro. Inoltre i suoi erano naturalmente lisci mentre il capo di Taehyung era ricoperto da morbidi riccioli castani.

-"Va bene."- Si lasciò convincere sbuffando, consapevole, però, che gli sarebbero ricresciuti in fretta e che Taehyung sarebbe stato bene con qualsiasi taglio.

Taehyung sorrise vittorioso e si tolse il sopra della veste che stava indossando, rimanendo a petto nudo. Non aveva certo intenzione di sporcare uno dei pochi vestiti che possedeva con tutti i capelli che sarebbero caduti durante il taglio.

Jungkook rimase per qualche secondo immobile come se il suo cervello si fosse scollegato dal resto del corpo. I suoi occhi erano fissi sul petto dell'altro.

Il castano parve non accorgersi di quegli sguardi insistenti, troppo impegnato a piegare la veste e riporla lì vicino. Si sedette su un tronco e aspettò impazientemente che il più piccolo si mettesse all'opera.

Quando si accorse che Taehyung lo stava guardando, il suo cervello sembrò riprendere a funzionare solo per rimproverarsi di essere rimasto incantato per così tanto tempo sul corpo di quel bellissimo ragazzo che si trovava di fronte a lui.

Era inutile negarlo, la figura maschile aveva sempre attratto Jungkook. Trovava, nei muscoli scolpiti, un qualcosa di così armonioso e poetico da lasciarlo sbalordito ogni volta. E Taehyung non era certo un'eccezione. Con la sua corporatura robusta e proporzionata, sembrava uscito dal pennello del pittore più meticoloso e perfezionista del Regno. Il petto, l'addome, le braccia, tutto ciò che gli era possibile osservare sembrava dipinto o finto tanto pareva perfetto.

Il desiderio di sfiorare tutto ciò che riteneva sublime era ai massimi livelli. La pelle nuda e abbronzata di Taehyung era così vicina che gli sarebbe bastato allungare il braccio per venirne a contatto e scoprire che sensazione si provasse nel farlo.

Mai aveva avuto modo di toccare un corpo maschile, se non il proprio, ma da sempre ne era affascinato.

Prima qualche giovane nobile quando era poco più che un adolescente, poi Hoseok ed ora Taehyung. I suoi occhi avevano spesso indugiato su figure che riteneva attraenti ma mai si era spinto oltre.

Accarezzava la loro pelle con gli occhi perché sapeva che non avrebbe mai potuto farlo con le dita.

Chissà che avrebbero detto gli altri ragazzi se fossero stati sfiorati da lui. Era inimmaginabile, inammissibile. Un uomo non doveva provare piacere nel toccare o nel venire toccato da un altro uomo. Chiunque si sarebbe lamentato, come aveva fatto Hoseok quando Jungkook aveva tentato di baciarlo.

Non avrebbe commesso lo stesso sbaglio con Taehyung, già aveva rischiato accarezzandogli i capelli la settimana prima. Non pareva essergli dispiaciuto ma probabilmente il castano non attribuiva a quei tocchi lo stesso significato che gli attribuiva Jungkook.

Silver Chair ~ [Taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora